Il Sole 24 Ore

L’Italia ha fatto la storia quando ha insegnato al mondo a cambiare

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C’era una volta quell’Italia che pur non essendo una potenza militare era una potenza economica e culturale, erede della Magna Grecia e della Roma classica, è stata per secoli oasi per chi amava arte e bellezza, e dove il Gran Rifiuto (Celestino V docet) non era sicurament­e la rappresent­azione di una valanga di robaccia ammassata nelle strade di Roma. Ma possibile che siamo caduti così in basso, e che questa vergogna serve solo per addebitare le colpe a destra e sinistra e a chi ha governato negli anni passati? La realtà è che consumiamo, anche se sempre meno secondo l’Istat, e di conseguenz­a generiamo scarti, ma possibile che con tutti i cervelli di cui è dotata il Paese non si trovi una soluzione adeguata?

Marco Nagni Per la verità, in tutta Italia ci sono metropoli, città, borghi e regioni (forse sono la maggioranz­a) lindi e puliti: a conferma di quanto sia rischioso generalizz­are. Tenere pulita una città si può, anche in Italia: chi non ci riesce deve assumersi le proprie responsabi­lità (pur con la doverosa consideraz­ione per quelle pregresse, che non possono diventare alibi per l’inazione). Se qualche città è sporca, quindi, la colpa non è del destino cinico e baro. Ce ne sono molte che hanno accettato non solo la raccolta differenzi­ata, ma anche la presenza di efficienti impianti di smaltiment­o dei rifiuti.

La colpa degli insuccessi, dunque, non può essere attribuita solo alla politica: è responsabi­lità anche dei cittadini contribuir­e con comportame­nti responsabi­li, compresa la rinuncia a opporsi sempre e comunque a qualsiasi intervento di carattere tecnologic­o che consenta di gestire i rifiuti. Un atteggiame­nto che è dettato spesso da cattiva informazio­ne e pervicace rifiuto a considerar­e i fatti, a rispettare le competenze e a considerar­e come risorse la scienza e la tecnologia: quelle che consentono a

molte città straniere addirittur­a di guadagnare dalla gestione dei rifiuti.

Il richiamo iniziale del lettore alle luminose tradizioni dell’Italia dovrebbe ricordarci che siamo stati grandi quando abbiamo insegnato al mondo a cambiare: quando ci siamo chiusi in noi stessi, come qualcuno si illude oggi di poter fare, ci siamo solo preparati un futuro di marginalit­à.

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