Il Sole 24 Ore

Banco Bpm, la prima trimestral­e post-fusione in utile per 117 milioni

- Luca Davi

Banco Bpm mette a segno una trimestral­e con segni più sia sul fronte dei proventi operativi e della redditivit­à. E al contrario registra segni meno soprattutt­o sulle voci che pesano, ovvero gli oneri operativi e lo stock dei crediti deteriorat­i.I primi tre mesi dell’anno si chiudono così all’insegna di una buona vitalità operativa e di un migliorame­nto del profilo di rischio complessiv­o della banca. È un mix di elementi che si traduce in un utile netto di 117 milioni di euro: un risultato comprensiv­o degli effetti positivi della Purchase price allocation (la valutazion­e a fair value delle attività ex Bpm) ma comunque «superiore alla nostre attese» dice l’a.d. Giuseppe Castagna in conference call , e nettamente superiore al consensus degli analisti, pari a 62 milioni per il panel Bloomberg.

La banca è nel pieno del processo di integrazio­ne, dopo la fusione iniziata a inizio anno. La rete è stata impattata solo in parte dal processo di fusione (l’integrazio­ne dei sistemi It scatterà il 23 luglio) e questo ha permesso al gruppo di premere l’accelerato­re «con forza ed energia», dice Giuseppe Ca- stagna durante la conference call con gli analisti. Gli effetti si vedono nella crescita dei conti correnti e depositi, cresciuti di 7 miliardi in un anno (+10%), e del risparmio gestito (+4,2 miliardi, +7,6%). Grazie al contributo delle commission­i (547 milioni +16,9% sull’anno precedente, soprattutt­o grazie all’attività di vendita di prodotti di risparmio) i proventi operativi salgono a 1,21 miliardi (+2,8%). Va detto d’altra parte che il margine di interesse scende del 6% rispetto all’anno precedente (da 559 a 525 milioni), se esclude l’effetto positivo degli interessi sul Tltro 2, in consideraz­ione del quale invece il confronto è sostanzial­mente a livelli stabili rispetto a marzo 2016. Scende, come prevedibil­e, il risultato netto finanziari­o, complice il calo degli utili da cessione di titoli nel portafogli­o Afs.

Nel contempo va detto che la banca sta lavorando come previsto sui costi (oneri operativi a -4,7%) ma soprattutt­o è in linea sul profilo della qualità del portafogli­o, tema su cui la Bce ha maggiormen­te posto l’attenzione: aumentano le coperture, scendono i flussi netti di ingresso a deteriorat­i (-42%), mentre lo stock di deteriorat­i netti flette da 17,2 a 15 miliardi. Inoltre, se entro giugno sono attese le offerte vincolanti sulle posizioni secured del progetto Rainbow, altri due miliardi di crediti non garantiti dovrebbero essere ceduti entro il secondo semestre. Castagna ha confermato di voler chiarire «entro giugno» la strategia da prendere sul risparmio gestito, ed è escluso che rimanga l’attuale assetto nella gestione con il “doppione” di Gestielle ed una quota in Anima. Nel contempo ci sarà da chiarire la posizione sulla bancassura­nce con Unipol. Con la quale, se non ci fosse un rinnovo, «faremmo partire un beauty contest - ha detto Castagna - Abbiamo molti interessam­enti, a partire dai nostri partner Covea e Aviva a cui potranno aggiungers­ene altri».

LO SCENARIO Il gruppo, nato dalla fusione fra Verona e Milano, registra una buona vitalità operativa e un migliorame­nto del profilo di rischio

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