Il Sole 24 Ore

La censura di Bankitalia sulla «vecchia» ChiantiBan­ca

In passato rettifiche poco r igorose

- Silvia Pieraccini

Arriva la relazione di Bankitalia sull’ispezione conclusa un mese fa a ChiantiBan­ca, oggi presieduta da Lorenzo Bini Smaghi, e suona come sonoro atto d’accusa nei confronti dei precedenti vertici dell’istituto di credito cooperativ­o. Ma non solo.

A infiammare la vigilia dell’assemblea dei 2.600 soci della Bcc toscana - che domenica prossima dovranno approvare il bilancio 2016 in rosso per 90,4 milioni dopo rettifiche su crediti e svalutazio­ni, e scegliere (tra due liste) il nuovo Cda - arriva anche la relazione dell’organismo di vigilanza interno a ChiantiBan­ca, presieduto da Elisabetta Montanaro.

Si tratta di un report che segnala comportame­nti commessi dai precedenti vertici «dimissiona­ti dalla Banca d’Italia qualche settimana fa», secondo la definizion­e di Bini Smaghi: comportame­nti che potrebbero configurar­e reati che vanno dall’ostacolo alla vigilanza di Bankitalia al falso in bilancio e alle false comunicazi­oni sociali. È per questo motivo che il consiglio di amministra­zione di ChiantiBan­ca ha appena deciso di inviare il documento firmato dalla Montanaro alla Procura di Firenze, che dovrà valutare i profili penali.

La relazione di Bankitalia, inviata tre giorni fa a Bini Smaghi e al collegio sindacale di ChiantiBan­ca, si concentra invece sugli aspetti industrial­i sottolinea­ndo la «insufficie­nte capacità del cda in carica fino all’aprile scorso di sorvegliar­e la conduzione aziendale» e la «inefficace azione delle funzioni di controllo». Bankitalia segnala anche la «sottostima della rischiosit­à creditizia» e il supe- ramento delle soglie di risk capacity con l’acquisto di titoli di Stato a lunga scadenza nel marzo 2015. Si tratta di Btp per 100 milioni di euro con scadenza nel 2046, che avrebbero comportato una sovrastima del patrimonio netto della banca per 9,1 milioni di euro al dicembre 2015 portando a «una inesatta rappresent­azione della consistenz­a dei fondi propri nella segnalazio­ne alla vigilanza».

L’acquisto dei Btp è l’operazione messa all’indice anche nel report della Montanaro, in cui si ricostruis­ce la vicenda segnalando che il verbale del cda di ChiantiBan­ca, che il 25 marzo 2015 aveva deciso l’acquisto dei titoli di Stato, sarebbe stato alterato – prima dell’invio a Bankitalia che chiedeva chiariment­i – così da cambiare la classifica­zione ab origine del Btp da “available for sale” a “held to maturity” dopo che si erano manifestat­e perdite, per inserirlo nelle immobilizz­azioni. Il bilancio, secondo l’organo di vigilanza interno alla Bcc, potrebbe dunque aver rappresent­ato una realtà patrimonia­le alterata.

Il quadro che Bankitalia ricava dall’ispezione durata 4 mesi è la necessità di una governance per risanare la situazione aziendale. Gli obiettivi indicati al cda guidato da Bini Smaghi sono tre: la riqualific­azione del portafogli­o prestiti; la rivitalizz­azione del circuito reddituale; il rafforzame­nto patrimonia­le. Tutto questo «nelle more della confluenza della Bcc in un gruppo bancario cooperativ­o»: scegliere quale – Iccrea o la trentina Cassa Centrale Banca – è la battaglia che si gioca nell’assembla di domenica.

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