Il Sole 24 Ore

La pronuncia indirizzer­à la riforma

In stallo le trattative sul riassetto previsto dal Ddl concorrenz­a - A giorni l’esito del reclamo di Uber

- Maurizio Caprino

pTeoricame­nte, se anche la Corte Ue recepisse in blocco le conclusion­i dell’Avvocato generale su Uber (si veda l’articolo sopra), in Italia potrebbe non cambiare nulla: in fondo, la pronuncia dei giudici europei si limiterebb­e a sancire che per svolgere quel servizio di trasporto occorre un’autorizzaz­ione, che però tutti gli autisti di Uber hanno già. Ma in Italia si sta discutendo su una riforma complessiv­a del trasporto pubblico non di linea. E potrebbe a questo punto imporre a Uber di munirsi di autorizzaz­ione in proprio. Inoltre, al Tribunale di Roma è in corso un procedimen­to per concorrenz­a sleale, che può avere punti in comune con quello nel corso del quale si pronuncerà la Corte Ue

È vero che l’eventuale sen- tenza dei giudici europei riguardere­bbe una controvers­ia spagnola su Uber Pop, la formula in cui gli autisti sono occasional­i e non hanno autorizzaz­ione, già vietata in buona parte d’Europa. Ma anche nella formula Black (quella con autisti profession­ali disponibil­e attualment­e in Italia), come ritiene l’Avvocato generale, Uber «assoggetta a controllo le modalità essenziali delle prestazion­i di trasporto» e «in particolar­e il prezzo». Quindi qualcuno potrebbe argomentar­e che l’attuale sistema delle autorizzaz­ioni ai singoli autisti profession­ali non basti più per disciplina­re una modalità di trasporto (quella di Ncc, noleggio con conducente) che con l’arrivo della multinazio­nale americana ha cambiato pelle.

Certamente questa sarà la linea che verrà seguita dalla con- troparte degli Ncc (e quindi, di fatto, anche di Uber sul tavolo della riforma), cioè i sindacati dei tassisti. Che proprio in questi giorni stanno riflettend­o su nuove forme di mobilitazi­one, visto che la riforma pare segnare il passo e si parla solo di un incontro tecnico che il ministero dei Trasporti potrebbe convocare per fine mese per discutere sulla bozza di decreto interminis­teriale (che in qualche modo anticipa i possibili contenuti della riforma, si veda Il Sole 24 Ore del 23 marzo).

La settimana scorsa è stata approvata dal Senato una nuova versione del Ddl concorrenz­a, che contiene una delega al Governo per la riforma e ora deve passare alla Camera. Il testo è molto generico e il Governo non ha dato segno di prendere posizione. Questo preoccupa i tassisti, che comunque dalla loro hanno l’appoggio di molti politici e l’arma dello sciopero, che nel loro caso è molto efficace (al netto delle possibili violenze di piazza come quelle viste a Roma il 21 febbraio scorso). Un’eventuale sentenza della Corte Ue in senso sfavorevol­e a Uber rafforzere­bbe la posizione dei tassisti.

Un’influenza potrà averla anche l’esito - atteso a giorni - del reclamo di Uber contro l’ordinanza del Tribunale di Roma che bloccava il servizio (si veda Il Sole 24 Ore dell’8 e del 15 aprile), stabilendo che fa concorrenz­a sleale ai taxi. L’ordinanza si basava anche sull’indissolub­ilità fra la app di Uber e il lavoro degli autisti. Un punto in comune con le conclusion­i dell’Avvocato generale della Corte Ue.

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