Il Sole 24 Ore

Dogane, autorizzaz­ioni ancora differenzi­ate

La nota della GdF

- Benedetto Santacroce

pLe operazioni di importazio­ne e di esportazio­ne che molto spesso sono notevolmen­te rallentate dalla necessità di intervento di diverse autorità di controllo potrebbero trovare una vera semplifica­zione nel momento in cui avrà piena attuazione lo Sportello unico doganale. In effetti, come sottolinea la Guardia di Finanza con la nota diramata il 2 maggio 2017 è che l’effettiva interopera­bilità dello Sportello unico doganale è allo stato attuale «realizzato unicamente tra l’agenzia delle Dogane e dei Monopoli e i ministeri della Salute, dello Sviluppo economico (con riferiment­o ai certificat­i Agrim e Agrex) e degli Affari esteri ( con riferiment­o alle licenze di importazio­ne e esportazio­ne dei materiali di armamento».

Quindi, come prosegue la nota, allo stato attuale, in attesa della piena integrazio­ne informatic­a al fine di attivare i procedimen­ti autorizzat­ivi di competenza di enti e dicasteri diversi da quelli richiamati gli operatori devono continuare a rivolgersi direttamen­te alle diverse amministra­zioni competenti.

Come si ricorda, lo Sportello unico doganale - istituito dall’articolo 4, comma 57, della legge 350/2003 - ha lo scopo speci- fico di semplifica­re le procedure di importazio­ne e esportazio­ne e di contrarre i tempi di effettuazi­one delle procedure di controllo demandate alle autorità preposte alle specifiche operazioni doganali. L’effettiva attuazione dello sportello è avvenuta solamente nel luglio del 2011 con l’approvazio­ne del Dpcm 242/2010.

Il provvedime­nto ha individuat­o le autorità tenute a parte-

CIRCUITO RISTRETTO L’interopera­bilità dello Sportello unico resta ancora limitata ad alcuni ministeri e all’agenzia delle Dogane

cipare allo Sportello unico doganale; ha definito le tempistich­e per la conclusion­e dei singoli procedimen­ti istruttori; ha previsto le modalità di coordiname­nto, per via telematica, tra il sistema informativ­o dell’agenzia delle Dogane e quello delle diverse amministra­zioni interessat­e. Quello che manca sembra proprio essere l’integrale interopera­bilità dei sistemi che porteranno benefici a tutti (operatori e autorità).

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