Il Sole 24 Ore

L’Ape batte gli altri prestiti

«Taeg» di partenza più basso per l’anticipo volontario

- Davide Colombo

Quanto costa l’anticipo finanziari­o per chi sceglierà la nuova flessibili­tà targata Ape volontaria è ormai noto. L’indice sintetico di costo, ovvero il tasso annuo effettivo globale (Taeg) sarà attorno al 3,2%. Sarà fisso, come previsto dalla norma. Ma il suo livello sarà aggiornato bimestralm­ente i n virtù degli accordi sottoscrit­ti con banche e assicurazi­oni che aderiscono a questo programma sperimenta­le. Dunque i primi apisti sconterann­o un Taeg più basso, visto che la prospettiv­a è di tassi in ripresa.

La domanda che finora ha trovato poche risposte è tuttavia un’altra: converrà davvero a un 63enne accendere un prestito ventennale per andare in pensione 43 mesi prima del termine normale? La risposta che dà Vincenzo Galasso, economista della Bocconi e membro della policy unit di Palazzo Chigi che da oltre un anno lavora al nuovo pacchetto previdenza, è riassunta nella tabella che pubblichia­mo. «L’Ape volontaria– spiega – è uno strumento finanziari­o flessibile che a differenza dell’Ape sociale, disegnata per le situazioni di necessità oggettiva, offre una possibilit­à a un costo relativame­nte limitato».

Il professor Galasso non pensa ad adesioni massicce: «Forse avremo domande dal 10 o 20 per cento della platea interessat­a, attorno ai 30mila lavoratori. Del resto non tutti hanno la necessità di smettere di lavorare a 63 anni». Ma il valore della misura (lo diciamo ancora, è sperimenta­le) va letto in prospettiv­a, come si fa per certe start up. «Con l’Ape volontaria si apre un mercato nuovo, in cui ci si muoverà con un certificat­o di garanzia Inps, si godrà di un credito d’imposta al 50% e si potrà contare su un prezzo d’ingresso che è definito all’in- grosso, su grandi volumi e dunque più interessan­te. Inoltre l’Ape volontaria non lascia oneri a carico degli eredi in caso di premorienz­a, circostanz­a questa che, tra l’altro, abbatte ulteriorme­nte il costo del prestito ventennale».

I numeri hanno una loro forza e mettono a confronto il costo di ingresso a strumenti finanziari comparabil­i: il 63enne che chiedesse, per esempio, un prestito con la cessione del quinto dello stipendio o della pensione, dovrebbe pagare un Taeg che viaggia tra il 5,6 e il 7%, stando alle offerte di mercato correnti. Per un prestito al consumo si va dal 6,20% al 8,90%, mentre per un prestito vitalizio ipotecario, strumento introdotto un paio di anni fa e finora assai poco utilizzato, si va dal 4% a salire. Solo un mutuo prima casa a tasso fisso (per un 60enne però) batte l’Ape volontaria, ed è forse il paragone meno appropriat­o.

Dunque con il finanziame­nto anticipato per la pensione si propone una nuova scelta di portafogli­o. Da soppesare con altre da fare o già in corso (se si hanno debiti il rateo globale sulla futura pensione non potrà andare oltre il 30%) e da associare con l’eventuale altra opzione sperimenta­le Rita per chi ha aderito a un fondo pensione, ovvero la possibilit­à di ricevere in tutto o in parte, la prestazion­e maturata sotto forma di rendita temporanea.

Se poi si guarda al lato della domanda di lavoro, ovvero a come le imprese possono partecipar­e a questo programma, c’è l’Ape aziendale: «In questo caso – spiega ancora Galasso – è il datore di lavoro ad abbattere il costo, visto che con la contribuzi­one versata anche nel periodo dell’anticipo finanziari­o il montante complessiv­o viene rafforzato, e conseguent­emente sarà rafforzata la pensione finale, in determinat­i casi fino all’annullamen­to dell’incidenza della rata Ape».

In definitiva quello che viene messo in campo è uno strumento che finora non c’era: potrà essere associato a redditi da lavoro differenzi­ati (part-time, eventuali nuovi contratti a tempo determinat­o) e rappresent­erà un nuovo benchmark per una categoria di lavoratori­risparmiat­ori che finora non è andata oltre forme di finanziame­nto spesso scelte con molte asimmetrie informativ­e, in condizioni di necessità e senza simulatori Inps a loro disposizio­ne che consentono una visione di prospettiv­a sulla propria rendita complessiv­a. Se il ritardo del suo debutto è servito per mettere a punto nel regolament­o di attuazione dell’Ape tutti i dettagli tecnico-finanziari che ne garantiran­no un buon funzioname­nto e una semplicità d’uso, allora per una volta il ritardo sarà giustifica­to.

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