Il Sole 24 Ore

Ubi Banca, con le tre good banks profitti a 1,12 miliardi nel 2020

- Paolo Paronetto

pUtile netto 2020 a 1,12 miliardi con ritorno sul capitale tangibile al 12%, coefficien­te Cet1 oltre il 13% e rapporto costi/ricavi al 52,8 per cento. Questi i nuovi obiettivi del piano industrial­e di Ubi Banca, aggiornato alla luce dell'acquisizio­ne delle “good bank” nate dalla risoluzion­e di Banca Marche, Etruria e Carichieti, chiusa mercoledì. Per raggiunge i target Ubi metterà in campo, tra le altre cose, una cura dimagrante che porterà a una riduzione netta di organico di 3mila unità, conseguenz­a di 4mila esuberi (di cui 1.569 dal perimetro delle tre nuove banche, ovvero il 32% dei dipendenti in forza a fine 2016) e di 900 nuovi ingressi. Uscite che, ha assicurato l'a.d. Victor Massiah in conference call, saranno ottenute senza «nemmeno un licenziame­nto», sebbene soltanto per 2.170 unità (di cui 1.830 già concordate e «spesate») si potrà ricorrere al Fondo di solidariet­à della categoria. «Ci sarà qualche esternaliz­zazione/cessione, ci sarà qualche incentivaz­ione», ha spiegato il banchiere, rimandando ulteriori dettagli all'esito del- le trattative sindacali. Per Ubi, intanto, il punto di partenza è un primo trimestre 2017 chiuso con un utile netto di 67 milioni, in aumento del 59,4% rispetto allo stesso periodo del 2016. I proventi operativi sono saliti del 3,3% a 798,2 milioni, con margine di interesse a 347,2 milioni (-10,4%) e commission­i nette a 350,9 milioni (+4,1%). Gli oneri operativi sono calati dell'1,1% a 522 milioni, per un cost/income sceso al 65,4 per cento. Le rettifiche nette su crediti sono diminuite del 29,7% rispetto al quarto trimestre 2016 a 134,8 milioni, per un costo del credito annualizza­to di 64 punti base. Contabiliz­zata anche una nuova svalutazio­ne dell'investimen­to nel fondo Atlante, “corretto” di altri 18,7 milioni: complessiv­amente, così, Ubi ha svalutato la quota Atlante di 91,7 milioni, ovvero il 56,5% dei 162,2 milioni versati. I risultati di bilancio sono stati ottenuti in un trimestre «in cui abbiamo fatto tre lavori», ha rivendicat­o Massiah riferendos­i, oltre che alla normale attività bancaria, al completame­nto anticipato del progetto Banca Unica e all'acquisizio­ne delle good bank, ma almeno nell'immediato non sono stati premiati dal mercato: ieri il titolo è sceso del 2,66 per cento. Quanto ai piani per il prossimo futuro, Ubi procederà ora «il più rapidament­e possibile» all'esecuzione del previsto aumento di capitale da 400 milioni («spero proprio» entro la fine dell'estate, ha chiosato Massiah) e intanto rassicura i propri azionisti sul fronte delle cedole. Il piano promette infatti una «solida politica dei dividendi», con la distribuzi­one di circa il 40% dell'utile ordinario, e intanto Massiah lavora per migliorare quanto fatto sui conti 2016 (0,11 euro per azione): «Odierei scendere sotto lo scorso anno – ha chiarito - Stiamo cercando di fare meglio, non di peggiorare».

I CONTI Svalutata la quota in Atlante del 56%, il risultato netto del trimestre è aumentato del 59,4% a 67 milioni Obiettivo aumentare la cedola

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