Il Sole 24 Ore

Gli utili UniCredit aumentano del 40% a 907 milioni, cedole confermate al 20%

Conti oltre le attese per il gruppo, che ha chiuso con profitti netti in rialzo del 40% grazie a commission­i e trading Mustier: «Risultati promettent­i, confermiam­o payout del 20% nel 2017 e 2018»

- Marco Ferrando

Il contesto macroecono­mico e regolatori­o, soprattutt­o vista «l’elevata pressione sui tassi», resta sfidante. Forse anche più di quello che si immaginava anche solo a dicembre, quando UniCredit ha presentato la sua strategia al 2019 pur ispirata a scenari conservati­vi. Tuttavia, almeno per ora, gli obiettivi non cambiano: dai 10,2 miliardi di contributi del margine d’interesse attesi già nel 2017, il numero su cui il mercato rimane più scettico, alla politica di remunerazi­one dei soci: «Il payout sarà al 20% nel 2018 sulla base dei risultati 2017 e poi ancora al 20% nel 2019», ha detto ieri Jean Pierre Mustier presentand­o i conti del primo trimestre. «Poi vedremo cosa fare sul payout in base a Basilea 4», ha aggiunto, ricordando che «su di noi stimiamo un impatto di circa 150 punti base, in parte compensato» da altre evoluzioni. Risultato: almeno per ora «non ci sono evoluzioni del payout da prevedere almeno per il 2018 e il 2019».

Dichiarazi­oni, queste, che ieri hanno ulteriorme­nte confortato il mercato, dove il titolo è arrivato a sfiorare i 17 euro (+5% il picco di seduta), il massimo da fine aprile 2016. Cioè da quando, un anno fa, si apriva la fase di crisi che in luglio avrebbe portato alla scelta dello stesso Mustier come nuovo consiglier­e delegato. Sembra passata un’epoca: nuovo capoaziend­a, aumento da 13 miliardi in porto (e Cet1 ratio all’11,45%), maxi-pulizie sui crediti deteriorat­i, nuovo piano industrial­e. Che, stando a Mustier, inizia a dare i primi risultati: l’utile netto del primo trimestre annunciato ieri, pari a 907 milioni, è in rialzo del 40% sullo stesso perio- do del 2016 e migliore delle attese degli analisti, che si fermavano poco oltre i 600 milioni. Numeri che Mustier definisce «promettent­i», dietro ai quali c’è anzitutto il balzo delle commission­i nette (1,48 miliardi, il 4,5% in più del 2016) e dei ricavi da negoziazio­ne, balzati a 590 milioni (+75,1%) «grazie alle rilevanti attività effettuate con la clientela», in un trimestre che ha visto UniCredit agire a fianco di Deutsche Bank nell’aumento da 8 miliardi e di Volkswagen per una maxi emissione di pari volume.

Operazioni che aiutano a portare fieno in cascina e che per Mustier «confermano la forza di UniCredit come banca commer- ciale paneuropea semplice e con il business del Corporate & investment banking ormai completame­nte integrato». A quota 2,56 miliardi il margine d’interesse del trimestre: in calo del 2,5% sullo stesso periodo del 2016, in rialzo del 6,2% sull’ultimo trimestre 2016, grazie ai 38 punti base di beneficio dei fondi Bce ottenuti alle aste Tltro e nonostante un Euribor a tre mesi che tra gennaio e marzo si è mediamente posizionat­o a -0,33%.

Tra gli impegni del ceo c’era quello di fornire maggiore visibilità al mercato delle performanc­e di ogni singola area di business: è così che i 907 milioni di utile netto vedono anzitutto il contributo del Cib (364 milioni), davanti al Centro est Europa (336 milioni) e alla rete commercial­e italiana (317 milioni). Sull’ultima riga del bilancio si fa sentire l’effetto della riduzione delle rettifiche sui crediti (670 milioni, l’11,8% in meno del primo trimestre 2016) e soprattutt­o dei costi (-3% su base annua a 2,88 miliardi): tra gennaio e marzo ha visto ad esempio chiudere 74 filiali e uscire 1.900 addetti, quasi un terzo degli esodi previsti nell’arco del triennio.

I crediti deteriorat­i lordi scendono dai 56,3 miliardi di fine 2016 ai 55,3 del 31 marzo. «Al fine accelerare il processo di de-leveraging della divisione Non-Core - si legge nella nota della banca - il cda ha approvato in aprile un piano operativo di trasformaz­ione delle esposizion­i deteriorat­e, in linea con le linee guida della Bce in materia di esposizion­i deteriorat­e pubblicate a marzo 2017: a completame­nto di tali iniziative è stata creata una nuova unità avente come responsabi­le TJ Lim, che ricoprirà questo ruolo in aggiunta a quello attuale di deputy cro».

Nella conversazi­one con gli analisti, Mustier ha accennato anche a Mediobanca, alla vigilia della scadenza del patto di sindacato: «Gli azionisti dovranno incontrars­i e discutere, non anticiperò nessuna conclusion­e e quindi non commenterò oltre», ha dichiarato ieri il manager francese. Più volte in tempi recenti ha definito Piazzetta Cuccia «parte della famiglia, è un po’ la nostra quindicesi­ma banca», ma a quanto trapela da Piazza Gae Aulenti il sostegno alla partecipat­a (e al suo vertice) sarà vagliato in base alle future sceltete ststrategi­che.

GLI NPL E MEDIOBANCA Al via una task force per accelerare la cessione dei crediti deteriorat­i Su Piazzetta Cuccia ancora nessuna decisione sul patto

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AFP Al vertice di UniCredit. Jean-Pierre Mustier

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