Moscovici: per l’Italia pronti a usare flessibilità
pPer i conti italiani 2018 la commissione Ue userà «tutta la flessibilità che c’è a disposizione»: lo ha detto il commissario Moscovici a margine dei lavori del G7 Finance di Bari. Il ministro Padoan: «Ci sono dei miglioramenti, la crescita prosegue, il deficit continua a scendere e quindi continuiamo a fare consolidamento della finanza pubblica».
pPer i conti italiani del 2018 la commissione Ue userà «tutta la flessibilità che c’è a disposizione». Ufficialmente non si è ancora chiuso il confronto sulla correzione da due decimali di Pil del 2017, che attende nei prossimi giorni la promozione definitiva di Bruxelles, ma a margine dei lavori del G7 Finance di Bari il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici guarda già alla legge di bilancio del prossimo anno. Perché la partita vera, ovviamente, si gioca su quel terreno.
A quell’appuntamento, sostiene il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in un’intervista al Tg1 delle 20, il bilancio italiano arriva « con una crescita che si rafforza, un deficit in discesa e un debito che comincerà a scendere, come dice anche la commissione».
A complicare lo scenario, accanto a una correzione teo- rica da un punto di Pil per rispettare gli obiettivi di deficit appena scritti nel Def e alle prospettive di tramonto del Quantitative easing, ci sono anche i venti di elezioni autunnali che agitano il quadro politico. Moscovici non è nuovo a indossare i panni del poliziotto buono nei confronti fra Roma e Bruxelles, ma questa volta accentua proprio le ragioni politiche alla base della sua posizione. Le elezioni, nella primavera 2018 o nel prossimo autunno in caso di scioglimento anticipato delle Camere, «non sono mai un problema», spiega l’esponente del Ps francese appena uscito da un voto politico drammatico per il suo partito, ma «possono destare preoccupazione quando ci sono minacce populiste». La flessibilità, in quest’ottica, serve quindi a evitare alla commissione un ruolo da matrigna che potrebbe alimentare le spinte anti-Ue nel- l’unico grande Paese caratterizzato da un forte rischio politico dopo la vittoria di Macron in Francia.
Per tradurre questa impostazione in numeri c’è tempo, e all’interno di un confronto che si prospetta ancora una volta serrato l’Italia proverà a rigiocare anche la carta dell’output gap, cioè del calcolo sulla crescita potenziale che con i parametri europei applicati oggi penalizza il nostro Paese secondo le analisi di Via XX Settembre. In ogni caso l’effetto strutturale della manovrina ora in discussione alla Camera aiuta a percorrere il primo pezzo sulla strada della correzione, come conferma il ministro che promette di utilizzare gli spazi a disposizione per quella «crescita inclusiva» che rappresenta uno dei temi centrali del G7.