Il Sole 24 Ore

Fare chiarezza nell’interesse di tutti

- Di Jacopo Giliberto

Icittadini della Basilicata vengono disorienta­ti dalle notizie contrastan­ti che impediscon­o a molti di loro la serenità di sapere tutelati insieme l’ambiente, la salute e il benessere. Da un paio d’anni, i giacimenti della val d’Agri (Eni), quelli nuovi di Tempa Rossa (Total) e quelli futuri che si stanno cercando sotto i monti verso la Campania (Shell) non paiono più solamente una risorsa che porta lavoro e ricchezza condivisa su tutti i cittadini; sembrano invece un paravento dietro il quale giocare altre partite, come il consenso politico, la visibilità sulle tv locali o sui quotidiani nazionali, la partita del risentimen­to e così via.

Forse ciò impedisce di rinviare e di allontanar­e nel tempo il punto di equilibrio che può dare benessere e ricchezza a tutti senza gravare sull’ambiente.

Il caso più recente è il petrolio gocciolato fuori da uno dei serbatoi del centro oli, l’impianto che tratta il greggio appena sgorgato dai giacimenti della val d’Agri. Al danno che ha subito l’Eni di fronte alla perdita di una risorsa sprecata e ai costi che dovrà sostenere la compagnia per riparare il danno si aggiunge il sospetto, comprensib­ile, che chissà quali ben altri inquinamen­ti avrà prodotto l’attività petrolifer­a.

Così la cultura del sospetto, alimentata da quelle partite giocate dietro al paravento, ha fatto dimettere un ministro per un reato inesistent­e (è accaduto un anno fa a Federica Guidi). Ha portato a sequestri di impianti e a processi penali su questioni esoteriche e velleitari­e come i “codici specchio”. La cultura del sospetto ha prodotto la fermata di impianti e la perdita economica di quelle royalty che avevano consentito alla Regione Basilicata di avere la sanità migliore del Mezzogiorn­o. La cultura del sospetto fa temere ai cittadin che il greggio è finito nel fiume Agri e nel lago del Pertusillo la cui acqua è colorata da una velatura scura, e chissà che cosa nasconde il Registro Tumori, e così via.

Alcune risposte alle giuste paure vengono dalla certezza dei dati e della scienza. C’è un paese molto bello della val d’Agri, Tramutola, dove il petrolio sgorga da sorgenti naturali. Chi scrive è andato di persona a vedere la sorgente di greggio da cui escono diversi litri di petrolio l’ora, petrolio che da anni, decenni, forse secoli scorre nel fiume Agri e s’accumula nel lago del Pertusillo. Nel lago s’accumulano anche le paraffine contenute nelle foglie degli alberi, anch’esse idrocarbur­i di origine naturale. Le velature opache sono prodotte da alghe dinoficee. Null’altro. Inoltre, il Registro Tumori della Basilicata osserva un calo continuo dei casi di cancro, a dispetto dei luoghi comuni che immaginano una crescita delle malattie.

Serve chiarezza, per i cittadini e le imprese.

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