«Più industria per lo sviluppo della Bulgaria»
p «Posso parlare a nome dell’Assemblea: il legislatore darà risposte adeguate alle esigenze dell’economia di mercato, terremo le nostre porte aperte per rafforzare i rapporti bilaterali». È un messaggio di riconoscimento e di apertura quello che Valeri Jablianov, vice presidente del Parlamento bulgaro ha rivolto agli imprenditori italiani all’assemblea di Confindustria Bulgaria. Un atteggiamento che riconosce la «credibilità, reputazione, responsabilità delle aziende italiane», elementi sottolineati dalla neo presidente di Confindustria Bulgaria, Maria Luisa Meroni, eletta ieri dopo Pietro Luigi Ghia.
«La nostra associazione ha un ruolo rilevante nel paese, per numero di imprese, per i posti di lavoro, per volume di investimenti. E per aver saputo fare sistema con le rappresentanze economiche e istituzionali», ha continuato la Meroni. È quella «collaborazione per la competitività» su cui insiste il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che ieri era a Sofia, sul palco accanto all’ambasciatore d’Italia Stefano Baldi, al viceministro dell’Economia bulgaro, Lachezar Borisov, a Jablianov e all’ex presidente Ghia. Imprese, istituzioni e sistema finanziario: è stato proprio Boccia a citare il Business Center creato da Unicredit, «un modo di fare sistema, con la banca al servizio dell’economia reale». È un intero piano del palazzo che Unicredit, la più grande banca del paese, ha a Sofia, spiegano Aldo Andreoni ed Enrico Minniti, rispettivamente manager e direttore generale di Unicredit Bulbank. Vengono forniti non solo servizi finanziari, dal cash management alle garanzie all’utilizzo dei fondi Ue, ma è anche luogo di networking tra imprenditori, che tramite i canali della banca possono trovare partner e investitori, oppure organizzare negli uffici incontri di lavoro.
Industria 4.0 è il tema dell’assemblea di Confindustria Bulgaria, nata nel 2000 e promotrice della Federazione Confindustria Est Europa. «Esprime il senso di comunità, non solo degli italiani, me delle imprese e degli imprenditori, in un’idea di cittadinanza europea. Questa comunità deve
LA MISSION Boccia: creare ponti e non muri per rilanciare in Europa la questione industriale Meroni: facciamo sistema con le istituzioni locali
porre all’attenzione dell’Europa la questione industriale. Occorre costruire ponti e non muri, un partenariato industriale per il cosviluppo», ha sottolineato Boccia. Dal 2007, quando la Bulgaria è entrata nella Ue, la crescita di imprese italiane è aumentata rapidamente. Nel 2015 il dato record di nascita di aziende, 130, un trend positivo andato avanti quasi senza interruzioni dal 2007 grazie anche a una flat tax al 10% e a un costo del lavoro tra i più bassi d’Europa. In totale le imprese italiane attive in Bulgaria sono 6.757. Molte sono piccolissime, per questo l’indagine messa a punto da Confindustria Bulgaria ha individuato un campione di 677 (quelle con fatturato oltre i 200mila euro) e che rappresentano circa il 10% del Pil bulgaro. Le aziende made in Italy sono seconde (prime le tedesche) per profitti complessivi, terze per forza lavoro r
e quarte per numero totale di imprese (prima è la Grecia, secondo l’UK, terza la Russia). Tra i settori, al primo posto figura il terziario, tra commercio, nuove tecnologie, tlc, new media. Il manifatturiero è secondo, ma è molto significativo, specie nel calzaturiero, pelletteria e tessile.