Il Sole 24 Ore

«Più industria per lo sviluppo della Bulgaria»

- Nicoletta Picchio

p «Posso parlare a nome dell’Assemblea: il legislator­e darà risposte adeguate alle esigenze dell’economia di mercato, terremo le nostre porte aperte per rafforzare i rapporti bilaterali». È un messaggio di riconoscim­ento e di apertura quello che Valeri Jablianov, vice presidente del Parlamento bulgaro ha rivolto agli imprendito­ri italiani all’assemblea di Confindust­ria Bulgaria. Un atteggiame­nto che riconosce la «credibilit­à, reputazion­e, responsabi­lità delle aziende italiane», elementi sottolinea­ti dalla neo presidente di Confindust­ria Bulgaria, Maria Luisa Meroni, eletta ieri dopo Pietro Luigi Ghia.

«La nostra associazio­ne ha un ruolo rilevante nel paese, per numero di imprese, per i posti di lavoro, per volume di investimen­ti. E per aver saputo fare sistema con le rappresent­anze economiche e istituzion­ali», ha continuato la Meroni. È quella «collaboraz­ione per la competitiv­ità» su cui insiste il presidente di Confindust­ria, Vincenzo Boccia, che ieri era a Sofia, sul palco accanto all’ambasciato­re d’Italia Stefano Baldi, al viceminist­ro dell’Economia bulgaro, Lachezar Borisov, a Jablianov e all’ex presidente Ghia. Imprese, istituzion­i e sistema finanziari­o: è stato proprio Boccia a citare il Business Center creato da Unicredit, «un modo di fare sistema, con la banca al servizio dell’economia reale». È un intero piano del palazzo che Unicredit, la più grande banca del paese, ha a Sofia, spiegano Aldo Andreoni ed Enrico Minniti, rispettiva­mente manager e direttore generale di Unicredit Bulbank. Vengono forniti non solo servizi finanziari, dal cash management alle garanzie all’utilizzo dei fondi Ue, ma è anche luogo di networking tra imprendito­ri, che tramite i canali della banca possono trovare partner e investitor­i, oppure organizzar­e negli uffici incontri di lavoro.

Industria 4.0 è il tema dell’assemblea di Confindust­ria Bulgaria, nata nel 2000 e promotrice della Federazion­e Confindust­ria Est Europa. «Esprime il senso di comunità, non solo degli italiani, me delle imprese e degli imprendito­ri, in un’idea di cittadinan­za europea. Questa comunità deve

LA MISSION Boccia: creare ponti e non muri per rilanciare in Europa la questione industrial­e Meroni: facciamo sistema con le istituzion­i locali

porre all’attenzione dell’Europa la questione industrial­e. Occorre costruire ponti e non muri, un partenaria­to industrial­e per il cosviluppo», ha sottolinea­to Boccia. Dal 2007, quando la Bulgaria è entrata nella Ue, la crescita di imprese italiane è aumentata rapidament­e. Nel 2015 il dato record di nascita di aziende, 130, un trend positivo andato avanti quasi senza interruzio­ni dal 2007 grazie anche a una flat tax al 10% e a un costo del lavoro tra i più bassi d’Europa. In totale le imprese italiane attive in Bulgaria sono 6.757. Molte sono piccolissi­me, per questo l’indagine messa a punto da Confindust­ria Bulgaria ha individuat­o un campione di 677 (quelle con fatturato oltre i 200mila euro) e che rappresent­ano circa il 10% del Pil bulgaro. Le aziende made in Italy sono seconde (prime le tedesche) per profitti complessiv­i, terze per forza lavoro r

e quarte per numero totale di imprese (prima è la Grecia, secondo l’UK, terza la Russia). Tra i settori, al primo posto figura il terziario, tra commercio, nuove tecnologie, tlc, new media. Il manifattur­iero è secondo, ma è molto significat­ivo, specie nel calzaturie­ro, pelletteri­a e tessile.

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Confindust­ria. Maria Luisa Meroni

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