Per Cassa forense 2016 con un avanzo sopra un miliardo
I dati del bilancio
pBilancio in salute per Cassa forense con indici tutti positivi, un segnale rassicurante in vista della piena attuazione dell’allargamento delle prestazioni a 50mila nuovi iscritti a basso reddito (legge 247/2012) in vigore dal 2016.
L’esercizio 2016, approvato all’unanimità nei giorni scorsi dal Comitato dei delegati e reso pubblico ieri, parla di un avanzo pari a 1.011,194 milioni di euro, con un incremento dell’8,7% rispetto al 2015. È il risultato della differenza tra i costi complessivi (1.071 milioni di euro) e l’ammontare dei ricavi, due miliardi e 82 milioni.
Per quanto riguarda l’attività caratteristica, le entrate contributive nel 2016 sono state pari a 1.639 milioni, superando del 3,7% quelle dell’esercizio precedente, mentre le uscite per prestazioni previdenziali e assistenziali hanno toccato quota 864,6 milioni, con un incremento del 3,8% rispetto al 2015. Ciò si spiega con la circostanza che il 2016 è stato l’anno del debutto di varie novità in materia di welfare, novità previste nel nuovo Regolamento dell’assistenza.
Il patrimonio netto complessivo dell’ente comunque sale a 10 miliardi 244 milioni di euro e resta positivo anche il rendimento della gestione degli investimenti, pari a quasi il 2% valutando il portafoglio ai prezzi correnti di mercato.
L’esercizio appena chiuso contempla anche la piena attuazione dell’artic0lo 21 della legge 247/2012 (riforma forense), con l’iscrizione alla cassa obbligatoria per tutti gli iscritti agli albi, e la necessità per Cassa forense di offrire copertura previdenziale a tutti i nuovi iscritti, circa 50 mila avvocati a prescindere dai redditi prodotti: un cambiamento normativo destinato a incidere negli equilibri del conto economico a medio termine.
L’analisi dei dati di cassa vede crescere la presenza delle donne, ormai al 48% della popolazione professionale, che in alcune regioni è tra l’altro ormai maggiore rispetto a quella degli uomini. Maschi che comunque “conservano” un reddito più elevato, così come resta una sensibile differenza di reddito tra gli avvocati del nord - sopra la media nazionale - e i redditi degli avvocati del mezzogiorno. Sale infine anche il reddito medio degli avvocati nel 2015, più 2,2% rispetto al 2014, forse un segnale di fine della lunga fase di recessione.