Enel, l’effetto valutario spinge i ricavi Utili a 983 milioni
Il ceo Starace: «Confermiamo gli obiettivi di fine anno»
pEnel chiude il primo trimestre con ricavi in crescita dell’8,4% a 19,36 miliardi, principalmente per l’effetto della svalutazione dell’euro verso la gran parte delle valute dei paesi in cui il gruppo opera, per maggiori ricavi ai clienti finali e per maggiori attività di trading.
Sale anche l’utile netto del periodo, del 4,7 per cento, a 939 milioni, in buona parte per minori oneri finanziari legati soprattutto all’indebitamento netto. Quest’ultimo sale nel periodo: torna a quota 39,28 miliardi (contro 37,5 di fine 2016) per effetto dell’acquisizione della società brasiliana della distribuzione Celg, per il pagamento dell’acconto sul dividendo, effetto solo parzialmente compensata dall’incremento dei flussi di cassa operativa (12% rispetto allo stesso periodo del 2016). Scende invece di circa 1 miliardo il debito lordo, che si attesta a 50,4 miliardi, con una riduzione dell’8 per cento degli oneri finanziari (da 651 milioni d 598 milioni) che come detto sopra ha contribuito all’aumento dell’utile.
Segnano invece il passo i margini. L’Ebitda è sceso a 3,914 miliardi (-2,6%): tra le ragioni della flessione la riduzione dei margini in Iberia, «prevalentemente nella generazione, per effetto dell’acquisto di elettricità sul mercato spot a prezzi maggiori rispetto a quelli di vendita e del minore contributo delle fonti rinnovabili, nonchè del business retail». Ancora hanno pesato gli effetti delle variazioni del perimetro di consolidamento, che hanno inciso negativamente sui aree di business Europa (per la cessione di Slovenske Elektrarne) e del Nord America per il deconsolidamento di Egpna Rep. Questi effetti sono stati compensati da effetto cambi e plusvalenze perla cessione di Electrogas in Cile. Si riduce anche l’Ebitda generato dal settore delle rinnovabili, fino a qualche tempo fa driver della crescita del gruppo: la flessione registrata nel periodo è pari al 10 per cento, da 1,044 miliardi a 932 milioni.
«I risultati del primo trimestre del 2017 hanno registrato progressi significativi con un utile netto ordinario in aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nonostante un Ebitda in calo - ha commentato Francesco Starace, ad del gruppo -. I primi tre mesi di quest’anno hanno, inoltre, confermato la validità dei nostri piani di efficienza e dei nostri sforzi per incrementare i flussi di cassa a sostegno degli investimenti destinati alla crescita. L’andamento dei risultati del trimestre ci rende fiduciosi della efficacia delle azioni intraprese, in linea con la nostra strategia, la cui flessibilità intrinseca ci consente di adattarla alla complessità degli scenari in cui ci muoviamo e ci permetterà di continuare a creare valore per i nostri stakeholders. Continueremo ad impegnarci a fondo in questa direzione e confermiamo i nostri obiettivi di fine anno».
In occasione della conference call con gli analisti il direttore finanziario Alberto De Paoli è stato incalzato su temi di attualità come lo slittamento di un anno dell’abolizione della tariffa della maggior tutela, ma anche sulla decisione di giovedì scorso dell’Antitrust di aprire un’istruttoria per abuso di posizione di mercato a carico di Enel, A2A, e Acea perchè fanno perno sui dati anagrafici e di fatturazione in possesso delle proprie società di distribuzione per spingere il passaggio dei clienti nella fascia di maggior tutela al libero mercato gestito dalla proprie società di vendita di energia.
Sullo slittamento De Paoli ha spiegato che lo slittamento « avrà per Enel un impatto neutrale» e che l’obiettivo più volte dichiarato dalla società è quello garantire la stabilità dei propri margini. De Paoli ha spiegato il rinvio con la necessità di rispettare le esigenze dei 23 milioni di clienti che ancora non hanno fatto una scelta, anche perchè «l’alternativa della tutela simile non sta dando i risultati attesi». Nella sostanza, viene lasciato più tempo a quei clienti per decidere e nel frattempo per trovare una soluzione per chi non si vuole muovere. Secondo l’Antitrust i comportamenti delle tre utility che, in alcuni casi, starebbero spingendo il proprio parco clienti della maggior tutela verso il libero mercato gestito dalle proprie società, nascerebbero dal fatto che si starebbe ragionando su criteri concorrenziali per redistribuire i clienti che non avevano scelto di cambiare, quando sino a poco tempo fa si riteneva che sarebbero rimasti presso l’operatore con il quale erano in origine.
De Paoli si è inoltre soffermato sul documento sulla Strategia energetica nazionale, varato dal governo nei giorni scorsi, e ora posto in consultazione. «È davvero molto recente e presto per dare una valutazione ma ad una prima lettura sull’impianto in generale - ha detto - per noi la visione è abbastanza positiva. È in linea con la nostra visione strategica sulle rinnovabili e il capacity payment». Dopo la diffusione dei dati, il titolo Enel è rimasto stazionario a piazza Affari (4,53 euro).