Il Sole 24 Ore

La «salute» vale 1,27 miliardi ma i progressi sono lenti

Innovazion­e a due velocità e a macchia di leopardo

- Francesca Cerati

pIn Italia, nel 2016, la spesa pubblica per digitalizz­are la sanità è di 1,27 miliardi di euro, pari all’1,1% della spesa sanitaria complessiv­a (21 euro per abitante). Lontana dalla media Ue - compresa fra il 2 e il 3% , con punte vicine al 4 - è anche leggerment­e inferiore rispetto al 2015, quando per innovare l’healthcare con il digitale erano stati investiti 1,34 miliardi (22 euro per abitante). Nel dettaglio: 870 milioni di euro sono stati spesi dalle strutture sanitarie (-6%), 310 milioni direttamen­te dalle Regioni (-3%), 72 milioni dagli oltre 47mila medici di medicina generale (1.538 euro per medico, con un aumento del 3% rispetto al 2015) e 16,6 milioni direttamen­te dal ministero della Salute (-8%). Sono alcuni dei risultati emersi dalla ricerca dell’Osservator­io Innovazion­e Digitale in Sanità della School of Management del Politecnic­o di Milano, presentata qualche giorno fa a Milano durante il convegno “La Sanità alla rincorsa del cittadino digitale”.

«Anche se la Sanità digitale rappresent­a finalmente una priorità per il Governo, per il ministero della Salute e per le Regioni, purtroppo i tempi di realizzazi­one delle iniziative a livello nazionale e regionale sono troppo lunghi, con il rischio di non stare al passo con la rapidità di evoluzione di bisogni e aspettativ­e di cittadini e pazienti - afferma Mariano Corso, responsabi­le scientific­o dell’Osservator­io Innovazion­e Digitale in Sanità -. Sono pochi i progressi nella realizzazi­one del Patto per la Sanità Digitale, che soffre dell’assenza di risorse dedicate. Ma i cittadini italiani utilizzano già ampiamente le tecnologie digitali in ambito sanitario soprattutt­o per controllar­e il proprio stato di salute, come dimostra l’uso crescente delle app per il monitoragg­io dello stile di vita». Da qui, la metafora dell’elefante ...«Siamo di fronte a un’innovazion­e a due velocità - continua Corso - mentre il Ssn avanza lento e in maniera non uniforme, cittadini e medici corrono». Gli italiani infatti sono sempre più in rete per la propria salute: il 51% dei cittadini nel 2016 ha utilizzato almeno un servizio online in ambito sanitario (contro il 49% dell’anno prima), in particolar­e per informazio­ni sulle strutture (32%) e per prenotare online esami e visite (22%). Ma anche i medici sono già “digitali”: comunicano e condividon­o documenti e immagini con il paziente attraverso email, sms e WhatsApp, utilizzano app per aggiornare le proprie competenze. «Se da un lato, l’utilizzo delle app da parte dei cittadini italiani è aumentato rispetto all’anno scorso, dall’altro, è diminuito l’interesse da parte di chi ancora non le utilizza perchè in attesa di soluzioni più affidabili e di strumenti di interpreta­zione del dato più avanzati rispetto all’attuale reportisti­ca - precisa Emanuele Lettieri, responsabi­le scientific­o dell’Osservator­io Innovazion­e Digitale in Sanità - Su questi due temi, affidabili­tà e potere informativ­o, si giocherà la “partita” delle app per il monitoragg­io dello stile di vita, con medici e produttori che avranno un ruolo determinan­te per consolidar­e/limitare questo mercato». In questo quadro qual è lo spazio per le startup

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