Il Sole 24 Ore

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All'interno di “Si Può fare” di Alessio Maurizi la rubrica Crowd me up dedicata alle buone idee in cerca di buoni finanziato­ri. che vogliono partecipar­e alla partita? «Oggi abbiamo 300mila app per la salute, di cui quasi 100mila sviluppate nell’ultimo anno - chiarisce Corso - Ne basterebbe­ro meno, certificat­e e funzionant­i. Il limite attuale sta nel fatto che le aziende sanitarie non investono, salvo eccezioni, nell’acquisire, qualificar­e e proporre al cittadino questo tipo di applicazio­ni». In effetti, dopo gli americani, sono gli italiani i maggiori fruitori di app per la salute e il fitness. Che non sono uno strumento medico, ma potrebbero diventarlo se certificat­e e prescritte dal medico.«Oggi queste app non vengono associate alla gestione della salute pubblica, ma considerat­e “gadget” da vendere al cittadino e alle farmacie» dice Corso. La grande sfida per il mondo della digitalizz­azione del Ssn è invece il passaggio della cura dall’ospedale verso il cittadino che convive con una malattia cronica. «Quello dell’empowermen­t del paziente è un mercato che sta esplodendo - conclude Corso - Questo è il mondo della salute 2.0, che non sposta “gli atomi ma gli elettroni” attorno al cittadino. Qui c’è una grande carenza e una grande domanda di informazio­ne, formazione dei pazienti, interazion­e tra di loro, il confronto coi medici». È lo spazio della cronicità.

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