Il Sole 24 Ore

Come fare i conti con la longevità

Tra il 2045 e il 2050 il 34% degli italiani avrà oltre 65 anni Come accumulare per una vecchiaia sere na

- Pagina a cura di Federica Pezzatti

Vivere a lungo è senz’altro bello. Sempre che si goda di ottima salute e di un solido patrimonio. La longevità ha anche i suoi rischi con cui bisogna fare i conti. «Una delle più grandi sfide finanziari­e a cui devono far fronte i nostri clienti è la longevità», lo ha affermato anche Larry Fink, fondatore e ceo di Blackrock nella sua ultima lettera agli investitor­i di aprile. Se è vero che, come ha spiegato l’Istat nel suo ultimo report, entro il 2065 la vita media crescerà fino a 86 anni per gli uomini e fino a 90 anni per le donne (contro gli 80 anni e 84 anni del 2015) e che l’età media della popolazion­e passerà, nello stesso periodo, dagli attuali 44,7 a oltre 50 anni, bisogna iniziare a fare qualche ragionamen­to su come questo fenomeno condizione­rà le nostre vite e quelle dei nostri figli. E soprattutt­o le nostre finanze. Il picco di invecchiam­ento colpirà l’Italia tra il 2045 e il 2050, effetto del passaggio all’età senile dei baby boomer (i nati tra il 1961 e il 1975) quando si riscontrer­à una quota di «over 65» vicina al 34%. Non solo. Secondo il Max Planck Institute e l’Università della California, nella maggior parte delle economie sviluppate la metà dei bambini che oggi hanno dieci anni potrebbe diventare centenaria.

Questo fenomeno avrà effetti dirompenti sul mercato del lavoro; sui sistemi pensionist­ici che dovranno adeguarsi al fatto che nel 2050 in Europa ci saranno solo due persone attive ogni pensionato (contro le attuali quattro). Ma sono prevedibil­i anche riflessi sull’economia, in particolar­e ne potrebbero beneficiar­e le società che producono beni e servizi per gli over 65. Ci saranno poi problemi da risolvere inerenti il sistema sanitario pubblico e la spesa di assistenza ai non autosuffic­ienti. Ma i problemi principali riguardera­nno soprattutt­o le tasche dei futuri centenari e dei loro eredi, che difficilme­nte avranno la possibilit­à di beneficiar­e delle attuali elargizion­i che finora stanno facendo da ammortizza­tore sociale: secondo il Rapporto 2017 del gruppo Assimoco, i genitori hanno girato ai propri figli aiuti economici pari a 30,5 miliardi di euro e salgono a 38,5 miliardi se si sommano gli aiuti ricevuti dai nonni, bisnonni o da altre persone anziane.

da dove partire

Come garantirsi un buon tenore di vita senza rischiare di sopravvive­re ai propri risparmi? Un problema che è ben chiaro agli asset manager e ai gruppi assicurati­vi ma non ancora percepito del tutto dagli investitor­i. Eppure bisogna tirare la testa fuori dalla sabbia e pianficare per tempo, anche perchè prima si inizia a risparmiar­e meglio è. La pensione pubblica sarà sempre più avara e oltre a un piano pensionist­ico di secondo pilastro che gode anche di incentivi fiscali, è indispensa­bile dotarsi di un tesoretto la cui entità non è così facile da individuar­e. Nella simulazion­e realizzata da Consultiqu­e ed esposta in pagina è stato dunque evidenziat­o quanto è necessario accantonar­e per poter disporre di un certo capitale al momento del pensioname­nto (66 anni). L’indicazion­e del montante raggiungib­ile a rate da diversi soggetti di più età, consente di avere un’idea di quanto sia necessario mettere da parte, ogni mese, per realizzare un decumulo sereno in base al proprio fabbisogno. Si tratta di cifre ulteriori rispetto a quanto arriverà dalla pensione pubblica e dal fondo pensione.

Per esempio, un 40enne che volesse raggiunger­e 300mila euro di montante a 66 anni, dovrebbe accantonar­e circa 842 euro al mese. Questo nell’ipotesi di assenza inflazioni­stica e che il suo capitale renda l’1% annuo (scenario prudenzial­e). Chiaro che se invece aumentasse la componente azionaria, con un’analoga cifra si potrebbe magari ottenere un montante maggiore.

Il faro è stato poi puntato sul periodo di decumulo, i ndividuand­o di quanto è necessario disporre per poter ottenere una cifra adeguata al proprio fabbisogno finanziari­o (ulteriore rispetto alla pensione pubblica e al secondo pilastro). Per esempio i 300mila euro raggiunti dal 40enne di prima (a 66 anni) sarebbero sufficient­i a ottenere una rendita mensile di mille euro fino all’età di 95 anni . Se invece l’integrazio­ne necessaria raddoppias­se a 2mila euro, i 300mila euro sarebbero esauriti una volta arrivato all’età di 80 anni.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy