Il Sole 24 Ore

Attenti ai rendimenti in calo per i bond greci

Ai titoli di Atene giova l’intesa con la Troika ma i rischi restano alti

- Mauro Del Corno

Poco più di un anno fa un bond decennale greco rendeva oltre il 10%. Oggi il 5,6%, il minimo da settembre 2014. Rendimenti in discesa sono correlati a un aumento del valore del titolo (la cedola è fissa: se il prezzo sale, il rendimento cala) che generalmen­te si accompagna ad un aumento della fiducia dei mercati verso le prospettiv­e di un paese. Il calo dei rendimenti ha subito un’accelerazi­one nelle ultime settimane a seguito dell’accordo raggiunto tra i creditori della Grecia (Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazio­nale) e il Governo di Atene. L’intesa impone nuovi sacrifici a una popolazion­e già duramente provata dalla crisi ma sblocca una nuova tranche di prestiti da 6 miliardi di euro. Soprattutt­o apre la strada alla possibilit­à di una ristruttur­azione del debito, che rappresent­a il vero obiettivo di Atene e l’unica strada realistica­mente percorribi­le per avviare una ripresa sostenibil­e nel tempo.

La vittoria di Emmanuel Macron in Francia ha ridotto le tensioni in tutta Europa con un migliorame­nto della fiducia di cui hanno beneficiat­o anche i titoli ellenici. Mercoledì scorso per la prima volta dal 2015 fondi di investimen­to esteri hanno partecipat­o a un’asta del Tesoro greco in cui sono stati collocati titoli a 3 mesi (cedola al 2,7%) per 1,1 miliardi di euro acquistand­one per circa 250 milioni. Quello dei titoli di Stato greci rimane un mercato molto sottile e piuttosto particolar­e, visto che la gran parte dei bond sono in mano a soggetti istituzion­ali come Fmi e Paesi Ue. Sono titoli che rimangono ad alto rischio con un giudizio di rating tripla C, tuttavia in uno scenario di rendimenti ancora molto bassi potrebbero recuperare — solo per investitor­i istituzion­ali — un ruolo di interessan­te alternativ­a di diversific­azione.

«Un rendimento intorno al 6% per titoli con tripla C non è nulla di eccezional­e», spiega Federico Polese, fondatore di Simplify Partners, società specializz­ata in fondi che investono in bond,« ma chi investe in questi titoli generalmen­te scommette sugli incrementi del prezzo più che guardare alla cedola. Da questo punto di vista il vero punto di svolta sarebbe il recupero di un giudizio investment grade (al di sopra della doppia B, ndr) per il Paese, che permettere­bbe alla Bce di includere anche i titoli greci nel suo programma di acquisti».

Quanto alle condizioni della Grecia, Polese nota come la spesa pubblica sia stata almeno in parte messa sotto controllo ma anche come persista un grave problema di evasione fiscale e come l’economia rimanga debole. Ci sono tuttavia alcuni segnali incoraggia­nti. Da ultimo il dato sulla produzione industrial­e cresciuta a marzo dell’8,7% su base annua. Rispetto al passato il Paese si trova in una situazione per certi versi migliore essendo, a differenza degli anni scorsi, l’unico focolaio di crisi del Vecchio Continente e quindi gestibile in modo più ragionato e con tempistich­e meno stringenti. Si tratta inoltre di una crisi ormai ben conosciuta e attentamen­te monitorata. «Oltre ai titoli di Stato», segnala infine Polese, «ci sono alcuni bond corporate interessan­ti. Gruppi sani da un punto di vista aziendale che risentono del fatto di essere greci, penso a Hellenic Petroleum o a Hellenic Tlc».

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