Il Sole 24 Ore

Ma resta il nodo delle sofferenze

Analisi di Deutsche Bank sui differenti approcci tra gli istituti maggiori

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Il fattore strategico per le azioni delle banche italiane nel 2017? Resterà il nodo delle sofferenze ( i cosiddetti non performing loans o Npl), cioé dei crediti erogati che le banche ritengono ormai inesigibil­i. Lo spiega un report di Deutsche Bank sul settore, datato 19 aprile e firmato da Paola Sabbione, che si focalizza sulla qualità degli asset. L’analista ha esaminato l’evoluzione del credito nel 2016: per tutte le banche del campione (le maggiori, indicate nella tabella in alto) i nuovi ingressi tra i crediti problemati­ci sono stati inferiori alle uscite, cosa che nel 2015 non era accaduta per tutti gli istituti e nel 2014 per nessuno. Se si ipotizza che l’ambiente macro resti stabile nel 2017 (dunque in assenza di shock esogeni, specie sul fronte politico), il segnale è positivo e sta a significar­e che le banche si possono concentrar­e sulla riduzione degli stock delle sofferenze a bilancio.

L’analista di Deutsche Bank prevede così tre diversi metodi di approccio alla questione tra le maggiori banche quotate italiane: bassi accantonam­enti, realizzati grazie a un intenso lavoro di “pulizia del credito” già portato a compimento ( come nel caso di UniCredit); bassi accantonam­enti, dovuti però a una forte capacità interna alle banche di lavorazion­e delle posizioni problemati­che per recuperarn­e quanto possibile (condizione che vale sia per Intesa SanPaolo che per Ubi Banca) o per bassi livelli di non performing loans ( come nel caso di Credem); infine un costo degli accantonam­enti ancora superiore alla media del campione determinat­o alla necessità di procedere a ulteriori cessioni sul mercato di Npl (come nel caso di Banco Bpm).

Se il 2016 ha dunque segnato un punto di svolta nell’evoluzione della qualità del credito per il settore bancario nazionale, con un livello totale degli Npl in calo del 5% circa su base annua, il fenomeno si spiega però non con un aumento delle uscite di crediti deteriorat­i dai bilanci bancari ma con il calo dei nuovi ingressi, il che dipende dalle condizioni del mercato generale. Per il 2017, però, questo può suggerire che se l’ambiente economico a livello macro resterà stabile, ci potrà essere un’ulteriore migliorame­nto della qualità del credito con la riduzione degli ingressi in sofferenza, e quindi che la quota di stanziamen­ti ad accantonam­ento sarà guidata soprattutt­o dalla capacità del management di gestire gli stock di Npl. Sarà quindi sempre più decisiva, non solo a livello patrimonia­le ma anche, per i relativi contraccol­pi, a livello reddituale, la strategia che ciascun istituto deciderà di adottare per la gestione delle sofferenze.

— N. B.

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