Trader a bassa frequenza
Indagine Itforum: appena il 17% degli interpellati fa più di 200 eseguiti In netto calo gli scalper
L’immagine dei trader “smanettoni”, che fanno decine e decine di operazioni al giorno sui mercati, è sempre più sbiadita. L’indagine periodica sul trading che verrà presentata giovedì prossimo in occasione della diciottesima edizione di Itforum, in programma a Rimini il 18 e 19 maggio, conferma un settore vitale ma in evoluzione. I mercati sono sempre più difficili da decifrare e l’universo dei trader in questi anni ha saputo adattarsi alle mutate condizioni senza trascurare il ruolo sempre più importante della tecnologia.
«Il 49%, poco meno della metà del campione - spiega Anna Ponziani, analista e curatrice dell’indagine ItForum - si considera trader di fatto o potenziale o scalper. Ma se consideriamo l’operatività sui mercati finanziari, solo il 17% del campione, poco meno di un terzo di quanti si dichiaravano trader, dichiara di aver effettuato più di 200 operazioni nel trimestre. E poco più di 3 operazioni al giorno – le 200 trimestrali- sono un indicatore minimale per quelli che la letteratura considera classici trader».
Il campione è pertanto costituito soprattutto da investitori molto attivi e informati che operano sui mercati finanziari con approccio professionale. Sotto i riflettori finisce anche l’attivita di scalping, ovvero coloro che fanno moltissime operazione di trading all’interno di una stessa seduta. «Gli scalper - continua Ponziani - tendono a ridursi, forse per effetto della crescente diffu- sione dei sistemi automatici di trading. Quando non esistevano questi sistemi gli scalper, con decine di operazioni al giorno, riuscivano a guadagnare, speculando anche pochi euro ad operazione; oggi è sempre più difficile competere con la velocità dei sistemi automatici e questo tipo di operatività tende a diminuire».
Un altro aspetto, che si coniuga con quanto detto precedentemente, è il fatto che nei primi mesi del 2017 il campione interpellato nel corso dell’indagine ha ridotto di ben 5 punti percentuali, rispetto all’anno scorso, gli investimenti i n strumenti finanziari a breve termine. L’obiettivo è quello di massimizzare i profitti uscendo da logiche di tempo troppo strette. I fattori più importanti per il successo sui mercati vengono identificati nella corretta analisi di mercato e nella strategia: per fare trading non si può improvvisare, è necessario studiare e conoscere i meccanismi di funzionamento di mercato. Non è un caso infatti che la maggioranza delle persone che si avvicina a questa attività spesso abbandona per gli errori commessi.
Tra gli aspetti più curiosi dell’indagine di ItForum c’è sicuramente quella dei guadagni: il 73% degli interpellati ha dichiarato di avere avuto profitti nei primi mesi del 2017, un dato che è quasi il doppio rispetto alla rilevazione dello scorso anno. «La percentuale - continua Ponziani - appare oggettivamente molto elevata e probabilmente nasconde la difficile percezione dei guadagni reali. Più della metà di coloro che affermano di avere guadagnato dichiara infatti di aver incassato profitti compresi tra l’1 e il 5% del proprio patrimonio ed è proprio su questo terreno che una non completa considerazione dei calcoli commissionali potrebbe far percepire in maniera distorta la reale portata dei guadagni».