Intanto aumenta il contenzioso con i clienti
I dati dell’Arbitro fianziario e degli esposti del 2016 evidenziano le criticità
Mentre la normativa interna e comunitaria si sforza di convergere su più alti standard di protezione degli investitori e di trasparenza nei rapporti con gli intermediari, i rapporti tra clienti e interlocutori finanziari si va facendo sempre più teso. Nella discorso che il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, ha tenuto al mercato lunedì di questa settimana, è stato citato l’avvio dell’arbitro per le controversi finanziarie, istituito dalla Consob agli inizi di gennaio di quest’anno. Il giorno della presentazione era stato detto da fonti Consob che il numero di ricorsi già arrivati era 617. Il risultato, ottenuto nel giro di pochi mesi indica la necessità di un organo chiamato a decidere i contrasti tra le due parti dei servizi finanziari.
Tuttavia il dato eclatante, non è solo quello dei ricorsi avvenuti nel 2017, ma anche quello dei reclami arrivati alla Consob nel 2016, quasi triplicati rispetto al 2015. I numeri parlano chiaro: gli esposti pervenuti nel 2014 erano stati 1.506, nel 2015 1.762, nel 2016 sono stati 4.354. È probabile che con lo strumento dell’Acf il numero di esposti quest’anno diminuisca, ma i due dati comunque confermano una situazione critica.
La differenza tra gli esposti e i ricorsi è fondamentale: i primi segnalano una disfunzione alla Consob, ma non è detto che a seguito della segnalazione si arrivi necessariamente alla risoluzione del caso specifico; per i ricorsi si chiama l’Arbitro a pronunciarsi esattamente sulla questione che vede opposti intermediari e clienti. Quindi ora che c’è lo strumento per vedere risolta la propria vicenda in modo rapido e gratuito (si ricorda che per i clienti - che sono gli unici che possono rivolgersi all’Acf - il ricorso non comporta costi), è verosimile che ci sia uno spostamento dall’utilizzo degli esposti alla modalità del ricorso.
Una previsione che pare facile da confermare anche alla luce degli argomenti e degli interlocutori che sono stati segnalati all’Authority. Innanzitutto è cresciuta la percentuale di esposti procedibili, che sono arrivati al 90 per cento. La parte del leone è rappresentata da quelli relativi alle banche (più di tremila) e la relazione Consob spiega che l’incremento «è riconducibile principalmente alle vicende che hanno riguardato i quattro istituti di credito sottoposti alla procedura di liquidazione coatta amministrativa (Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca delle Marche e Cassa di Risparmio di Chieti), con la conseguente adozione dei provvedimenti di svalutazione delle azioni e delle obbligazioni subordinate». Ci sono state poi molte segnalazioni rispetto a Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (su queste banche si appunta circa un terzo dei ricorsi all’Acf). Sempre la relazione segnala che sono in aumento gli esposti riguardanti soggetti non autorizzati coinvolti in istruttorie di abusivismo (+35 per cento rispetto al 2015) e le imprese comunitarie senza succursale (+128 per cento rispetto al 2015), confermando un trend già osservato in passato. Ultima notazione: «Nel 2016, in controtendenza rispetto all’anno precedente, è cresciuto anche il numero degli esposti riferiti a società di gestione collettiva del risparmio (+60 per cento) e a consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede (già promotori finanziari, più 48 per cento).
— An.Cr.