Il Sole 24 Ore

Sa le la propension­e al rischio

- di Francesco Paglianisi

Le elezioni francesi del 7 maggio chiudono un periodo, iniziato con la crisi greca del 2015, in cui la politica ha condiziona­to fortemente il valore degli asset finanziari. Le elezioni tedesche non sono percepite come un problema e se la Francia non ha rotto il sistema Europa oggi, difficilme­nte lo potrà fare l’Italia nel 2018. La novità nello scenario è che non avremo a che fare con la variabile politica per molto tempo. La prima conseguenz­a sarà una ritrovata propension­e al rischio verso gli asset europei. Lo spread BTp-Bund dovrebbe stabilizza­rsi al di sotto di quota 200 punti base e puntare verso quota 160. In quanto alla direzione dei rendimenti tendenzial­mente si dovrebbero spostare verso l’alto. Il Bund potrebbe avvicinars­i alla forte resistenza di quota 0,50%, senza sfondarla, almeno per il momento. Lo scenario di riferiment­o ha perso smalto, il Pil Usa è allo 0,7% per il primo trimestre e questo rende prudenti i venditori di tasso fisso. Di contro anche i player rialzisti di tasso fisso non riescono a spingere il piede sull’accelerato­re. Fa testo, sia la bias della Yellen, che indica come transitori­a la debole crescita Usa, sia la stima, da parte della Fed d’Atlanta, di un Pil di oltre il 4% per il mese di maggio. Queste ultime due variabili sono sufficient­i a mantenere vive le aspettativ­e su una ripresa dell’economia e proiettano verso il futuro le tendenze individuat­e sugli asset negli ultimi mesi: azionario in acquisto ed obbligazio­nario in vendita.

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