Sa le la propensione al rischio
Le elezioni francesi del 7 maggio chiudono un periodo, iniziato con la crisi greca del 2015, in cui la politica ha condizionato fortemente il valore degli asset finanziari. Le elezioni tedesche non sono percepite come un problema e se la Francia non ha rotto il sistema Europa oggi, difficilmente lo potrà fare l’Italia nel 2018. La novità nello scenario è che non avremo a che fare con la variabile politica per molto tempo. La prima conseguenza sarà una ritrovata propensione al rischio verso gli asset europei. Lo spread BTp-Bund dovrebbe stabilizzarsi al di sotto di quota 200 punti base e puntare verso quota 160. In quanto alla direzione dei rendimenti tendenzialmente si dovrebbero spostare verso l’alto. Il Bund potrebbe avvicinarsi alla forte resistenza di quota 0,50%, senza sfondarla, almeno per il momento. Lo scenario di riferimento ha perso smalto, il Pil Usa è allo 0,7% per il primo trimestre e questo rende prudenti i venditori di tasso fisso. Di contro anche i player rialzisti di tasso fisso non riescono a spingere il piede sull’acceleratore. Fa testo, sia la bias della Yellen, che indica come transitoria la debole crescita Usa, sia la stima, da parte della Fed d’Atlanta, di un Pil di oltre il 4% per il mese di maggio. Queste ultime due variabili sono sufficienti a mantenere vive le aspettative su una ripresa dell’economia e proiettano verso il futuro le tendenze individuate sugli asset negli ultimi mesi: azionario in acquisto ed obbligazionario in vendita.