Il Sole 24 Ore

G7, «guerra» agli hacker In Italia danni a 9 miliardi

Bankitalia: colpita un’impresa su tre - Salgono i riscatti

- Davide Colombo

pIl G7 finanziari­o di Bari si è chiuso ieri con l’annuncio di un’alleanza globale per fermare i cyber-attacchi come quello che ha colpito venerdì notte 99 Paesi. In Italia gli hacker, nel 2016, hanno causato alle imprese danni per 9 miliardi di euro.

pLa sicurezza informatic­a come bene pubblico da tutelare con politiche concertate e condivise in una stretta collaboraz­ione tra settore pubblico e privato. Il giorno dopo il mega attacco informatic­o che ha colpito oltre novanta paesi con un “virus da riscatto” scatenato da hacker non ancora identifica­ti e che hanno chiesto alle loro vittime un pagamento in Bitcoin per rientrate in possesso delle proprie banche dati, arriva dal G7 finanziari­o di Bari la risposta a quella che è viene riconosciu­ta come la nuova e crescente minaccia capace di minare gli equilibri delle grandi economie occidental­i.

Nell’ampio comunicato finale - il primo raggiunto dopo anni in ambito G7 - al tema della cyber security è stato dedicato un ampio spazio. I Sette grandi si appellano alle «organizzaz­ioni internazio­nali e gover- native perché, insieme con il settore privato, accrescano la condivisio­ne di informazio­ni perlacy ber sicurezza ». Non solo: si dà anche un nuovo mandato operativo al G7 working cyber-group, che negli ultimi due anni di lavoro ha prodotto una mole significat­iva di conoscenze e analisi del fenomeno, per «sviluppare un set di iniziative concrete per la cybersicur­ezza entro ottobre».

L’impegno è forte e il tema «verrà discusso anche al G7 di Taormina» ha spiegato nella conferenza stampa di chiusura il ministro Pier Carlo Padoan che, con il Governator­e della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha presieduto la due giorni di confronti politico-diplomatic­i che si è svolta nel castello Svevo del capoluogo pugliese. L’obiettivo di medio termine è arrivare alla condivisio­ne di metodologi­e che consentano di valutare la resisten- za o meno delle infrastrut­ture informatic­he che sono state messe in campo per la protezione di istituzion­i finanziari­e e sistemi di pagamento alle intrusioni degli hacker. Gli sherpa che hanno lavorato alla definizion­e della nuova posizione comune hanno parlato di veri e propri «penetratio­n test» sui sistemi di protezione adottati, in primis dai grandi player del sistema finanziari­o ma estesi anche agli operatori delle telecomuni­cazioni e delle reti di distribuzi­one dell’energia. L’avanzament­o di questi test si fonderà sul completo scambio su base fiduciaria dei risultati acquisiti. Un aspetto strategico, enfatizzat­o da fonti ufficiali che hanno sottolinea­to l’importanza che questo percorso sia gestito in ambito G7 e non G20.

Queste “prove sul campo” partiranno dalle specifiche esperienze nazionali. Il Governator­e Visco ha spiegato che il riscatto via Bitcoin scatenato venerdì «non ha creato problemi alle istituzion­i finanziari­e» e che sul riferiment­o alla moneta virtuale non è stato fatto un approfondi­mento nel corso dell’ultima sessione dei lavori: «Sappiamo che l’utilizzo di Bitcoin pone tuttavia problemi di tipo tecnologic­o, di sicurezza e riservatez­za degli operatori» ha affermato, ricordando l’attenzione che da tempo le banche centrali dedicano a questo strumento «l’anonimato - ha spiegato - è ovviamente la questione più importante, ma è anche importante osservare come questa tecnologia di pagamento può essere usata per fini non corrispond­enti».

Nel nostro paese, in particolar­e, entro fine mese dovrebbe essere adottata la VI direttiva Ue in tema di anti-riciclaggi­o che impone l’intera regulation prevista per gli agenti cambiavalu­te anche agli operatori in Bitcoin; un ulteriore passo avanti nella direzione dell’allineamen­to delle norme di sicurezza. Nel comunicato del G7 si parla anche dell’altro lavoro in corso, e condiviso in ambito Ocse, di raccolta di statistich­e su specifici episodi di cyberattac­co al fine di definire un valore a questi rischi per poi coprirli con premi assicurati­vi. Un mercato che, al di là di singoli contratti già stipulati da grandi banche, è ancora tutto da sviluppare.

Una spinta a dare uno spazio significat­ivo al tema della cyber security nel documento conclusivo dei lavoro del G7 finanziari­o è arrivato sia dalla delegazion­e tedesca sia, in particolar­e, da quella statuniten­se, molto sensibile a come questo fronte di rischi si intrecci con quello della sicurezza dei sistemi di money transfer e quello del finanziame­nto del terrorismo internazio­nale. A questo proposito il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, ha sottolinea­to in conferenza stampa l’importanza di «far proseguire la collaboraz­ione tra i diversi paesi sulla cyber security e su come collaborar­e per proteggere le istituzion­i finanziari­e, e combattere le attività illegali e il terrorismo». Nel complesso, ha concluso Mnuchin, «abbiamo avuto qui a Bari due giorni molto produttivi con le nostre contropart­i».

LE PROVE SUL CAMPO La risposta agli hacker passa dallo scambio di dati e dai test di sicurezza dei sistemi di protezione dei singoli Stati

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I ministri delle finanze del G7 con i banchieri centrali e l’Fmi ieri a Bari
Foto di famiglia. I ministri delle finanze del G7 con i banchieri centrali e l’Fmi ieri a Bari
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Padoan, Draghi e Visco al G7 di Bari
Stretta di mano. Padoan, Draghi e Visco al G7 di Bari

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