DiaSorin punta ad ampliare il portafoglio dei test con il Dna
Rischio dazi Usa: per l’azienda addirittura un possibile vantaggio A fine del 2017 il gruppo stima i Capex compresi tra 40-45 milioni
Ampliare il portafoglio dei test di specialità nel settore della diagnostica molecolare. È una delle strategie di DiaSorin. Una mossa finalizzata a spingere il business. L’attività del gruppo biomedicale, a ben vedere, proprio di recente è stata caratterizzata, nel primo trimestre del 2017, da ricavi e redditività in aumento. Il fatturato si è assestato a 157,5 milioni (+ 26,5% rispetto allo stesso periodo del 2015). L’utile operativo, dal canto suo, è stato di 50 milioni a fronte dei 38,2 registrati un anno prima. Numeri in crescita, insomma. L’ampiezza dell’incremento, tuttavia, deve essere maneggiata cum grano salis. La comparazione dei dati reported tra i due trimestri è infatti poco significativa. Nel maggio del 2016, com è noto, DiaSorin ha acquisito Focus Diagnostics. Quest’ultima, di conseguenza, è consolidata nei numeri del periodo tra gennaio e marzo scorsi. Al contrario non è (ovviamente) considerata nel primo trimestre del 2016. Con il che l’unico raffronto che consente di comprendere il reale polso della situazione è quello a parità di perimetro. Ebbene, secondo quanto indica DiaSorin, la crescita «like for like» tra il primo quarter 2017 e quello del 2016 si assesta al 6,7%.
Ampliare il portafoglio dei test di specialità nel settore della diagnostica molecolare. È una delle strategie di DiaSorin. Una mossa, tra le altre, finalizzata a spingere il business.
L’attività del gruppo biomedicale, a ben vedere, proprio di recente è stata caratterizzata, nel primo trimestre del 2017, da ricavi e redditività in aumento. Il fatturato si è assestato a 157,5 milioni (+ 26,5% rispetto allo stesso periodo del 2015). L’utile operativo, dal canto suo, è stato di 50 milioni a fronte dei 38,2 registrati un anno prima. Insomma: i numeri sono in crescita. L’ampiezza dell’incremento, tuttavia, è da maneggiare cum grano salis. La comparazione dei dati reported tra i due trimestri è infatti poco significativa. Nel maggio del 2016 DiaSorin ha acquisito Focus Diagnostics. Quest’ultima, di conseguenza, è consolidata nei numeri del periodo tra gennaio e marzo scorsi. Al contrario non è considerata nel primo trimestre del 2016. Con il che il raffronto che consente di comprendere il reale polso della situazione è quello a parità di perimetro. Ebbene, secondo quanto indica DiaSorin, la crescita «like for like» tra il primo quarter 2017 e quello del 2016 si assesta al 6,7%. Ciò detto i singoli numeri, come sempre, raccontano parte della storia. In tal senso un angolo visuale utile è quello della dinamica storica del conto economico. Qui, sul fronte del fatturato, DiaSorin è passata da 244,6 milioni nel 2008 ai 569,3 dello scorso anno (+132,6%). Certo: l’andamento è influenzato da voci non ricorrenti o operazioni straordinarie. E, però, la traiettoria al rialzo del giro d’affari è delineata e caratterizza quasi ogni esercizio. Le eccezioni sono costituite dal 2012 e 2013: nel primo caso il fatturato è sceso a 433,7 milioni (erano stati 440 nel 2011) mentre nel secondo e rimasto di fatto invariato (434,8 milioni). Il trend, a ben vedere, è più o meno simile per la redditività. Nel 2008 l’utile operativo era di 70,8 milioni; lo scorso esercizio l’Ebit è risultato di 172,6 milioni. Vale a dire: in aumento del 143,78% rispetto a nove anni prima. È vero: nel 2012, 2013 e 2014 l’utile operativo è di anno in anno calato. E tuttavia l’Ebit margin è, sempre nel novennato, salito: dal 28,9% (2008) è passato al 30,3% (2016). Fin qui alcune valutazioni numeriche sul conto economico di DiaSorin: quali, però, le strategie di sviluppo aziendale? Una priorità è sfruttare l’acquisizione della statunitense Focus Diagnostics che, va ricordato, è attiva nella cosiddetta diagnostica molecolare. In tal senso, tra le altre cose, la multinazionale tascabile italiana punta, per l’appunto, ad ampliare il portafoglio dei test di specialità realizzati sul Dna. Oltre a ciò c’è, poi, la volontà di espandere geograficamente il business molecolare stesso. Focus Diagnostics, attualmente, genera la grande parte dei ricavi negli Stati Uniti. Ora, anche sfruttando il network di vendita di DiaSorin, l’obiettivo è crescere in Paesi quali ad esempio: l’Italia, la Germania, la Francia, la Spagna e la stessa Gran Bretagna. In Sud America, invece, il focus è sul Brasile. La strategia in oggetto, peraltro, farà leva anche sul «cross selling». Vale a dire: ai clienti dell’attività tradizionale del gruppo, l’immunodiagnostica, verranno offerti i test sul Dna; a quelli di Focus si proporranno i kit sull’immunodiagnostica stessa. Infine, seppure non meno rilevante, DiaSorin vuole sviluppare e migliorare la tecnologia del molecolare. Ma non è solo una questione di test con il Dna. Altro aspetto è la ripartizione geografica del fatturato di gruppo. Su questo fronte, al fine di limitare l’impatto delle operazioni straordinarie, l’analisi deve considerare i diversi completi esercizi. Ebbene: tra la fine del 2014 e il 31/12/2016 possono rilevarsi, in linea di massima, le seguenti dinamiche. Da una parte c’è la diminuzione dell’incidenza relativa dell’Europa-Africa la quale, però, rimane la principale area per fatturato del gruppo(nel primo trimestre del 2017 è comunque cresciuta del 6,7%). Dall’altra, invece, c’è l’incremento del peso relativo di Asia-Oceania e Nord America (che già nel 2016 beneficia dell’apporto di Focus Diagnostics). Ciò detto: si tratta, al netto dell’obiettivo di DiaSorin di crescere in valore assoluto su tutti i mercati, di andamenti che continueranno? Il gruppo indica che l’incremento dell’incidenza relativa degli Stati Uniti dovrebbe proseguire. Negli Usa il gruppo punta, nel breve periodo, ad espandere la base dei prodotti. Nel medio invece (2019) vuole, con la nuova più piccola piattaforma Liason Xs, «aggredire» i poliambulatori dei medici consorziati che offrono anche test diagnostici. Infine c’è il target di raggiungere, anche grazie alla partnership con Beckam Coulter Diagnostics, l’ok dell’authority per i suoi test diagnostici sulle epatiti e l’Hiv. L’obiettivo è lanciarli sul mercato nel 2020. A fronte di ciò, nel mediolungo periodo, il gruppo conferma il target di arrivare a generare circa il 50% dei ricavi proprio negli Usa. Al che, però, il risparmiatore esprime un dubbio: il presidente Donald Trump ha previsto l’imposizione di dazi all’importazione di beni. Un’ipotesi che, giocoforza, spinge ad avere dei timori sullo sviluppo negli Usa del gruppo. La società rigetta la preoccupazione. In primis, è l’indicazione, bisogna attendere i provvedimenti concreti. Inoltre: grande parte della produzione per il mercato locale è realizzata dagli stabilimenti Usa del gruppo. Quindi, afferma DiaSorin, l’eventuale impatto sarebbe limitato. Non solo. L’azienda ricorda che i dazi avrebbero, tra le altre cose, la finalità di finanziare il taglio delle tasse sugli utili aziendali. Se l’aliquota fiscale, come sembra, dovesse calare dal 35 al 15% il beneficio, in linea puramente teorica, potrebbe, secondo DiaSorin, essere intorno a 20 milioni di dollari l’anno. Al di là delle ipotesi, il gruppo dice che il combinato disposto delle iniziative potrebbe portare addirittura dei benefici. Il risparmiatore, però, obietta ulteriormente che, ad oggi, un concreto impatto dovrebbe arrivare dall’abolizione dell’Obamacare. DiaSorin non condivide la considerazione. Nel periodo in cui il programma è stato in vigore, sottolinea l’azienda, non c’è stato alcun significativo aumento dei sui volumi. Con il che, è l’indicazione, l’eventuale taglio dell’Obamacare sarebbe ininfluente. Quindi, conclude DiaSorin, non sussiste alcun problema particolare.
Dagli Usa alla Cina. Si tratta di un Paese che è previsto incrementare il suo peso sul business. Qui, a ben vedere, la strategia è articolata. Dapprima c’è la presenza, già concretizzata, nelle megalopoli (da Shangai a Pechino) nel comparto delle malattie infettive. Soprattutto, quelle pre-natali. Inoltre si punta al consolidamento del business negli ospedali di classe 2A e 2B delle città «medie». Poi va ricordata l’intesa con Beckman CoulterDiagnost ics. Qui il progetto prevede che i test di DiaSorin perl’ epatite Be Ce l’Hiv, con il proprio macchinario Liason Xl Las, siano distribuiti in connessione ai sistemi di automazione di Beckman. Infine, dal 2019, c’è l’obiettivo di raggiungere i piccoli poliambulatori delle zone rurali. Centri diagnostici che, attraverso intese con distributori locali, potranno essere dotati di macchinari di ridotte dimensioni (il Liason Xs). Tutto rose e fiori, insomma? La realtà è più complessa. Il risparmiatore ricorda che il Governo cinese sta ipotizzando, anche per i prodotti biomedicali, la norma che prevede un solo intermediario tra il produttore e il cliente finale (ospedale). Una situazione la quale, implicando il possibile consolidamento della distribuzione, può dare a quest’ultima un maggiore «power pricing» e quindi rendere più difficile lo sviluppo aziendale. DiaSorin non vede,in un simile scenario, particolari problematiche. In primis, è l’indicazione, la situazione è in via d’evoluzione. Quindi fare previsioni è difficile. Inoltre: da un lato ci potrà essere maggiore «power pricing», ma, dall’altro, i rapporti con la distribuzione dovranno giocoforza semplificarsi. In generale, comunque, la società si dice pronta a modificare il suo approccio commerciale. Infine l’Europa. L’area è considerata un mercato stabile e consolidato. Nel primo trimestre dell’anno, a livello organico, è cresciuta intorno al 6%. Anche qui, al di là della distribuzione del nuovo più piccolo macchinario Liason Xs (atteso nel 2019), uno tra i key driver saranno i test molecolari. Ciò detto: quali le prospettive sul 2017? DiaSorin stima, a tassi di cambio costanti e compresa Focus Diagnostics, il rialzo di ricavi e Mol intorno all’11%. Riguardo, invece, ai Capex il gruppo prevede un esborso tra 40-45 milioni.(vedere domanda a fianco)
SCENARIO Nel primo trimestre dell’esercizio dati in aumento rispetto ad un anno prima La Cina potrebbe modificare le norme sulla distribuzione: la società si dice pronta ad adeguare la struttura commerciale