Il Sole 24 Ore

DiaSorin punta ad ampliare il portafogli­o dei test con il Dna

Rischio dazi Usa: per l’azienda addirittur­a un possibile vantaggio A fine del 2017 il gruppo stima i Capex compresi tra 40-45 milioni

- di Vittorio Carlini

Ampliare il portafogli­o dei test di specialità nel settore della diagnostic­a molecolare. È una delle strategie di DiaSorin. Una mossa finalizzat­a a spingere il business. L’attività del gruppo biomedical­e, a ben vedere, proprio di recente è stata caratteriz­zata, nel primo trimestre del 2017, da ricavi e redditivit­à in aumento. Il fatturato si è assestato a 157,5 milioni (+ 26,5% rispetto allo stesso periodo del 2015). L’utile operativo, dal canto suo, è stato di 50 milioni a fronte dei 38,2 registrati un anno prima. Numeri in crescita, insomma. L’ampiezza dell’incremento, tuttavia, deve essere maneggiata cum grano salis. La comparazio­ne dei dati reported tra i due trimestri è infatti poco significat­iva. Nel maggio del 2016, com è noto, DiaSorin ha acquisito Focus Diagnostic­s. Quest’ultima, di conseguenz­a, è consolidat­a nei numeri del periodo tra gennaio e marzo scorsi. Al contrario non è (ovviamente) considerat­a nel primo trimestre del 2016. Con il che l’unico raffronto che consente di comprender­e il reale polso della situazione è quello a parità di perimetro. Ebbene, secondo quanto indica DiaSorin, la crescita «like for like» tra il primo quarter 2017 e quello del 2016 si assesta al 6,7%.

Ampliare il portafogli­o dei test di specialità nel settore della diagnostic­a molecolare. È una delle strategie di DiaSorin. Una mossa, tra le altre, finalizzat­a a spingere il business.

L’attività del gruppo biomedical­e, a ben vedere, proprio di recente è stata caratteriz­zata, nel primo trimestre del 2017, da ricavi e redditivit­à in aumento. Il fatturato si è assestato a 157,5 milioni (+ 26,5% rispetto allo stesso periodo del 2015). L’utile operativo, dal canto suo, è stato di 50 milioni a fronte dei 38,2 registrati un anno prima. Insomma: i numeri sono in crescita. L’ampiezza dell’incremento, tuttavia, è da maneggiare cum grano salis. La comparazio­ne dei dati reported tra i due trimestri è infatti poco significat­iva. Nel maggio del 2016 DiaSorin ha acquisito Focus Diagnostic­s. Quest’ultima, di conseguenz­a, è consolidat­a nei numeri del periodo tra gennaio e marzo scorsi. Al contrario non è considerat­a nel primo trimestre del 2016. Con il che il raffronto che consente di comprender­e il reale polso della situazione è quello a parità di perimetro. Ebbene, secondo quanto indica DiaSorin, la crescita «like for like» tra il primo quarter 2017 e quello del 2016 si assesta al 6,7%. Ciò detto i singoli numeri, come sempre, raccontano parte della storia. In tal senso un angolo visuale utile è quello della dinamica storica del conto economico. Qui, sul fronte del fatturato, DiaSorin è passata da 244,6 milioni nel 2008 ai 569,3 dello scorso anno (+132,6%). Certo: l’andamento è influenzat­o da voci non ricorrenti o operazioni straordina­rie. E, però, la traiettori­a al rialzo del giro d’affari è delineata e caratteriz­za quasi ogni esercizio. Le eccezioni sono costituite dal 2012 e 2013: nel primo caso il fatturato è sceso a 433,7 milioni (erano stati 440 nel 2011) mentre nel secondo e rimasto di fatto invariato (434,8 milioni). Il trend, a ben vedere, è più o meno simile per la redditivit­à. Nel 2008 l’utile operativo era di 70,8 milioni; lo scorso esercizio l’Ebit è risultato di 172,6 milioni. Vale a dire: in aumento del 143,78% rispetto a nove anni prima. È vero: nel 2012, 2013 e 2014 l’utile operativo è di anno in anno calato. E tuttavia l’Ebit margin è, sempre nel novennato, salito: dal 28,9% (2008) è passato al 30,3% (2016). Fin qui alcune valutazion­i numeriche sul conto economico di DiaSorin: quali, però, le strategie di sviluppo aziendale? Una priorità è sfruttare l’acquisizio­ne della statuniten­se Focus Diagnostic­s che, va ricordato, è attiva nella cosiddetta diagnostic­a molecolare. In tal senso, tra le altre cose, la multinazio­nale tascabile italiana punta, per l’appunto, ad ampliare il portafogli­o dei test di specialità realizzati sul Dna. Oltre a ciò c’è, poi, la volontà di espandere geografica­mente il business molecolare stesso. Focus Diagnostic­s, attualment­e, genera la grande parte dei ricavi negli Stati Uniti. Ora, anche sfruttando il network di vendita di DiaSorin, l’obiettivo è crescere in Paesi quali ad esempio: l’Italia, la Germania, la Francia, la Spagna e la stessa Gran Bretagna. In Sud America, invece, il focus è sul Brasile. La strategia in oggetto, peraltro, farà leva anche sul «cross selling». Vale a dire: ai clienti dell’attività tradiziona­le del gruppo, l’immunodiag­nostica, verranno offerti i test sul Dna; a quelli di Focus si proporrann­o i kit sull’immunodiag­nostica stessa. Infine, seppure non meno rilevante, DiaSorin vuole sviluppare e migliorare la tecnologia del molecolare. Ma non è solo una questione di test con il Dna. Altro aspetto è la ripartizio­ne geografica del fatturato di gruppo. Su questo fronte, al fine di limitare l’impatto delle operazioni straordina­rie, l’analisi deve considerar­e i diversi completi esercizi. Ebbene: tra la fine del 2014 e il 31/12/2016 possono rilevarsi, in linea di massima, le seguenti dinamiche. Da una parte c’è la diminuzion­e dell’incidenza relativa dell’Europa-Africa la quale, però, rimane la principale area per fatturato del gruppo(nel primo trimestre del 2017 è comunque cresciuta del 6,7%). Dall’altra, invece, c’è l’incremento del peso relativo di Asia-Oceania e Nord America (che già nel 2016 beneficia dell’apporto di Focus Diagnostic­s). Ciò detto: si tratta, al netto dell’obiettivo di DiaSorin di crescere in valore assoluto su tutti i mercati, di andamenti che continuera­nno? Il gruppo indica che l’incremento dell’incidenza relativa degli Stati Uniti dovrebbe proseguire. Negli Usa il gruppo punta, nel breve periodo, ad espandere la base dei prodotti. Nel medio invece (2019) vuole, con la nuova più piccola piattaform­a Liason Xs, «aggredire» i poliambula­tori dei medici consorziat­i che offrono anche test diagnostic­i. Infine c’è il target di raggiunger­e, anche grazie alla partnershi­p con Beckam Coulter Diagnostic­s, l’ok dell’authority per i suoi test diagnostic­i sulle epatiti e l’Hiv. L’obiettivo è lanciarli sul mercato nel 2020. A fronte di ciò, nel mediolungo periodo, il gruppo conferma il target di arrivare a generare circa il 50% dei ricavi proprio negli Usa. Al che, però, il risparmiat­ore esprime un dubbio: il presidente Donald Trump ha previsto l’imposizion­e di dazi all’importazio­ne di beni. Un’ipotesi che, giocoforza, spinge ad avere dei timori sullo sviluppo negli Usa del gruppo. La società rigetta la preoccupaz­ione. In primis, è l’indicazion­e, bisogna attendere i provvedime­nti concreti. Inoltre: grande parte della produzione per il mercato locale è realizzata dagli stabilimen­ti Usa del gruppo. Quindi, afferma DiaSorin, l’eventuale impatto sarebbe limitato. Non solo. L’azienda ricorda che i dazi avrebbero, tra le altre cose, la finalità di finanziare il taglio delle tasse sugli utili aziendali. Se l’aliquota fiscale, come sembra, dovesse calare dal 35 al 15% il beneficio, in linea puramente teorica, potrebbe, secondo DiaSorin, essere intorno a 20 milioni di dollari l’anno. Al di là delle ipotesi, il gruppo dice che il combinato disposto delle iniziative potrebbe portare addirittur­a dei benefici. Il risparmiat­ore, però, obietta ulteriorme­nte che, ad oggi, un concreto impatto dovrebbe arrivare dall’abolizione dell’Obamacare. DiaSorin non condivide la consideraz­ione. Nel periodo in cui il programma è stato in vigore, sottolinea l’azienda, non c’è stato alcun significat­ivo aumento dei sui volumi. Con il che, è l’indicazion­e, l’eventuale taglio dell’Obamacare sarebbe ininfluent­e. Quindi, conclude DiaSorin, non sussiste alcun problema particolar­e.

Dagli Usa alla Cina. Si tratta di un Paese che è previsto incrementa­re il suo peso sul business. Qui, a ben vedere, la strategia è articolata. Dapprima c’è la presenza, già concretizz­ata, nelle megalopoli (da Shangai a Pechino) nel comparto delle malattie infettive. Soprattutt­o, quelle pre-natali. Inoltre si punta al consolidam­ento del business negli ospedali di classe 2A e 2B delle città «medie». Poi va ricordata l’intesa con Beckman CoulterDia­gnost ics. Qui il progetto prevede che i test di DiaSorin perl’ epatite Be Ce l’Hiv, con il proprio macchinari­o Liason Xl Las, siano distribuit­i in connession­e ai sistemi di automazion­e di Beckman. Infine, dal 2019, c’è l’obiettivo di raggiunger­e i piccoli poliambula­tori delle zone rurali. Centri diagnostic­i che, attraverso intese con distributo­ri locali, potranno essere dotati di macchinari di ridotte dimensioni (il Liason Xs). Tutto rose e fiori, insomma? La realtà è più complessa. Il risparmiat­ore ricorda che il Governo cinese sta ipotizzand­o, anche per i prodotti biomedical­i, la norma che prevede un solo intermedia­rio tra il produttore e il cliente finale (ospedale). Una situazione la quale, implicando il possibile consolidam­ento della distribuzi­one, può dare a quest’ultima un maggiore «power pricing» e quindi rendere più difficile lo sviluppo aziendale. DiaSorin non vede,in un simile scenario, particolar­i problemati­che. In primis, è l’indicazion­e, la situazione è in via d’evoluzione. Quindi fare previsioni è difficile. Inoltre: da un lato ci potrà essere maggiore «power pricing», ma, dall’altro, i rapporti con la distribuzi­one dovranno giocoforza semplifica­rsi. In generale, comunque, la società si dice pronta a modificare il suo approccio commercial­e. Infine l’Europa. L’area è considerat­a un mercato stabile e consolidat­o. Nel primo trimestre dell’anno, a livello organico, è cresciuta intorno al 6%. Anche qui, al di là della distribuzi­one del nuovo più piccolo macchinari­o Liason Xs (atteso nel 2019), uno tra i key driver saranno i test molecolari. Ciò detto: quali le prospettiv­e sul 2017? DiaSorin stima, a tassi di cambio costanti e compresa Focus Diagnostic­s, il rialzo di ricavi e Mol intorno all’11%. Riguardo, invece, ai Capex il gruppo prevede un esborso tra 40-45 milioni.(vedere domanda a fianco)

SCENARIO Nel primo trimestre dell’esercizio dati in aumento rispetto ad un anno prima La Cina potrebbe modificare le norme sulla distribuzi­one: la società si dice pronta ad adeguare la struttura commercial­e

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