Il Sole 24 Ore

Fintech, la sfida dei regolatori ai pirati

- di Marco Ferrandou

p «Nella Consob di domani ci sarà bisogno di più ingegneri e meno avvocati», chiosava lunedì mattina Giuseppe Vegas il passaggio della sua relazione dedicato al Fintech. Passaggio lungo e articolato, il suo, per alcuni dei presenti anche troppo. L’attacco hacker di venerdì suona come una parziale smentita: la cyber security, e più in generale il tema delle reti e del digitale, non sono più solo una materia da tecnici e guru, ma una frontiera che va presidiata con risorse adeguate. Soprattutt­o per un settore, quello della finanza, dove in ballo ci sono potenziali­tà e rischi grandi come le somme che si muovono quotidiana­mente sui mercati globali.

La nuova rivoluzion­e

La questione è più complessa. A quindici anni dalla proliferaz­ione selvaggia dei derivati, nel panorama finanziari­o si sta imponendo una nuova rivoluzion­e, questa volta tecnologic­a, con il suo bagaglio di pro e contro. Così come per la finanza creativa ci sono voluti anni per capirla e regolament­arla, anche per il Fintech siamo in una fase di studio: i nuovi operatori si affacciano sul mercato, quelli tradiziona­li provano a tenere il passo, i clienti - sorpresi - navigano a vista.

«Se non si vuole il Far West, occorrerà procedere a regolament­are i nuovi fenomeni», diceva ancora Vegas lunedì mattina. Ma per ora i regolatori annaspano. Anche perché, rispetto al boom dei derivati, questa volta non bastano le competen- ze finanziari­e per orientarsi. Nel mondo Fintech ci sono i big data, le monete virtuali, il peer to peer lending (cioè il credito disinterme­diato tra chi presta e chi riceve), i pagamenti istantanei, ovvero processi e servizi che chiamano in causa informatic­i, elettronic­i, fisici, ingegneri. Profession­alità e saperi di cui i regolatori raramente sono equipaggia­ti. Non solo: nel cloud, l’ambiente virtuale dove opera il Fintech, i confini non valgono e dunque serve il massimo coordiname­nto tra le authority. Pena la totale inutilità di regole e barriere.

Il caos delle regole

Per ora, si diceva, ci si muove piano e in ordine sparso. Ma l’attivismo cresce. A livello globale, la regolament­azione del Fintech è una delle priorità del G20, che nei fatti ha delegato il Financial Stability Board (noto per gli accordi di Basilea), ad occuparsen­e nel dettaglio. In Europa, c’è tempo fino al 15 giugno per far pervenire alla Commission­e europea le osservazio­ni sul documento attualment­e in consultazi­one proprio dedicato al Finte- 7 Il Centro europeo di Cybercrime, EC3, un'unità di Europol, sta lavorando “a stretto contatto” con le unità equivalent­i dei Paesi membri attaccati e con “partner chiave nell'industria, per mitigare la minaccia e assistere le vittime”. E’ quanto fa sapere la stessa Europol. L'attacco recente, “senza precedenti”, richiederà “una complessa indagine internazio­nale per identifica­re i colpevoli”, nella quale un ruolo di primo piano sarà giocato dalla Joint Cybercrime Action Taskforce (JCAT). E’ un'unità speciale all'interno dell'EC3, composta da un gruppo di cyber investigat­ori specialist­i internazio­nali, ed è pensata appositame­nte per assistere in indagini di questo tipo. ch, che verosimilm­ente finirà sul tavolo di una task force costituita ad hoc e coordinata da un italiano, Roberto Viola (direttore generale della Dg Connect e già segretario di AgCom), insieme al francese Olivier Guersent, collega generale della Dg Financial services. Lo Iosco, l’associazio­ne dei regolatori di mercato, giusto a febbraio ha pubblicato un rapporto dedicato al Fintech tutto giocato sulla difficile quadratura rischi/ opportunit­à negli otto segmenti in cui l’intersezio­ne tra finanza e tecnologia è più pervasiva: pagamenti, assicurazi­oni, consulenza, crowdfundi­ng, blockchain, trading, big data, sicurezza: «I cambiament­i in atto sono sostanzial­i - ammonisce lo Iosco - e in certi casi conducono alla disinterme­diazione o alla reintermed­iazione: ognuno deve essere preparato per i benefici e le opportunit­à, ma anche ai rischi e alle sfide che porrà».

Il test della Psd2

Un banco di prova che potrebbe rivelarsi interessan­te è rappresent­ato, in Europa, dalla Psd2, la direttiva sui sistemi di paga- mento che dovrà essere recepita entro il 13 gennaio prossimo da tutti i Paesi membri Ue e che nei fatti consentirà agli operatori non bancari di poter accedere alle informazio­ni attualment­e appannaggi­o degli istituti di credito relative ai propri clienti. Un tipico esempio di apertura volto a regolament­are e armonizzar­e oltre che a far sedere intorno allo stesso tavolo operatori tradiziona­li e newcomers nati proprio per soddisfare la nuova domanda di servizi di pagamento: il mercato che, sul medio-lungo periodo, si verrà a creare in Europa su una categoria di servizi dalla forte connotazio­ne consumer, sarà un test significat­ivo del grado di maturità di operatori, consumator­i e regolatori. Chiamati a un arduo compito: capire le novità per bloccarne i rischi senza però fermare i processi d’innovazion­e. Nella consapevol­ezza che - vista la completa dematerial­izzazione del Fintech - chi verrà estromesso dal recinto potrà fare più o meno altrettant­o standosene­e fuofuori.

L’AUTHORITY MONDIALE L’organizzaz­ione internazio­nale delle autorità di vigilanza dedica un rapporto al Fintech che mette in guardia sui pericoli della deregulati­on

LA CONSOB Lunedì scorso Vegas si è soffermato sulle nuove competenze: «In futuro avremo bisogno di più ingegneri e meno avvocati»

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy