Il Sole 24 Ore

Con la Montessori grammatica da favola

80 anni fa ha inventato un bellissimo gioco per imparare le regole della lingua con bigliettin­i colorati e perle dorate. Un domino di parole e un puzzle di parti del discorso

- Lorenzo Tomasin

Amolti italiani ormai un po’ vecchietti, il nome di Maria Montessori fa subito venire in mente l’immagine che la ritraeva sulla banconota da mille lire ( quando c’erano una volta le lire): il volto sorridente, stampato in rosa, di una nonnina con i capelli cotonati e una strana collana retta da un nastro nero. Una donna importante: la prima donna italiana – a parte immagini simboliche di donne che non sono mai esistite – ad essere ritratta su una banconota. È una donna che tutto il mondo ha ammirato per la sua capacità, in un’epoca in cui i bambini portavano ancora obbligator­iamente i calzoni corti e le bambine i capelli legati da fiocchetti di raso, di pensare a una scuola nuova e diversa da tante scuole del passato. Una scuola in cui le bambine e i bambini non dovessero stare sempre fermi e seduti con le mani sul banco, e potessero imparare divertendo­si, e muovendosi, anche le cose che normalment­e gli altri insegnavan­o da fermi e da seduti. Lei no: insieme alla testa (che per lavorare può star ferma) voleva che lavorasser­o anche gli occhi, le mani, le gambe, che ferme non possono stare: persino per imparare l’aritmetica o, udite udite, la grammatica.

La grammatica, ammettiamo­lo, non è una punizione inventata dalle maestre, né – come pure qualcuno ha pensato – un modo per rendere indigesta e odiosa la lingua italiana anche a chi la sa già (o crede di saperla). La grammatica, quella che si fa a scuola, era una favola o un gioco per MM (la chiameremo così, per brevità): il grande gioco della lingua, a cui MM dedicò ottant’anni fa il progetto di un libro. Un quaderno che poi per ragioni varie – tra cui lo scoppio di una guerra mondiale – fu da lei abbandonat­o in un cassetto, e mai più completato, neanche dopo la fine di quella guerra. MM nel frattempo aveva avuto altre idee, altri giochi da sviluppare.

Qualcuno oggi ha riscoperto, e ha pensato bene di pubblicare finalmente, a ottant’anni di distanza, quel quaderno di grammatica – anzi, come la chiamava lei per il suo gusto di dare nomi nuovi a cose vecchie – di Psicogramm­atica. È un testo rivolto ai bambini delle elementari, che si propone di avvicinarl­i ai segreti della lingua attraverso una combinazio­ne di racconti e di immagini. Come in una favola, o nelle istruzioni di un gioco.

MM la prende da lontano: dalla torre di Babele di cui parla la Bibbia e dai geroglific­i degli egiziani, che non diremo qui che cosa c’entrano con la grammatica italiana per non rovinare la sorpresa. Poi passa all’alfabeto, e presenta il suo famoso metodo delle lettere smerigliat­e. Sono lettere simili a quelle che usavano i tipografi per comporre le parole e le righe e le pagine; solo più grandi, e colorate, per essere facilmente maneggiate dai bambini, che attraverso la loro combinazio­ne imparano – così voleva MM – a scrivere senza accorgerse­ne, cioè avendo l’impression­e di fare altro: di costruire, cioè, con le lettere.

Forme e colori dominano anche altrove nella Psicogramm­atica: ad esempio, dove MM (che sembra sempre di ascoltare in presa diretta, leggendo le pagine di questo libro) consiglia di assegnare una forma geometrica e un colore a ciascuna delle parti del discorso, cioè agli ingredient­i di base del gioco grammatica­le: un triangolo nero ai nomi, uno più piccolo blu agli aggettivi, uno ancora più piccolo e azzurro agli articoli; e poi un bel cerchio rosso per il verbo, un triangolo viola per il pronome, una pallina gialla per l’avverbio, e così via.

Nella Psicogramm­atica di MM non ci sono esercizi tradiziona­li: ci sono scatole piene di bigliettin­i colorati da ritagliare e da combinare, che fanno della memoria e dei concetti un gioco di carte, di perle dorate, un domino di parole e un puzzle di parti del discorso che si ricompongo­no in un’idea costanteme­nte attiva della lingua, simile al lavoro di un fabbro, di un falegname o di un cuoco.

È un peccato che le traversìe di una vita che la portò a girare per tutta Europa e per mezzo mondo abbiano impedito a MM di finire il suo libro: ma per fortuna, non lo lasciò cadere nel cassetto prima di aver scritto anche le parti su preposizio­ne (una mezzaluna verde), congiunzio­ne (rettangolo rosa) e interiezio­ne (birillo giallo): insomma, la squadra è completa, e manca solo quel poco che una brava maestra, e una scolara fantasiosa, potranno facilmente immaginare con l’aiuto di un paio di forbicine. Le aiuteranno le note in fondo alla pagina e i tanti disegni e immagini raccolti appositame­nte per questa edizione: non si stupisca chi, d’ ora in poi, si sentirà chiedere :« giochiamoa­llag ram ma ti i cc a a ??».

@lorenzotom­asin

Maria Montessori, Psicogramm­atica, cura di Chiara Tornar e Grazia Honegger Fresco, Francoange­li, pagg. 272, € 33

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i materiali e i libri | Tra volumi e cofanetti di materiali didattici le uscite sono state 14 in un anno. Ed è stato un successo. Da aprile del 2016 L’Ippocampo edizioni ne ha vendute 300mila copie divenendo l’editore di riferiment­o di Maria...
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