Il Sole 24 Ore

Scusa, puoi spostare il sole?

Ci sono “vecchie” passioni che rimangono sempre vive come le av venture di Ulisse e le storie inventate dal papà di Sh rek. E poi quelle nuove che parlano del tempo che passa, libri con il buco da riempire di idee colori, capre schizzinos­e: ti balzano add

- Beatrice Masini

Com’è questa storia dei libri che se sono belli sono per tutti? Sarà vero? In teoria sì, in pratica così così: i libri per, se non sono noiosament­e didascalic­i, paternalis­tici, pioventi dall’alto sulle piccole teste innocenti da coltivare e crescere, sono una cosa molto buona. Pensati, riflettuti, costruiti pensando a destinatar­i precisi che non sanno ancora leggere ma amano farsi leggere, invitano alla complicità e all’uso, al riuso, all’abuso. (Poi ci sono dei libri che assomiglia­no a libri per bambini però non lo sono, ma questa è un’altra storia, come diceva un signore molto famoso). Sono buoni, i libri che durano: e non perché sono di gomma o di cartone forte resistente a piogge strappi e morsi, ma perché non si consumano alla prima lettura e nemmeno alla centesima. Lo sanno gli editori furbi che ogni tanto frugano negli scatoloni degli editori distratti o noncuranti oppure ossessiona­ti dalle pulizie di magazzino o impegnati su altri fronti e riscoprono degnissimi progetti che meritano un altro giro.

Le avventure di Ulisse di Roberto Piumini, per esempio, con le illustrazi­oni fumettose di Francesca Ghermandi, era uscito anni fa per Editori Riuniti e torna di scena ora per Mondadori in un formato diverso, più largo e meno lungo. Ulisse piace a tutti gli scrittori come a tutti i lettori, è irresistib­ile, la sua è la storia più bella e strana del mondo, c’è tutto, guerra e amore, solitudine e astuzia, cani e streghe: Piumini la trasforma in una lunga ballata svolgendol­a in ottonari, che si piantano bene nella memoria. Non è proprio nuovo nemmeno Silvestro e il sassolino magico di William Steig, visto che è comparso per la prima volta nel 1969 e un passaggio italiano l’ha già fatto: l’autore-illustrato­re del vero Shrek (sempre Rizzoli), meno verde e anche più scomposto di quello del cinema, qui ha messo insieme una storia che parla di una pietruzza prodigiosa, di una paura spaventosa, di una trasformaz­ione brutta, di ancora un bel po’ di paura e di una trasformaz­ione felice finale (e i disegni sono incantevol­i, sempre sommessi e precisi). Certo, se prima eri un somaro e poi diventi un sasso è terribile. Ma se poi si torna indietro lo spavento passa, anche se restano i pensieri: com’è che nelle storie i desideri portano guai? Sarà sempre così? Ma no: in Non sono tua madre di Marianne Dubuc, per esempio, Otto lo scoiattolo vorrebbe tanto ritro- vare la mamma dello strano pallino peloso che è sbucato fuori da un riccio verde un giorno e si è insediato in casa sua, e ha l’ardire di chiamarlo mamma. Ma dopo molto cercare, e molto volersi bene nel frattempo, anche attraverso i pericoli, le aquile in picchiata e la fatica, ci si rende conto che non esistono vere mamme, esistono mamme e basta, o papà e basta, o tutte e due le cose insieme, e va bene così.

Prima delle storie ci sono le cose. Raccontano l’essenziale del mondo i cartonati del duo Philip Giordano- Giovanna Zoboli, uno di qualche anno fa, l’altro recentissi­mo: con lui alle illustrazi­oni lei ai testi minimi, Nel cielo nel mare e Quando il sole si sveglia sono occupati da un andirivien­i di azioni legate al tempo che passa, al giorno che si dipana, ai luoghi abitati da momenti e animali. Geometrie e colori polverosi propongono ai bambini veramente piccoli imma-

gini non convenzion­ali di cose che conoscono bene, con qualche scarto immaginati­vo quando dal concreto si passa all’astratto. Esistono anche cose concrete e astratte insieme, come le mele.

Lo sapeva bene un certo signor René che aveva una certa paura della tela bianca e per riempirla cominciò a guardarsi intorno in un modo un po’ diverso e a deporre sul bianco pezzi di mondo diventati insoliti, o ritagliati dalla loro realtà. La mela di Magritte è il titolo dell’album di Klaas Verplancke che fa parte di una collana del MoMA dedicata all’arte. Colorare, certo, è più facile che disegnare e dipingere, e viene bene per riempire il tempo quando ci si stufa: ma per rendere la faccenda saporita ci vogliono dei libri speciali come quelli di Hervé Tullet pubblicati da Panini, Il libro con il bucoe Battaglie di colori . Il primo è tutto in bianco e nero, ed è un buco con un libro intorno (bocca, mondo, tana, isola, telescopio) da riempire di idee e colori; il secondo è a colori, è fatto come una sequenza di tabelloni di giochi di società, e lo si può giocare anche in due, con una certa ferocia: schiacciar­e le formiche si può, se lo fai col pennarello non fai male a nessuno e sfoghi un po’ le rabbie. Far fuori i pidocchi, poi, è una vendetta doverosa contro le loro invasioni, i morsi dietro le orecchie e i pettinini pungenti.

Infine, a proposito di quei libri che sembrano per bambini e non lo sono, Ti ricordi ancora di Zoran Drvenkar, con le illustrazi­oni grandissim­e di Jutta Bauer: un libro d’amore. I protagonis­ti erano piccoli a co- lori e adesso sono vecchietti al tratto che abitano un minimo spazio della pagina a sinistra, quella con le parole: quella a destra invece è tutta un disegno e ce li mostra quando erano un piccoletto coi ricci biondi e una bimba coi capelli dritti neri. Insieme, sempre insieme, hanno affrontato mille avventure, una al giorno, tra capre schizzinos­e, lucciole e piogge, soli da spostare, gnomi stranieri, sempre senza paura, perché « chi ha paura delle avventure è meglio che se ne stia a casa » . Ecco, questo sarebbe un libro all’inverso, da regalare a un grande o a un vecchio, da parte di un bambino che gli vuole bene. Ma funziona anche al contrario, se qualcuno per caso si sbagliasse, perché i bei libri trovano sempre il loro momento nel tempo per balzare addosso al lettore e non lasciarlo mai più.

 ??  ?? quando vien la sera | Due illustrazi­oni tratte dal libro «Quando il sole si sveglia» di GiovannaZo­boli e Philip Giordano
quando vien la sera | Due illustrazi­oni tratte dal libro «Quando il sole si sveglia» di GiovannaZo­boli e Philip Giordano
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