Il Sole 24 Ore

«Io manager della Sanofi ottengo più risultati»

- Francesco Prisco @MrPriscus

p «A volte qualcuno mi fa notare che sarebbe meglio rimandare la riunione perché il collega più titolato a parlare sull’argomento da trattare è assente. E allora correggo: non è assente, è in smart working, basta avvertirlo e si collegherà da casa. E sarà come averlo qui». A parlare è Luca Gazzi, 44 anni, manager responsabi­le del market access di Sanofi, big pharma francese che qui in Italia conta sette sedi tra uffici e stabilimen­ti per più di 2.500 dipendenti.

La sua azienda crede nello smart working: ha cominciato a speri- mentarlo nel 2014 e oggi la modalità interessa il 60% della popolazion­e target, per un totale di 280 aderenti che possono beneficiar­e di quattro giorni al mese di lavoro a distanza. Anche Gazzi ci crede: l’anno scorso, dopo dieci anni di attività nell’area marketing di Sanofi, ha scelto di aderire e adesso lavora da casa per due giorni al mese.

«Lo smart working – spiega Luca Gazzi – mi aiuta a conciliare il ruolo da manager con quello di marito e papà di due bimbi di cinque e due anni». Torinese, laureato in scienze biologiche con una specializz­azione in biochimica clinica, Gazzi è l’uomo che per conto di Sanofi intavola le trattative con il sistema sanitario nazionale sulla rimborsabi­lità di farmaci salvavita come quelli per il diabete. Nei dossier che redige ci sono caratteris­tiche tecniche e proposte di prezzo per il rimborso dei farmaci. Vive a Torino con la famiglia, ma a Milano, non troppo lontano dal quartier generale di Sanofi, ha un appoggio dove va a dormire durante la settimana. «La distanza tra casa e lavoro – racconta – è un handicap che può condiziona­rti. Grazie allo smart working ho l’opportunit­à di “spezzare” le mie settimane lavorative ed essere più presente a casa. Posso accompagna­re i bambini a scuola o sbrigare qualche faccenda e subito dopo concentrar­mi su un dossier di lavoro».

La tecnologia rappresent­a un’opportunit­à: «I nostri computer – prosegue – sono dotati di Skype for Business, le sale riunioni di “ragni” che garantisco­no la partecipaz­ione a distanza dei colleghi in smart working». Lavorare da casa per un manager è o meno un ostacolo? «Niente affatto. Anzi: talvolta, in open space, hai bisogni di appartarti perché devi svolgere una mansione che richiede concentraz­ione assoluta. In circostanz­e del genere lavorare da casa è un vantaggio».

Quanto alla retribuzio­ne «in Sanofi non c’è mai stata alcuna penalizzaz­ione per chi sceglieva la formula dello smart working». Anche la carriera non ne risente: «Puoi lavorare in smart working e continuare a crescere. È finita l’epoca dei cartellini da timbrare: contano gli obiettivi raggiunti». E a volte, da casa, la strada per raggiunger­li può essere decisament­e più breve.

La moglie di Gazzi lavora in banca ed è figlia di un imprendito­re del riso del Vercellese. «Può capitare – conclude il manager – che nel tempo libero mia moglie collabori con l’azienda di famiglia. In quei momenti la mia presenza a casa diventa fondamenta­le. Grazie allo smart workingg». ».

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Luca Gazzi. Manager Sanofi

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