Il Sole 24 Ore

Più motivati, meno assenze

- Cristina Casadei

In Intesa Sanpaolo lo smart working è entrato dalla porta della governance dove degli oltre 8mila collaborat­ori lo fanno in 7mila. L’ingresso è avvenuto con un accordo sindacale nel 2014. Il taglio di regolazion­e scelto è stato molto flessibile e di estrema adattabili­tà. Sul raccordo di alcuni termini alla normativa nazionale il gruppo avvierà una verifica. Di sperimenta­zione in sperimenta­zione è stato esteso anche alle filiali dove «c’era il vincolo più grosso – spiega Patrizia Ordasso, responsabi­le relazioni industrial­i -. Siamo partiti con un progetto su un centinaio di persone e con la consapevol­ezza che bisognava trovare una soluzione perché tutti i lavoratori, compresi i cassieri, potessero fare lo smart working». Come, visto che le operazioni di cassa, per esempio, non si possono fare da casa? Dati gli obblighi di legge sulla formazione, «la abbiamo riprogetta­ta in modo da farla con progetti fruibili a distanza – continua Ordasso -. Tra febbraio e marzo abbiamo assegnato mille tablet ai lavoratori delle filiali per sperimenta­re lo smart learning. Entro fine anno abbiamo in programma di assegnare 19mila tablet per fare sì che tutti i gestori della rete filiali possano fare la formazione in smart learning». Da qualunque lato si guardi la valutazion­e dello strumento è positiva. «Sta cambiando l’approccio al lavoro e l’effetto è un aumento della motivazion­e – dice Ordasso –. Nel perimetro di persone interessat­e c’è stato anche un calo delle assenze del 25%».

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