Il nostro lavoro? Ormai non ha più dignità
«Quando c’è stato il decreto Bersani siamo andati ad appendere le nostre cravatte a Montecitorio, oggi siamo venuti a riprenderle».
La cravatta appesa al chiodo per l’architetto Giancarlo Graziani rappresenta la dignità perduta e da Napoli torna a Roma per ritrovarla: «nella nostra professione ormai si guarda solo al parametro della soglia comunitaria, valu- tato quello tutto il resto è caos».
Graziani è in compagnia dell’amico di sempre l’avvocato Giorgio Imperato che, per i legali, parla di gioventù bruciata: «Con le scelte fatte i governi hanno bruciato un’intera generazione di saperi: quella dei quarantenni».
La commercialista Paola Carini si rammarica di avere il cervello a riposo: «Ho studiato tanto ma non mi serve a molto, devo solo “obbedire” agli ordini dell’agenzia delle Entrate ». Per la sorella Elisabetta, anche lei commercialista, l’agenzia detta i tempi persino delle nascite dei figli e dei matrimoni. Lo dimostra portando nel corteo la bambina di nove anni con un cartello in cui c’è scritto: nata il 4 agosto dopo la dichiarazione dei redditi: «Noi commercialiste partoriamo ad agosto e ci sposiamo a settembre. Mia sorella ha dovuto cambiare la data del suo matrimonio. Nel 1992 c’è stata la prima proroga, la presentazione dei redditi è slittata da maggio a fine giugno: le nozze anche».
Edoardo Mulas Pellerano di Cagliari è del sindacato dei notai “poveri”, il Sindacato sociale notarile: «Siamo in piazza pur svolgendo una funzione pubblica, per chiedere la garanzia del ripristino dei tariffari minimi: il 70% dei notai guadagna 70 mila euro lordi e il 25% 27mila netti: così è difficile mandare avanti uno studio. È importante che i notai restino incorruttibili».
Se anche i “ricchi” piangono, certo non ridono i giudici di pace, in piazza in forze, per chiedere compensi più alti, stabilizzazione e previdenza. «Non abbiamo nulla - spiega Silvia Iacona - neppure la dignità: lei si farebbe operare da un chirurgo che guadagna 500 euro al mese?» . A proposito di chirurghi, in piazza mancano i medici. Ci sono solo pochi odontoiatri e chi c’è se ne rammarica. Enrico Podestà mostra sconsolato l’appello inviato al suo gruppo via whatsapp, la domanda fatta alle 11 del mattino è chiara: dove siete? «Vede - dice il dentista - sono le 12 e 30 e non c’è risposta». Nanni Moretti in Ecce Bombo si chiedeva «mi si nota di più se vengo o se non vengo?». Ha scelto la prima via un gruppo di geometri che partecipa al corteo, malgrado l’Ordine si sia “smarcato” dalla manifestazione. «Abbiamo ricevuto una mail dal presidente e sappiamo che l’Ordine sta comunicando con il Governo - dice Mario Romagnini - noi invece preferiamo essere qui». E conclude sibillino: «Qualcuno si chieda perché».