Il mercato non è l’unico arbitro
Deputata M5S
p «Sì» alle tariffe minime, ma alt «agli accordi lobbistici che drogano il mercato». Carla Ruocco è la deputata M5S più vicina alla galassia dei professionisti, complice la sua attenzione alle questioni fiscali.
La protesta è dunque fondata?
Sono categorie che mostrano disagio. Bisogna considerare che una tariffa minima garantisce anche la qualità. Molti studi sono indotti a reperire forme di lavoro qualitativamente meno elevato per problemi di costi. La verità è che il mercato non può essere l’unico arbitro e i minimi servono a garantire entrambi gli attori in gioco. Ma siamo fermamente contrari a qualunque tipo di cartello.
I professionisti, e in particolare le lavoratrici, hanno comunque incassato le maggiori tutele previste dalla legge sul lavoro autonomo e agile, in particolare su malattia e maternità. Perché in Senato vi siete astenuti?
Finalmente si è data l’opportunità di inquadrare correttamente una categoria di lavoratori, spesso tutti accomunati nel mare magnum del “popolo delle partite Iva”. Giudichiamo quindi positivo il riconoscimento di alcune tutele, ma rite- niamo che sia solo l’inizio di un percorso che va rafforzato. Un esempio tra tanti? In caso di malattia grave e certificata del professionista, crediamo che le scadenze fiscali debbano essere procrastinate.
Le imprese hanno segnalato criticità sul secondo filone del provvedimento, quello che regolamenta lo smart working e le norme su salute e sicurezza...
Tutte le nuove forme di lavoro, comprese quella da remoto, possono essere un’opportunità sia per i lavoratori che per le aziende. Ma i benefici devono essere sinergici e lo sgravio di oneri reciproco: se si interviene per legge, occorre che tutte le parti se ne avvantaggino. Il fatto che le imprese si siano lamentate andava tenuto in debita considerazione.