Il libro contabile della salute
conserva al suo interno una copia identica degli stessi blocchi. Si comprende immediatamente come al crescere del numero di dispositivi ( cloud, server, desktop, laptop, smartphones, dispositivi e sensori) la catena diventi sempre più forte e sicurissima in termini di resilienza agli attacchi di hacker anche esperti.
Alla fine del 2016, quando iniziai a parlare in occasioni diverse con Richard Enwru ( Chief Digital Health di IMS), William King (CEO di Zephyr Health) e Giorgio Albonetti (Presidente di EDRA- LSWR) dell’opportunità di usare questa tecnologia per criptare i dati sensibili che riguardano la nostra salute sembrava che ci sarebbe stato molto da attendere per risolvere una serie di problemi tecnici che la rendono ancora perfettibile. A quanto pare non è così e meno di sei mesi dopo siamo in grado di immaginare almeno tre modi con cui Blockchain trasformerà persino il concetto di salute e non solo i suoi aspetti on line. Vediamo come.
Prima di tutto la discussione sui Big Data potrà smettere di occuparsi stucchevolmente delle famose quattro V (volume, velocità, varietà e veridicità) e, affrontare l’unico vero elefante nella stanza ovvero la sicurezza. Tutti i sistemi centralizzati e tradizionali sono costosissimi e nonostante questo suscettibili di attacchi e perdite di dati (vedere alla pagina Wikileaks) mentre mediante la dispersione degli stessi dati su migliaia (o milioni?) di dispositivi ogni nodo conserva una copia fedele del blocco e qualunque intrusione da parte di chi non ha le autorizzazioni necessarie verrebbe immediatamente registrata e tracciata con una successiva inibizione ad azioni successive (modifica, copia, incolla o scarica).
Solo la versione condivisa costituisce il «il consenso universale» ogni altra versione è falsa e inutilizzabile. In secondo luogo è singolare notare che l’applicazione di Blockchain ai dati di salute riesce a far incontrare gli ultimi due baluardi della vera democrazia che ci sono rimasti: le malattie e l’informatica. La Guido Tonelli con il libro « La nascita imperfetta delle cose » ( Rizzoli) ha vinto l’undicesima edizione del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, organizzato dal Comune di Padova in collaborazione con l'Università di Padova. Il libro vincitore, scelto nella cinquina dei finalisti selezionati dalla giuria scientifica presieduta da Dario Bressaini, è stato il più votato dagli studenti provenienti dalle scuole superiori di tutta Italia. solidità e l’accesso controllato ai dati sensibili di ognuno di noi sono i due pilastri su cui ruota la sfida di tutti i sistemi sanitari.
La nuova tecnologia consente di tenere i dati separati in modo che nessuno (istituzione o azienda) abbia visibilità della loro interezza. Immaginate un mondo sanitario dove il paziente aggiorna in tempo reale i dati di farmacovigilanza che lo riguardano (un accordo simile e’ gia’ operativo negli Stati Uniti tra Patient-like- me e Walgreen) o decide di condividere la sua completa storia medica dopo un controllo ospedaliero. I medici che erogano la prestazione e gli amministratori che la rimborsano possono, allo stesso tempo, avere la copia di quella informazione per la parte che li riguarda direttamente. In ogni istante la condivisione rende il dato piu’ affidabile e certo per elaborazioni successive e la proprieta’ del singolo blocco sul proprio dispositivo autorizza a partecipare a questa condivisione. È tuttavia l’ultimo aspetto ad essere quello più importante perché Blockchain sembra davvero essere la soluzione per costruire delle immense banche dati sanitarie in modo universalmente accessibile rimuovendo i rischi e amplificando le opportunità anche predittive che derivano dalla loro analisi intelligente. In questo modo il volume dei dati acquisisce valore e l’informazione diffusa, granulare e dettagliata riesce finalmente a diventare nuova conoscenza, qualcosa che oltre vent’anni di internet massivo non sono ancora riusciti a consegnarci.
@ Luca_ Pani