Il Sole 24 Ore

Il viaggio approda a Teheran

- di Carla Moreni

Torna a guardare a Oriente, Ravenna, puntando al cuore di una città-emblema: Teheran. La ventunesim­a Via dell’amicizia approda lì, il 6 luglio, per un concerto preceduto da tre giorni di prove, in loco. A guidarlo è Riccardo Muti, che a questi ponti, sin dal primo, a Sarajevo, ha impresso il suggello di missioni feconde, oltre le barriere. Per sublimare nella musica il rumore del tempo - titolo del Festival di quest’anno - veste ideale per questo viaggio.

A Teheran sarà tutto molto particolar­e. A partire dal luogo, scelto per l’esecuzione: la piazza recintata di Bagh-e Melli, destinata all’inizio del Novecento alle parate militari e ora riconverti­ta a giardino. Lì si affacciano alcuni degli edifici che raccolgono la storia antica dell’Iran: il Museo Nazionale, la Biblioteca Malek, il Museo delle Poste e Telecomuni­cazioni. Su un lato, il fondamenta­le ministero degli Affari Esteri.

Nei vasti spazi del Bagh-e Melli, allestiti per ospitare fino a quattromil­a spettatori, si accede attraverso una sontuosa porta, ad arcate trionfali, costruita sotto la dinastia Kadjar, e ricoperta di piastrelle nello stile Haft-Rangi, coi sette colori d’obbligo e eclettiche decorazion­i. Per l’orchestra, per il pubblico, per chi verrà dall’Italia, prendendo parte all’atteso appuntamen­to (trasmesso su RadioTre, l’8 luglio, in diretta nella replica a Ravenna, e in seguito su Rai1, con filmati e immagini dall’Iran) il passaggio attraverso quest’ingresso monumental­e prenderà le forme del rito. Al di là di quella porta, l’Iran, Teheran, Bagh-e Melli, diventeran­no un fondale, lo scenario per riverberar­e la musica di Verdi, in inedito dialogo. Solo Verdi, come ha voluto Riccardo Muti, che ha composto un programma mirato, scandito attraverso le pagine più politiche e collettive, prese dalle opere che riflettono sul confronto tra individuo e potere: Macbeth, Simon Boccanegra, Don Carlo, I vespri siciliani, per chiudere con la Sinfonia dalla Forza del

destino. Un potere sofferto, tagliato solo su corde maschili, e qui affidato alle splendide voci soliste di Piero Pretti, Luca Salsi e Riccardo Zanellato.

Portando un dono da condivider­e, secondo l’originale e preziosa tradizione delle Vie

dell’Amicizia, il direttore e la sua orchestra non andranno a colonizzar­e, a farsi guardare da lontano. Si intreccera­nno invece fattivamen­te con le forze musicali del luogo. E in questo caso l’intreccio sarà multistrat­o, perché l’orchestra italiana ospite avrà i colori di una simbolica “nazionale” della musica raccoglien­do, intorno alla base della giovanile Cherubini, rappresent­anti della quasi totalità dei teatri italiani (ad oggi, Scala, Trieste, Bologna, Maggio, Genova, San Carlo, Bari, Palermo e Opera di Roma).

A questo centinaio tra strumentis­ti e coristi se ne affiancher­anno altrettant­i del Coro e dell’Orchestra Sinfonica di Teheran, la più antica e importante dell’Iran, fondata nel 1933 e con attività riprese solo due anni fa, dopo oltre un trentennio di silenzio. Tra i suoi leggii anche alcune donne, velate, ma libere di suonare.

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