Casualità operaia
«La rivoluzione tecnologica al momento distrugge più lavori di quanti ne crei: i robot saranno i nostri servi o i nostri padroni?», con questa inquietante domanda, Gad Lerner si congeda dagli spettatori, alla fine della prima puntata di Operai, il nuovo programma di approfondimento di Rai 3, in onda ogni domenica in seconda serata per sei settimane.
“Nuovo” è un termine inesatto, se pensiamo all’antico interesse del Gad per l’argomento, la vita operaia: a trent’anni dalla sua prima pubblicazione sul tema, l’appassionato Lerner riprende in mano una materia che gli è evidentemente molto cara, muovendosi con agio ma anche con stupore e curiosità nel “nuovo” – questo sì – modo di essere operai oggi e d’intendere il lavoro in fabbrica.
Si comincia da Mirafiori “cuore rosso” e pulsante delle storiche lotte operaie degli anni ’70, come era e come è diventata, coi lavoratori che adesso, invece di timbrare un cartellino, scansionano un badge e che non fanno più i lavori ammazza-schiena perché supportati da sofisticatissimi macchinari («certo che però una volta gli operai costruivano delle automobili che poi si potevano comperare, mentre ora…»). Si arriva poi al «cuore del nuovo capitalismo», che non è una fabbrica bensì un enorme magazzino: Amazon il cui inventore è il secondo uomo più ricco del mondo. Visitando la sede di Castel San Giovanni – struttura di “solo” centomila metri quadrati – il Gad si orienta poco, e non ne fa mistero: «Con rispetto parlando sembrerebbe un gran casino…», «È un disordine ordinato, stocchiamo tutto in modo casuale per la legge di Gauss», spiega serafico l’operaio del nuovo millennio, l’ipertecnologizzazione fa il resto.
È dunque questo il futuro, l’inevitabile caos umano affidato alle sapienti zampette elettriche delle intelligenze artificiali?