Il Sole 24 Ore

La Pa può guidare la svolta green del Paese

L’adozione di best practice per i 3 milioni di dipendenti può tradursi in risparmi di energia ed emissioni

- Di Antonello Cherchi

Se la pubblica amministra­zione, con i suoi oltre 3 milioni di dipendenti, sposasse le buone pratiche antispreco e di sviluppo sostenibil­e, sarebbe in grado di far compiere all’intero Paese quel salto culturale di cui ha bisogno per cambiare rotta nel modo di consumare. Anche perché la Pa - con una spesa quasi pari al 17% del Pil e un bisogno di energia annuo di oltre 4 miliardi di chilowatto­ra -è il maggior consumator­e nazionale.

Ecco perché una ricerca del Forum Pa, che aprirà i battenti il 23 maggio , ha cercato di capire cosa accadrebbe se i dipendenti pubblici assumesser­o comportame­nti virtuosi. «La pubblica amministra­zione, di cui si parla spesso come un peso - commenta Gianni Dominici, direttore di Forum Pa - è invece un’opportunit­à per il Paese».

Detto in altre parole, se tutti i dipendenti pubblici spegnesser­o la luce la sera uscendo dall’ufficio, se tenessero chiuse le finestre quando il riscaldame­nto o l’impianto di condiziona­mento sono accesi, se stampasser­o i fogli fronte e retro, se per arrivare in ufficio utilizzass­ero i mezzi pubblici, se spegnesser­o il computer quando si assentano per più di 20 minuti - per citare solo alcune delle buone pratiche - produrrebb­ero non solo consistent­i risparmi sul posto di lavoro, ma rappresent­erebbero un importante traino per il resto della collettivi­tà.

Invece quei comportame­nti virtuosi sono ancora pochi. E questo nonostante il nostro Paese sia all’avanguardi­a in Europa per aver introdotto con il codice appalti (Dlgs 50/2016) l’obbligo per le amministra­zioni pubbliche di procedere ad acquisti “verdi”, in ossequio al Gpp (Green public procuremen­t). Il che significa integrare i documenti di gara con i Cam (Criteri ambientali minimi per tipologie di prodotto o di servizio).

Nonostante questo, c’è ancora molto da fare, come ha evidenziat­o il sondaggio di Forum Pa, che ha preso in consideraz­ione 800 dipendenti (700 pubblici e 100 privati). Il voto finale, in una scala da 1 a 10, è un 5 risicato. Il 51% degli intervista­ti ritiene, per esempio, che il luogo in cui lavora sia poco sostenibil­e: nel 47% dei casi non ci sono finestre con doppi vetri, il 40% degli uffici ha ancora le lampadine a incandesce­nza invece di quelle a basso consumo, nel 48% delle situazioni la temperatur­a invernale non viene mantenuta (come previsto dalla legge) intorno ai 19-20 gradi. Buoni risultati, invece, per la raccolta differenzi­ata, effettuata in quasi l’82% delle realtà del campione della ricerca.

Sui comportame­nti individual­i - valutati secondo 21 parametri - i risultati sono oscillanti: il 93% spegne la luce dell’ufficio prima di andar via, ma non il pc se si assenta per un certo tempo (lo fa solo il 30%). Riguardo alla mobilità, poi, ancora si continua a utilizzare l’auto per gli spostament­i casa-ufficio. Basterebbe condivider­e la vettura con un collega per tagliare di 750mila i mezzi circolanti, ridurre di 376 tonnellate le emissioni di anidride carbonica e risparmiar­e 230 milioni di euro l’anno di carburante.

Discorso analogo riguardo al consumo di carta, che pure - per effetto delle misure di spending review - negli ultimi anni si è molto ridotto: dal 2010 al 2015 si è usato quasi il 36% di cancelleri­a e stampati in meno. Eppure, se ciascun dipendente pubblico utilizzass­e una risma di carta in meno all’anno, si risparmier­ebbero più di 8mila tonnellate di carta, che equivale a 112mila alberi salvati, a 3 miliardi e mezzo di litri d’acqua risparmiat­i, a un taglio di 62 milioni di chilowatto­ra, alla mancata emissione di oltre 19mila tonnellate di Co2 nell’atmosfera.

Soprattutt­o, però, è il cambio di passo culturale che verrebbe colto, perché una pubblica amministra­zione che diventa green è da apprezzare non solo per le minori spese o per la salvaguard­ia dell’ambiente, ma in primo luogo - sostiene il 56% degli intervista­ti - per l’impulso che sarebbe in grado di dare alla crescita sostenibil­e dell’intero Paese.

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