UNA FATTURA DA CORREGGERE CON STORNO DELL’IMPOSTA
Una società italiana, che effettua prestazioni video, acquista, su un sito di e–commerce, apparecchi elettronici per svolgere la propria attività (nella fattispecie, chiavette Usb). Riceve una fattura per l’acquisto di chiavette Usb insieme con la merce. Il fornitore in fattura non è il sito in questione, ma un soggetto cinese. La fattura riporta Iva al 22 per cento (Iva italiana), ma la partita Iva del fornitore cinese non è indicata da nessuna parte. Navigando su Internet, scopriamo che la società cinese in questione ha partita Iva nel Regno Unito, valida al Vies (Vat information exchange system), ma tutto ciò non è indicato in fattura, dove compaiono solo i dati del fornitore cinese. Come va registrata la fattura in contabilità ordinaria? Perché il fornitore cinese ha applicato l’Iva italiana al 22% sulle chiavette Usb? Siamoin presenza di una fattura italiana, pur avendo fornitore cinese?
A.G. – PERUGIA
Se sulla fornitura delle chiavette Usb è stata applicata l’Iva italiana, si tratta di una cessione di beni esistenti e provenienti dal territorio nazionale, anche se ceduti da un soggetto non residente. Tale operazione è territorialmente rilevante e l’Iva dev’essere assolta dal cessionario residente, se soggetto passivo Iva, ex articolo 17, comma 2, del Dpr 633/1972. Il fornitore cinese ha applicato l’Iva italiana, perché (presumibilmente) ha erroneamente qualificato la società cliente come “privato” (non soggetto Iva). Quindi, la società italiana per registrare correttamente la fattura, dovrebbe chiedere al fornitore di stornare l’imposta indebitamente applicata.