In flessione la fiducia delle imprese Brusca frenata degli investimenti
Nella rilevazione di giugno l’indice della propensione a investire cala da 31,3 a 23,9 Pesa l’incertezza politica Segnali positivi sull’occupazione
Il primo trimestre 2018 si è caratterizzato per una sostanziale tenuta della crescita registrata nel corso del 2017.
Anche se con +1,6% il 2017 è stato per l’Italia il terzo anno di crescita più elevato registrato dall’introduzione dell’euro, il nostro ritmo di crescita è stato inferiore a tutti i principali paesi europei; inoltre, i recenti dati economici mostrano un possibile rallentamento della crescita, facendo intravedere nuvole all’orizzonte. Sul fronte europeo ci avviciniamo alla fine del Quantitative easing (Qe) che ha caratterizzato la politica espansiva e non convenzionale della Bce per aiutare l’economia europea, anche se la Bce ha fatto intendere che finirà il Qe, ma non finiranno le condizioni molto accomodanti per il credito in Europa.
A livello internazionale, la Fed continua sul percorso di lento aumento dei tassi, con un’economia americana che cresce del 2,8% con una forte spinta della domanda interna, e un mercato del lavoro che ha raggiunto tassi di disoccupazione ai minimi storici. A livello globale, la crescita è invece in accelerazione e le previsioni dell’Oecd sul 2018 indicano un valore del 3,9 per cento.
I principali rischi che questo quadro di crescita internazionale venga meno sono legati al fatto che l’introduzione di dazi da parte dell’amministrazione statunitense inneschi reazioni a catena. Finora l’escalation dei dazi è rimasta contenuta rispetto ai volumi in campo, ma se la “guerra dei dazi” dovesse allargarsi a settori come quello dell’auto, è probabile un forte impatto sul commercio a livello globale e, conseguentemente, sulla crescita.
In questo quadro le indicazioni di sentiment del Club Ambrosetti mostrano segnali contrastanti. Gli indicatori dell’Ambrosetti Club Economic Indicator che qui pubblichiamo sono costruiti sulla base dei risultati ottenuti da una survey ad hoc che realizziamo ogni 3 mesi per la business community di The European House - Ambrosetti, composta da oltre 350 imprenditori, amministratori delegati e rappresentanti dei vertici aziendali delle più importanti società italiane e multinazionali che operano in Italia.
I risultati sul sentiment dei prossimi 6 mesi mostrano segnali positivi sul fronte dell’occupazione, mentre si prevede un peggioramento con riferimento agli investimenti e all’aspettativa sul business. Segnali di un trend di peggioramento erano già emersi in modo chiaro nella rilevazione scorsa. Siamo davanti ad una fase di assestamento della crescita o, nei prossimi mesi, si esaurirà la spinta espansiva del 2017?
A giugno l’indicatore sulla situazione attuale dell’economia si conferma sui valori elevati: 42,7 punti, in linea, anche se in lento e progressivo calo, con i valori di marzo 2018 e dicembre 2017. Si conferma l’attuale tenuta dell’attività economica, anche se lo stesso indicatore a 6 mesi mostra una dinamica in rallentamento. Con riferimento alle prospettive future sul business, i valori si fermano a 33,3 punti, in discesa da 39,3 di marzo e 43,3 di dicembre.
Sul fronte dell’occupazione, ci sono segnali di miglioramento, seppur contenuto. L’indicatore si attesta a 21,8, il nuovo massimo storico. La disoccupazione in Italia rimane elevata sia a livello complessivo (11,2%, 5% in più del livello pre-crisi del 2008) sia tra i giovani (33,1%). Questi dati, seppur positivi, vanno letti in un contesto dove il mercato del lavoro risulta comunque molto debole e con differenze significative tra Nord e Sud. Con riferimento agli investimenti, il valore passa da 31,3 a 23,9, il valore più basso da giugno 2016. Probabilmente l’incertezza legata alla formazione del nuovo Governo e alle successive fibrillazioni dei mercati ha inciso sulla volontà o sulle tempistiche di nuovi investimenti da parte delle imprese. La nostra speranza è che li abbiano solo rimandati o messi in stand by e non cancellati o dirottati su altri Paesi.
In sintesi, il Club Ambrosetti valuta ancora positivamente la situazione attuale del business in Italia, è fiducioso in un rafforzamento ulteriore sul fronte dell’occupazione, mentre ha un sentiment meno positivo con riferimento agli investimenti e all’andamento del business: prevediamo un proseguimento della fase di espansione economica, ma a ritmi inferiori. L’export era e rimane un driver di crescita e il successo delle nostre imprese all’estero si riscontra anche dal surplus commerciale pari a 48 miliardi di Euro nel 2017. Tuttavia, questo successo non è sufficiente a riallineare la crescita italiana a quella della media dell’area euro che rimane superiore. Occorre quindi agire sulla domanda interna per ampliare gli effetti della crescita, utilizzando gli spazi che esistono per realizzare investimenti in settori ad elevata produttività e con spillover positivi sul sistema economico.