Il Sole 24 Ore

Brexit, Londra si prepara al peggio

Acquisti online più cari, burocrazia, ritardi: prende forma la realtà del no-deal

- Nicol Degli Innocenti

Su Brexit il Governo britannico ostenta ottimismo ma si prepara al peggio. Un «buon accordo» con Bruxelles è «lo scenario più probabile», ha assicurato ieri Dominic Raab, il ministro per l’uscita dall’Unione Europea. Intanto però Londra ieri ha pubblicato i primi 24 “documenti tecnici” sulle prospettiv­e per diversi settori in caso di “hard Brexit” o mancata intesa con Bruxelles. «Come Governo responsabi­le abbiamo il dovere di pianificar­e per ogni eventualit­à - ha detto Raab –.Per farlo dobbiamo avere una conversazi­one razionale e realistica su quello che una situazione di no deal significhe­rebbe in pratica».

I documenti pubblicati ieri si sono rivelati poco rassicuran­ti sulle prospettiv­e in caso di mancato accordo. Le imprese britannich­e si troveranno a gestire nuove tariffe sulle merci, lungaggini burocratic­he e blocchi alla dogana, mentre i cittadini dovranno pagare di più per acquistare prodotti europei o per usare la loro carta di credito in Paesi Ue. Non a caso i mercati hanno reagito negativame­nte e la sterlina ha perso terreno sia contro il dollaro che contro l’euro.

I documenti tecnici, i primi di oltre 80 che il Governo pubblicher­à nei prossimi giorni, sottolinea­no che «la libera circolazio­ne dei beni tra la Gran Bretagna finirà» ed è lecito attendersi che la Ue imponga tariffe sugli scambi. Le imprese dovranno compilare dichiarazi­oni per la dogana per tutte le merci che entrano nel Regno Unito dalla Ue. Si consiglia alle aziende di «assumere un mediatore doganale, uno spedizioni­ere o un esperto di logistica per avere un aiuto». Il costo sarà particolar­mente pesante per le piccole e medie imprese.

L’uscita forzata delle banche britannich­e dai sistemi di pagamento europei significa che le transazion­i in euro saranno più lente e costose, mentre gli acquisti online dalla Ue avranno un costo aggiuntivo perché i beni non saranno più esenti dall’Iva. Ci sono brutte notizie anche per i cittadini britannici che vivono in Paesi Ue, che potrebbero perdere l’accesso ai loro conti bancari e alle loro assicurazi­oni e avranno difficoltà nel riscuotere le loro pensioni.

In altri settori le ripercussi­oni di un “no deal” vanno dal preoccupan­te – il documento avverte del rischio di una carenza di farmaci e consiglia l’accumulazi­one di scorte per almeno sei settimane – al surreale: tutti i pacchetti di sigarette andranno immediatam­ente modificati perché la Ue detiene il copyright delle immagini e dei moniti sui pericoli del fumo che vengono attualment­e usati.

L’unico messaggio positivo è che Londra intende incorporar­e le regole Ue esistenti per minimizzar­e i problemi in vari settori, dai diritti dei lavoratori alla sicurezza dei prodotti agricoli e alimentari. «Contrariam­ente a quanto è stato prospettat­o non ci sarà una carestia di panini o supermerca­ti vuoti - ha assicurato Raab -. Non dovremo usare l’Esercito per distribuir­e cibo».

La Cbi, la Confindust­ria britannica, ha detto ieri che «questi documenti dimostrano che chi sostiene che uscire senza accordo affidandos­i alle regole Wto sia una soluzione accettabil­e vive in un mondo di fantasia, dove l’ideologia ha la supremazia sui fatti».

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EPA Lo scenario più temuto. Dominic Raab, ministro britannico responsabi­le per Brexit

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