Brexit, Londra si prepara al peggio
Acquisti online più cari, burocrazia, ritardi: prende forma la realtà del no-deal
Su Brexit il Governo britannico ostenta ottimismo ma si prepara al peggio. Un «buon accordo» con Bruxelles è «lo scenario più probabile», ha assicurato ieri Dominic Raab, il ministro per l’uscita dall’Unione Europea. Intanto però Londra ieri ha pubblicato i primi 24 “documenti tecnici” sulle prospettive per diversi settori in caso di “hard Brexit” o mancata intesa con Bruxelles. «Come Governo responsabile abbiamo il dovere di pianificare per ogni eventualità - ha detto Raab –.Per farlo dobbiamo avere una conversazione razionale e realistica su quello che una situazione di no deal significherebbe in pratica».
I documenti pubblicati ieri si sono rivelati poco rassicuranti sulle prospettive in caso di mancato accordo. Le imprese britanniche si troveranno a gestire nuove tariffe sulle merci, lungaggini burocratiche e blocchi alla dogana, mentre i cittadini dovranno pagare di più per acquistare prodotti europei o per usare la loro carta di credito in Paesi Ue. Non a caso i mercati hanno reagito negativamente e la sterlina ha perso terreno sia contro il dollaro che contro l’euro.
I documenti tecnici, i primi di oltre 80 che il Governo pubblicherà nei prossimi giorni, sottolineano che «la libera circolazione dei beni tra la Gran Bretagna finirà» ed è lecito attendersi che la Ue imponga tariffe sugli scambi. Le imprese dovranno compilare dichiarazioni per la dogana per tutte le merci che entrano nel Regno Unito dalla Ue. Si consiglia alle aziende di «assumere un mediatore doganale, uno spedizioniere o un esperto di logistica per avere un aiuto». Il costo sarà particolarmente pesante per le piccole e medie imprese.
L’uscita forzata delle banche britanniche dai sistemi di pagamento europei significa che le transazioni in euro saranno più lente e costose, mentre gli acquisti online dalla Ue avranno un costo aggiuntivo perché i beni non saranno più esenti dall’Iva. Ci sono brutte notizie anche per i cittadini britannici che vivono in Paesi Ue, che potrebbero perdere l’accesso ai loro conti bancari e alle loro assicurazioni e avranno difficoltà nel riscuotere le loro pensioni.
In altri settori le ripercussioni di un “no deal” vanno dal preoccupante – il documento avverte del rischio di una carenza di farmaci e consiglia l’accumulazione di scorte per almeno sei settimane – al surreale: tutti i pacchetti di sigarette andranno immediatamente modificati perché la Ue detiene il copyright delle immagini e dei moniti sui pericoli del fumo che vengono attualmente usati.
L’unico messaggio positivo è che Londra intende incorporare le regole Ue esistenti per minimizzare i problemi in vari settori, dai diritti dei lavoratori alla sicurezza dei prodotti agricoli e alimentari. «Contrariamente a quanto è stato prospettato non ci sarà una carestia di panini o supermercati vuoti - ha assicurato Raab -. Non dovremo usare l’Esercito per distribuire cibo».
La Cbi, la Confindustria britannica, ha detto ieri che «questi documenti dimostrano che chi sostiene che uscire senza accordo affidandosi alle regole Wto sia una soluzione accettabile vive in un mondo di fantasia, dove l’ideologia ha la supremazia sui fatti».