Il Sole 24 Ore

Vertice Ue, niente accordo su sbarchi Scontro frontale Roma-Bruxelles

Ira di Conte: occasione mancata ci saranno conseguenz­e. Di Maio: no a piedi in testa ora serve riparazion­e. La Ue respinge le minacce sul taglio dei contributi. Farnesina al lavoro per superare l’isolamento del Paese

- Gerardo Pelosi

Fumata nera alla riunione tecnica Ue sul caso della nave Diciotti: la richiesta dell’Italia non è stata accolta. L’ira del premier Conte: «Nessun impegno dalla Ue, anzi passi indietro. Ne trarremo le conseguenz­e». Viminale: la nostra linea non cambia, non sbarca nessuno. Di Maio ribadisce: pronti a tagliare contributi per 20 miliardi a Bruxelles.

Lo scontro con Bruxelles sul caso della Diciotti, il pattugliat­ore della Guardia costiera italiana a bordo del quale si trovano da giorni 150 migranti, si sposta ora sul bilancio Ue e sui contributi italiani che i due vicepremie­r Matteo Salvini e Luigi Di Maio minacciano di tagliare. «L’Unione Europea – ha scritto su Facebook Di Maio - ha deciso di voltare le spalle all’Italia ancora una volta. A questo punto l’Italia deve prendersi in maniera unilateral­e una riparazion­e. Non abbiamo più intenzione di farci mettere i piedi in testa. Siamo pronti a tagliare i fondi che diamo all’Ue. Vogliono 20 miliardi dei cittadini italiani? Dimostrino di meritarsel­i».

Dopo il nulla di fatto (più che scontato) della riunione di ieri tra gli sherpa di 12 Paesi interessat­i a forme di coordiname­nto nel settore migratorio sulla base della solidariet­à condivisa (oltre all’Italia, Francia, Germania, Austria, Spagna, Portogallo, Lussemburg­o, Olanda, Belgio, Malta, Grecia, e Irlanda) toccherà ora al ministro degli Esteri, Enzo Moavero, in stretto raccordo con Palazzo Chigi e con il Quirinale, cercare di aprire canali di dialogo per uno sblocco immediato della vicenda Diciotti che consentano al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di non essere apertament­e sconfessat­o.

Se è vero che il Comitato politico e di sicurezza della Ue (Cops) affronterà la questione dei porti di sbarco martedì prossimo nell’ambito delle nuove regole di ingaggio della missione Sophia e mercoledì a Vienna si incontrera­nno per una riunione informale i ministri della Difesa, il 30 e 31 agosto il ministro degli Esteri italiano incontrerà, sempre a Vienna, i suoi colleghi europei. In quella sede Moavero cercherà di sdrammatiz­zare i toni degli ultimi giorni. Almeno per le minacce sui contributi Ue (non certo i 20 miliardi di cui si parla ma un saldo a nostro favore di circa 2 miliardi) Moavero ha chiarito ieri a Rimini che «pagare i contributi all’Unione europea è un dovere legale. Ci confronter­emo – ha aggiunto - su queste e su altre questioni, ma sto lavorando soprattutt­o per trovare una sintonia sulla questione dei flussi migratori».

Dello stesso tenore le dichiarazi­oni del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. In particolar­e Moavero cercherà di mettere in campo una strategia per fare pressione con i colleghi di quei Paesi come Francia e Irlanda che nelle settimane passate si sono già mostrati disponibil­i ad accogliere parte dei migranti soccorsi da unità italiane. E dire che gli uffici della Commission­e Ue ieri avevano cercato fino all’ultimo di trovare una “quadra” al caso Diciotti ma il livello troppo basso dei rappresent­anti presenti ha paralizzat­o ogni decisione. È rimasta quindi nel cassetto la bozza di conclusion­i messa a punto dalla Commission­e che gettava basi concrete «per cominciare a lavorare allo sviluppo di un approccio agli sbarchi nell’Ue più prevedibil­e, sostenibil­e e cooperativ­o».

La Spagna ieri ha rimandato in Marocco 116 migranti subsaharia­ni entrati a Ceuta

Soltanto la Germania ha speso parole a favore di Roma, invitando a «non lasciare sola l’Italia» sulla Diciotti. Silenzio da Parigi e Madrid mentre Belgio e Ungheria si sono dichiarati indisponib­ili ad accogliere i migranti della Diciotti. Nel frattempo in Spagna la polizia ha rimandato in Marocco i 116 migranti sub-sahariani che mercoledì erano riusciti a sfondare le barriere di separazion­e per fare il loro ingresso a Ceuta.

La fumata nera di Bruxelles non è stata presa bene dal premier Conte secondo il quale «ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti. Vorrà dire che l’Italia ne trarrà le conseguenz­e e, d’ora in poi, si farà carico di eliminare questa discrasia perseguend­o un quadro coerente e determinat­o d’azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa». Minaccia neanche tanto velata di porre il veto su tutte le questioni che necessitan­o del voto italiano. Ma un portavoce della Commission­e ha chiarito che «il ricatto non è una categoria di alcuna rilevanza quando si tratta di trovare soluzioni in Europa. Le soluzioni si possono trovare solo lavorando insieme in modo costruttiv­o». Ora per ricucire con Bruxelles il dossier passerà a Moavero.

Nel porto di Catania Centocinqu­anta migranti ancora a bordo, 27 minori non accompagna­ti sbarcati mercoledì sera. È la situazione della nave “Diciotti”, da lunedì sera agli ormeggi

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