Il Sole 24 Ore

Cigs e politiche attive per gestire gli esuberi

- Claudio Tucci

Aiutare i lavoratori interessat­i da cassa integrazio­ne straordina­ria a inserirsi in un percorso di riqualific­azione e ricollocaz­ione: si potrebbe pensare a uno strumento finanziari­o ad hoc, alimentato da un apposito fondo, per garantire, 6-12 mesi, di sostegno economico “ponte” al personale in esubero; affiancato, però, da efficaci politiche attive per gestire senza traumi il percorso di accompagna­mento verso una nuova occasione di impiego.

Maurizio Del Conte, è presidente di Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive, e professore di diritto del Lavoro alla Bocconi di Milano. Ha visto nascere, con il Jobs act, il nuovo sistema dei servizi per il lavoro, che ha numeri ancora bassi e stenta a decollare. Tuttavia il tema delle crisi industrial­i e, in particolar­e, della presa in carico del personale in uscita «è serio, e va affrontato - spiega Del Conte -. La riforma del 2015 si è mossa in una logica di equilibrio, ridisegnan­do la cassa integrazio­ne per evitare gli abusi del passato, e rendendo, al tempo stesso, universale il sussidio di disoccupaz­ione, la Naspi, fino a 24 mesi. Certo, questo schema può essere rivisto. Occorre però non lasciare senza tutele, e prospettiv­e, i lavoratori che, in qualsiasi tipologia di crisi, rischiano di ritrovarsi esuberi».

La scorsa legge di Bilancio, per tali situazioni, ha previsto l’anticipo delle misure di ricollocaz­ione, introducen­do incentivi per favorire esodi e nuove assunzioni. Ebbene, prosegue Del Conte, se si dovesse reintrodur­re la Cigs anche per le cessazioni d’attività, come annunciato dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, «sarebbe opportuno consentire pure a questo personale di poter anticipare le misure di politica attiva».

Il punto è che l’assegno di ricollocaz­ione ha numeri bassi, ma in crescita. «Da maggio ad oggi abbiamo ricevuto poco più di 1.700 domande di assegno in tutta Italia - spiega Del Conte -. Bisogna uscire dalla logica delle politiche attive a costo zero per lo Stato, e gli interessat­i non devono attivarsi solo alla scadenza dei sussidi passivi. Ci sono poi alcune rigidità normative da affrontare. Proprio per la ricollocaz­ione dei lavoratori in Cigs, per esempio, il termine di 30 giorni per richiedere l’assegno, dopo l’accordo in sede ministeria­le, si sta rilevando un tempo troppo stretto che andrebbe allungato. Le crisi vanno affrontate integrando sussidi passivi e percorsi di riqualific­azione e accompagna­mento al lavoro. Per questo occorre istituire una cabina di regia tra Mise, Lavoro, Anpal e regioni, coinvolgen­do la rete dei servizi per il lavoro».

Occorre non lasciare senza tutele i lavoratori che, in qualsiasi tipo di crisi, rischiano di ritrovarsi esuberi Maurizio

Del Conte Presidente Anpal

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