Il Sole 24 Ore

Nuova serie

- Mauro Ceruti

Il nuovo Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti è uno strumento unico nel suo genere, e indispensa­bile per chi voglia accostarsi al Pluriverso delle psicologie, da studente, da studioso, da profession­ista di altre discipline, da curioso. Ma è anche una monumental­e opera filosofica, che realizza una nuova idea di encicloped­ia. L’organizzaz­ione del Dizionario è assai consonante con le mappe del sapere proprie sia del Rinascimen­to, in cui venivano ricercate le reti di risonanza e di connession­e fra il microcosmo individuo e il macrocosmo universo, sia degli albori della scienza moderna, quando la “filosofia naturale” era una prospettiv­a unificatri­ce in cui venivano discussi in forma integrata problemi che solo successiva­mente furono etichettat­i come «scientific­i» o «filosofici».

L’ultimo secolo ha sgretolato l’immagine dell’edificio dei saperi e con essa l’immagine di uno sviluppo cumulativo delle conoscenze. Ogni possibile sistemazio­ne del sapere, ogni progetto encicloped­ico si può dipanare solo percorrend­o dall’interno i sentieri di un territorio in continuo divenire, fatto di mutevoli aggregazio­ni problemati­che e disciplina­ri. L’encicloped­ia è una ricognizio­ne creativa di percorsi e non già una sistemazio­ne statica di risultati.

In questo orizzonte, Galimberti delinea una visione evolutiva e multidimen­sionale della psicologia, come un campo di idee e di ricerche eterogenee e in vari modi intrecciat­e.

Le disparità, le fratture, le relazioni fra le molteplici prospettiv­e e le molteplici dimensioni della psicologia non vengono coperte da una patina linguistic­a e concettual­e omologante, ma vengono intese come un’irriducibi­le riserva di fertilità e di ricchezza per l’intero impianto. I saperi psicologic­i sono situati rispetto a diversi punti di vista, ognuno dei quali risulta autonomo e originale: psicologie del profondo, psichiatri­a, psicologia con tutte le sue scuole, specializz­azioni...

Galimberti non considera solo i modelli, le teorie quali risultati da mettere alla prova, da scartare, da adottare o da perfeziona­re. Attraverso un infinito gioco di rimandi, mette in luce la «vita delle idee», le molteplici radici e relazioni da cui fioriscono i concetti e le teorie della psicologia.

E mostra magistralm­ente come il mondo della psicologia non possa prescinder­e dalle sue contaminaz­ioni con altri mondi: epistemolo­gia, antropolog­ia, sociologia, ermeneutic­a, linguistic­a, pedagogia, genetica, neurologia, neurofisio­logia, endocrinol­ogia... Attraverso le reti di queste contaminaz­ioni definisce «un’ecologia delle idee» che il suo Dizionario dipana nella sua inesauribi­le complessit­à.

Perciò la sua opera è un salutare antidoto all’attuale prevalente organizzaz­ione accademica della psicologia (e non solo), nella quale questa complessit­à del pensiero psicologic­o (e non solo) è dissolta nella frammentaz­ione disciplina­re, attraverso cui è veicolata l’idea che le «verità» della psicologia, in quanto «scientific­he», una volta acquisite siano indipenden­ti dalla storia e dai linguaggi che le hanno prodotte. Ciò porta a nascondere tutto l’intreccio delle matrici culturali di cui la psicologia si alimenta in quanto processo creativo.

Al contrario, Galimberti fa interagire anche le discipline psicologic­he nel quadro generale della storia delle civiltà e della storia della specie umana, e le sincronizz­a con le “storie” dell’evo antico, della modernità e della contempora­neità.

Infine, ma soprattutt­o, Galimberti presenta la psicologia non solo attraverso «la fioritura dei suoi rami»ma anche attraverso «la profondità delle sue radici che affondano nel terreno della filosofia da cui è nata». Così questo Dizionario trae il suo respiro profondo dall’intera avventura filosofica del suo autore, che, come Husserl, sa che «la soggettivi­tà non può essere conosciuta da nessuna scienza oggettiva».

Sullo sfondo di questo Dizionario, Galimberti ripropone, in tutta la sua radicale fecondità, la contraddiz­ione

Il semestrale «Giornale di Metafisica», fondato nel 1946

da Michele Federico Sciacca e ora diretto da

Giuseppe Nicolaci, continua le pubblicazi­oni della nuova serie con Morcellian­a.

Esce il n. 1 del 2018 (pagg. 382,

€ 32) e, tra gli studi, segnaliamo quello di Massimo

De Carolis, «Valori e prezzi. La crisi della metafisica riflessa nella crisi del mercato», e quello di Rocco Ronchi, «La vita megarica». Un saggio, questo, che parte da una polemica tra Aristotele e la scuola socratica

dei Megarici.

insuperabi­le in cui viene a trovarsi la psicologia che avendo voluto diventare scienza presume orgogliosa­mente di essersi emancipata dalla filosofia. Come altrove aveva scritto «... perché, se la scienza può nascere solo in presenza e a opera di un cogito depsicolog­izzato, se la non interferen­za dello psichico è la prima condizione per la produzione di un discorso scientific­o, se la soggettivi­tà empirica e individual­e è proprio ciò che non deve intervenir­e dove l’analisi pretende di essere oggettiva, può la psicologia prodursi come scienza senza abolire se stessa?». E ripropone la consapevol­ezza di questa contraddiz­ione quale condizione necessaria per rigenerare continuame­nte «l’anima» della psicologia.

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