Nuova serie
Il nuovo Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti è uno strumento unico nel suo genere, e indispensabile per chi voglia accostarsi al Pluriverso delle psicologie, da studente, da studioso, da professionista di altre discipline, da curioso. Ma è anche una monumentale opera filosofica, che realizza una nuova idea di enciclopedia. L’organizzazione del Dizionario è assai consonante con le mappe del sapere proprie sia del Rinascimento, in cui venivano ricercate le reti di risonanza e di connessione fra il microcosmo individuo e il macrocosmo universo, sia degli albori della scienza moderna, quando la “filosofia naturale” era una prospettiva unificatrice in cui venivano discussi in forma integrata problemi che solo successivamente furono etichettati come «scientifici» o «filosofici».
L’ultimo secolo ha sgretolato l’immagine dell’edificio dei saperi e con essa l’immagine di uno sviluppo cumulativo delle conoscenze. Ogni possibile sistemazione del sapere, ogni progetto enciclopedico si può dipanare solo percorrendo dall’interno i sentieri di un territorio in continuo divenire, fatto di mutevoli aggregazioni problematiche e disciplinari. L’enciclopedia è una ricognizione creativa di percorsi e non già una sistemazione statica di risultati.
In questo orizzonte, Galimberti delinea una visione evolutiva e multidimensionale della psicologia, come un campo di idee e di ricerche eterogenee e in vari modi intrecciate.
Le disparità, le fratture, le relazioni fra le molteplici prospettive e le molteplici dimensioni della psicologia non vengono coperte da una patina linguistica e concettuale omologante, ma vengono intese come un’irriducibile riserva di fertilità e di ricchezza per l’intero impianto. I saperi psicologici sono situati rispetto a diversi punti di vista, ognuno dei quali risulta autonomo e originale: psicologie del profondo, psichiatria, psicologia con tutte le sue scuole, specializzazioni...
Galimberti non considera solo i modelli, le teorie quali risultati da mettere alla prova, da scartare, da adottare o da perfezionare. Attraverso un infinito gioco di rimandi, mette in luce la «vita delle idee», le molteplici radici e relazioni da cui fioriscono i concetti e le teorie della psicologia.
E mostra magistralmente come il mondo della psicologia non possa prescindere dalle sue contaminazioni con altri mondi: epistemologia, antropologia, sociologia, ermeneutica, linguistica, pedagogia, genetica, neurologia, neurofisiologia, endocrinologia... Attraverso le reti di queste contaminazioni definisce «un’ecologia delle idee» che il suo Dizionario dipana nella sua inesauribile complessità.
Perciò la sua opera è un salutare antidoto all’attuale prevalente organizzazione accademica della psicologia (e non solo), nella quale questa complessità del pensiero psicologico (e non solo) è dissolta nella frammentazione disciplinare, attraverso cui è veicolata l’idea che le «verità» della psicologia, in quanto «scientifiche», una volta acquisite siano indipendenti dalla storia e dai linguaggi che le hanno prodotte. Ciò porta a nascondere tutto l’intreccio delle matrici culturali di cui la psicologia si alimenta in quanto processo creativo.
Al contrario, Galimberti fa interagire anche le discipline psicologiche nel quadro generale della storia delle civiltà e della storia della specie umana, e le sincronizza con le “storie” dell’evo antico, della modernità e della contemporaneità.
Infine, ma soprattutto, Galimberti presenta la psicologia non solo attraverso «la fioritura dei suoi rami»ma anche attraverso «la profondità delle sue radici che affondano nel terreno della filosofia da cui è nata». Così questo Dizionario trae il suo respiro profondo dall’intera avventura filosofica del suo autore, che, come Husserl, sa che «la soggettività non può essere conosciuta da nessuna scienza oggettiva».
Sullo sfondo di questo Dizionario, Galimberti ripropone, in tutta la sua radicale fecondità, la contraddizione
Il semestrale «Giornale di Metafisica», fondato nel 1946
da Michele Federico Sciacca e ora diretto da
Giuseppe Nicolaci, continua le pubblicazioni della nuova serie con Morcelliana.
Esce il n. 1 del 2018 (pagg. 382,
€ 32) e, tra gli studi, segnaliamo quello di Massimo
De Carolis, «Valori e prezzi. La crisi della metafisica riflessa nella crisi del mercato», e quello di Rocco Ronchi, «La vita megarica». Un saggio, questo, che parte da una polemica tra Aristotele e la scuola socratica
dei Megarici.
insuperabile in cui viene a trovarsi la psicologia che avendo voluto diventare scienza presume orgogliosamente di essersi emancipata dalla filosofia. Come altrove aveva scritto «... perché, se la scienza può nascere solo in presenza e a opera di un cogito depsicologizzato, se la non interferenza dello psichico è la prima condizione per la produzione di un discorso scientifico, se la soggettività empirica e individuale è proprio ciò che non deve intervenire dove l’analisi pretende di essere oggettiva, può la psicologia prodursi come scienza senza abolire se stessa?». E ripropone la consapevolezza di questa contraddizione quale condizione necessaria per rigenerare continuamente «l’anima» della psicologia.