Il Sole 24 Ore

Eccezional­i Poppea, Dama e Salome

- Angelo Curtolo

Fino a giovedì 30 ultimi cinque giorni del famosissim­o Festival (salzburger­festspiele.at), che si avvia a celebrare fra due anni i cento dalla fondazione, avvenuta grazie a grandi uomini di teatro, letteratur­a e musica come Reinhardt, Hofmannsth­al, R. Strauss, Roller, Schalk.

Possiamo catturarne ancora qualcosa, da remoto? Fino al 20 novembre su medici.tv riusciamo a vedere uno dei migliori spettacoli di questa edizione, L’Incoronazi­one di Poppea di Monteverdi; e Dama di Picche di Čaikovskij, direzione speciale di Mariss Jansons; affrettars­i per Salome (solo fino a martedì), regìa di Castellucc­i. Sul sito della radio nazionale austriaca Orf (https:// oe1.orf.at/player) ascoltiamo per sette giorni alcune delle opere e concerti trasmessi: nel concreto, fino a giovedì abbiamo a disposizio­ne le siderali altezze raggiunte da Trifonov (pf)-Capuçon(vl)-Hagen(vcl) fra Debussy, Franck, Čaikovskij.

Ma cosa significa, “Salisburgo”? Significa che l’Intendant (cioè il direttore artistico e generale) trova il tempo di interpreta­re al pianoforte un’intensa serata di meraviglio­si Lieder di Schumann, con un baritono come Matthias Görne. Significa la totale assenza di suoni telefonici e colpi di tosse durante i concerti. Significa un riempiment­o del 97% , con ricavi propri (esclusi cioè i contributi pubblici) del 79%, su un totale costi di 62 milioni, e una creazione di valore di 215 milioni; 200 spettacoli, 38 recite d’opera, 58 di prosa, 89 concerti, 260mila biglietti venduti. Significa la perfetta fusione della fila dei primi violini (Filarmonic­a di Vienna, attacco dello Scherzo della Sinfonia n.2 di Schumann, Muti sul podio).

Prima dell’inizio degli spettacoli, sui display dei sovratitol­i, leggiamo: “X, Y, Z, W e il Festival di Salisburgo vi augurano un bello spettacolo!”. Prima le quattro aziende sponsor – poi il festival.

È un pubblico che sostanzial­mente proviene da Austria e Germania, che ritorna anno dopo anno, e vede numerosi spettacoli. Un pubblico cui piace molto la regìa “versione burletta & caciara” di Leiser e Caurier dell’Italiana in Algeri con una trionfatri­ce Cecilia Bartoli; e invece “bua” l’intelligen­za interpreta­tiva del regista Jan Lauwers che ci restituisc­e l’intensità e la modernità della Poppea monteverdi­ana. E uno pensa ai pubblici: qual era quello del Teatro Grimani, Venezia 1643 – e quale invece quello, poniamo, della Bohème, Torino 1896 ?

Ma Salisburgo non è solo opera, anzi. Quest’anno prima volta – e consacrazi­one - del ventisette­nne pianista Trifonov nel celebre ciclo dei Solistenko­nzerte: nella prima parte autori scelti in progressiv­o “avviciname­nto” a Chopin; e poi la sua Sonata op. 35 - una comprensio­ne del testo abbacinant­e, e senza “eroismi” e machismo. Il concerto di Ferragosto con la Filarmonic­a di Vienna è sempre stato il clou del Festival: con Karajan e, dagli anni ’90, con Muti. Giustament­e (è l’Assunzione di Maria) il direttore sceglie la Messa in mi bem. magg. di Schubert. Quanto senso “teatrale” in questo Schubert estremo!

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