Genova e il nodo-commissario
Si allungano i tempi per la nomina del commissario straordinario alla ricostruzione e per il “decreto Genova” con cui l’esecutivo Conte vorrebbe pianificare gli interventi dopo il crollo del ponte Morandi. Ad agitare le acque è proprio il nome del futuro commissario, su cui si gioca una partita politica tra gli alleati di governo e Forza Italia.
Il governatore ligure, l’azzurro Giovanni Toti, che ha assunto l’incarico di commissario per l’emergenza, aveva subito dato la sua disponibilità a gestire anche la fase successiva. Ma la maggioranza non marcia compatta e la quadra non si trova. Pesano le remore dei Cinque Stelle nell’assegnare un incarico così delicato a un esponente di primo piano di Fi, seppure da sempre tra i forzisti del Nord più vicini al Carroccio. E pesano le perplessità crescenti nella Lega, che con Forza Italia ha il conto aperto del “no” a Marcello Foa alla presidenza della Rai. Per questo aumentano le quotazioni al ruolo di commissario del genovese Edoardo Rixi, sottosegretario alle Infrastrutture.
Le prossime due settimane saranno decisive per sciogliere il nodo della nomina e del pool di aziende che saranno coinvolte nella costruzione del nuovo ponte. Domani il ministro Danilo Toninelli riferirà alle commissioni competenti in Parlamento. E in settimana Autostrade dovrebbe presentare il piano delle demolizioni di quel che resta del ponte: la vera urgenza che attanaglia la città.