SCIENZIATI, DIAVOLERIE E SUPEREROI DA SBALLO
s Si scrive supereroico, si legge commedia (a rotta di collo).
Ant-Man and the Wasp passa da una situazione comica all’altra, concedendosi(ci) negli intervalli duelli e inseguimenti senza tregua. La formula si evolve, e i generi si mescolano. L’Uomo-Formica, reduce da avventure precedenti, si trova agli arresti domiciliari, intento a inventare giochi nuovi di zecca per la giovane figlia che gli tiene compagnia. Ma una nuova sfida, ovviamente, lo attende. L’eroe reticente (rischia di finire in galera per anni e anni) è chiamato al dovere da due vecchi amici con cui da tempo i rapporti si sono interrotti: uno scienziato che ha scoperto il modo di penetrare nel mondo delle particelle subatomiche e la figlia, capace di trasformarsi all’occorrenza nella supereroina The Wasp. La missione? Recuperare la moglie-madre dei due, catapultata nell’infinitamente piccolo ben trent’anni prima (ma cosa fumano gli sceneggiatori di Hollywood?). Gran parte del divertimento sta nel fatto che le varie diavolerie ipertecnologiche inventate dallo scienziato funzionano sì, ma sempre con qualche inghippo. Così, quando Ant-Man deve diventare piccolo piccolo come una formichina, non è detto che ce la faccia: ed eccolo invece grande come la statua della libertà, visibile a chilometri e chilometri di distanza. E non può mancare l’antagonista, il personaggio cattivo, una donna dai superpoteri affetta da un’anomalia molecolare che le permette di attraversare i corpi (ma poi, poverina, si scopre che tanto cattiva non è, anzi…). E via, di follia in follia, con un tocco di ironia che non manca mai e che rende il tutto un prodotto di fresco, e intelligente, giocattolone da svariate decine di milioni di dollaroni sonanti.