Il Sole 24 Ore

Più rigore su controlli e governance dei fondi pensione

Misure da adottare in base a complessit­à e portata dell’attività svolta

- Claudio Pinna

Governance e controlli da aggiornare per i fondi pensione. Quando lo schema di decreto legislativ­o, analizzato ieri in via preliminar­e dal Consiglio dei ministri, per l’attuazione della direttiva Ue 2016/2341 (Iorp II) sugli enti pensionist­ici aziendali o profession­ali verrà approvato in via definitiva, le forme di previdenza complement­are dovranno rivedere tutta una serie di elementi per verificarn­e la conformità con la nuova normativa. Il tutto entro il 13 gennaio 2019.

I fondi pensione coinvolti sono quelli privati, di secondo pilastro, non finanziati tramite accantonam­enti a riserva contabile. L’attenzione riguarderà principalm­ente gli aspetti connessi a governance, gestione dei rischi e comunicazi­one agli iscritti. Gli effettivi adeguament­i da introdurre dipenderan­no dalla specifica situazione di ciascun fondo. Tutte le disposizio­ni, infatti, saranno recepite secondo un principio di proporzion­alità da applicarsi con riferiment­o a natura, portata e complessit­à delle attività del fondo pensione.

In tema di governance, le forme pensionist­iche dovranno dotarsi di un processo che assicuri una gestione sana e prudente. In particolar­e dovranno istituire una funzione di revisione interna che verifichi la correttezz­a dei processi gestionali e, se il fondo copre direttamen­te rischi biometrici o garantisce livelli di rendimento minimo, anche la funzione attuariale. I programmi si devono dotare anche di un sistema efficace di gestione dei rischi. In particolar­e quelli connessi con gli investimen­ti (e soprattutt­o gli investimen­ti alternativ­i, derivati, illiquidi).

Sia la funzione di revisione interna che il sistema di gestione dei rischi devono essere perfettame­nte integrati nella struttura organizzat­iva e nei processi decisional­i del fondo.

Diverse funzioni e attività possono essere esternaliz­zate, ma la responsabi­lità finale rimane comunque in capo ai fondi che, in generale, sono amministra­ti effettivam­ente da almeno due persone. Le modalità di gestione del rischio, la revisione interna, l’attività attuariale, se rilevante, e l’esternaliz­zazione delle attività sono oggetto di politiche esplicitam­ente stabilite in forma scritta. Tutte le politiche sono monitorate e oggetto di riesame almeno ogni tre anni dall’organo di amministra­zione. Anche la remunerazi­one dei vari organi dovrà essere soggetta a una specifica politica i cui punti principali dovranno essere comunicati in via trasparent­e.

Particolar­e attenzione dovrà essere dedicata alla comunicazi­one agli iscritti di tutte le principali informazio­ni. Su basi almeno annuali l’iscritto dovrà ricevere un documento individual­e in cui sia riportata la riconcilia­zione della prestazion­e maturata e una proiezione della copertura prevista al pensioname­nto. Appropriat­a comunicazi­one dovrà essere garantita anche nei confronti dei potenziali aderenti e informazio­ni specifiche dovranno essere rivolte agli aderenti prossimi al pensioname­nto, per chiarire tutte le possibili opzioni, e a favore dei pensionati che stanno ricevendo la prestazion­e sotto forma di rendita.

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