Il Sole 24 Ore

Tesla cade sulla marijuana fumata da Musk

- Dal nostro corrispond­ente Riccardo Barlaam

Sarà ricordata probabilme­nte come la “canna” più costosa della storia quella di Elon Musk. Ieri dopo le immagini del video virale in cui il ceo di Tesla fuma marjiuana si è scatenata un’ondata di vendite a Wall Street. Il titolo ha ceduto oltre il 6%, lasciando per strada circa tre miliardi di dollari di capitalizz­azione. La chiacchier­ata di Musk in diretta sul podcast del comico Joe Rogan voleva essere un’occasione per parlare della sua visione del mondo. Due ore e mezza di discorsi a ruota libera. Fino alla trappola del conduttore che ha tirato fuori una sigaretta a base di tabacco e marjiuana, legale in California. Assieme a un bicchiere di whiskey. Musk beve, fa qualche tiro: «Non sono un fumatore abituale di erba. Non credo aiuti la produttivi­tà», dice con i fumi che gli salgono davanti al viso ripresi dalla telecamera. Tanto è bastato per far scoppiare il caos in Borsa. In Tesla è in corso una fuga di top manager. Il direttore della contabilit­à Dave Morton, assunto il 6 agosto scorso, ha già deciso di lasciare. Morton, ex cfo Seagate, ha spiegato di aver presentato le dimissioni alla luce del livello troppo elevato di attenzione sull’azienda dopo i tweet di Musk sul delisting. La responsabi­le delle risorse umane Gabrielle Toledano, si è presa un periodo di aspettativ­a e ha appena fatto sapere che non tornerà in azienda al termine del congedo. Lo spinello in diretta web è solo l’ultimo di una serie di episodi sfortunati di Musk che hanno danneggiat­o l’immagine della società. E messo in evidenza ciò che da tempo lamentano gli investitor­i: i limiti della governance di Tesla, incentrata su una sola persona. Diversi analisti parlano della necessità ora di nominare un numero due forte. Una sorta di tutore che affianchi Musk.

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