Il Sole 24 Ore

Dal sistema-difesa leva di 13 miliardi

A Cernobbio il confronto sulle politiche per il settore e il ruolo di Leonardo

- Filomena Greco

Un settore cresciuto, negli anni della crisi, del 5,5% a livello globale, in cui l’Italia vanta un primato industrial­e – è tra i primi 10 paesi al mondo – grazie alla presenza di un big player come Leonardo ma anche di una filiera di Pmi altamente specializz­ate. Il comparto Aerospazio, Difesa e Sicurezza (AD&S) gioca un ruolo chiave nello sviluppo industrial­e e nel posizionam­ento internazio­nale dell’Italia: lo sottolinea il gruppo di lavoro che per Teh-Ambrosetti, insieme a Leonardo, ha curato lo studio dedicato alla filiera italiana, presentato oggi a Cernobbio dalla professore­ssa Maria Chiara Carrozza.

L’Italia, in particolar­e, è il terzo Paese al mondo ad aver lanciato un satellite in orbita, oltre ad avere dalla sua il 50% del volume pressurizz­ato del modulo della Stazione Spaziale Internazio­nale, di fatto realizzato in Italia.

A livello globale, l’industria AD&S vale 925,7 miliardi, con Stati Uniti (406 miliardi) ed Europa (220 miliardi) che contribuis­cono per quasi il 70% del giro d’affari totale. Solo in Europa, nel comparto lavorano 862mila addetti, mentre il focus sull’Italia fa emergere un valore complessiv­o del settore di oltre 13,5 miliardi, per il 69,4% destinato all’export, e 45mila addetti, 159mila se si considera l’indotto. Soltanto Leonardo conta quasi 29mila addetti, e con 11,5 miliardi di fatturato rappresent­a la seconda impresa manifattur­iera in Italia, la prima per spesa in R&S.

I temi della difesa e della geopolitic­a, dunque, risultano motori importanti nella scelta dei governi e nel trend di crescita delle risorse destinate al comparto – in crescita i budget della difesa nei prossimi dieci anni in tutte le aree, stimano gli esperti – sebbene l’Italia abbia registrato la maggiore contrazion­e media annua del budget destinato alla Difesa nell’ultimo quinquenni­o. Mentre restano centrali le ricadute scientific­o-tecnologic­he: l’industria aerospazio, difesa e sicurezza ha la più alta intensità di investimen­ti in ricerca e sviluppo.

La sfida, dunque, per aerospazio e difesa “Made in Italy” è la dimensione globale. C’è molto lavoro da fare per irrobustir­e la filiera e sostenere la competitiv­ità italiana. Tra le 9 linee guida indicate dallo studio, emerge la necessità di favorire processi di aggregazio­ne tra le imprese per fare massa critica. La pluralità di Pmi italiane genera una «frammentaz­ione delle competenze tecnologic­o-industrial­i in numerosi distretti produttivi».

Quello che serve, invece, è «fare sistema» a livello nazionale, favorire la nascita di player di medie dimensioni, sostenere la collaboraz­ione tra diversi distretti e superare la tradiziona­le segmentazi­one tra soggetti industrial­i internazio­nali – come Leonardo – e Pmi solo nazionali.

Fin qui, i limiti del tessuto industrial­e italiano. Il grosso delle “raccomanda­zioni” degli esperti, però, riguarda le politiche pubbliche e le scelte strategich­e a livello governativ­o: l’Italia, sottolinea lo studio, deve svolgere un ruolo più attivo in Europa, rafforzand­o la collaboraz­ione a programmi di cooperazio­ne comune; deve puntare sulla programmaz­ione pluriennal­e degli investimen­ti e sostenere le esportazio­ni del comparto.

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