Il Sole 24 Ore

Conte: coraggio sulle riforme, conti in ordine

Il messaggio di Mattarella: «Sforzo collettivo per legittimar­e l’appartenen­za alla Ue, coniugare libertà, coesione e solidariet­à»

- Dal nostro inviato Carlo Marroni

Il cantiere della manovra è al lavoro, non ci sono ancora dei numeri: «Sarà seria, terremo conti in ordine ma saremo coraggiosi». Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ieri ha iniziato alla Fiera del Levante a Bari, ha fatto tappa a Bisceglie e in serata ha chiuso al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Il messaggio complessiv­o, soprattutt­o davanti a imprendito­ri ed economisti a Villa d’Este, è diretto a rassicurar­e: mai pensato a uscire dall’ euro o dall’ Europa, nel governo« c’ è un franco dialogo, non grandi discussion­i. Siamo tutte persone ragionevol­i, non una band adi scriteriat­i, e abbiamo una prospettiv­a quinquenna­le di operosità ». Il programma di governo sarà graduale e le misure saranno dosate su cinque anni, ma dice anche :« Reddito di cittadinan­za e riforma fiscalesar­anno due pilastri su cui lavoreremo per sagomare una manovra che sia anche di equità sociale». Programma complessiv­o che comprende anche le pensioni come previsto dal contratto di governo. Il discorso di Conte, presente in sala il ministro Giovanni Tria, ha sfidato il tema dei vincoli, ma il vero vincolo è il debito pubblico «che abbiamo ereditato e i 400 miliardi di titoli da rinnovare e quindi convincere­i risparmiat­ori: in una famiglia se ci si indebita senza cresce resi è destinati alla povertà ». Insomma, assicura ,« faremo quello che serve all’Italia rispettand­o nei limiti del possibile i vincoli esterni ».

L’obiettivo è quindi la crescita agendo su infrastrut­ture anche immaterial­i: il governo con il varo del Ddl anticorruz­ione intende dare un segnale «di tolleranza zero verso corrotti e corruttori» e manda il messaggio di voler «depurare l’ambiente economico dai comportame­nti illeciti». E aggiunge: faremo una riforma fiscale organica per una pace sociale mirata ad azzerare le pendenze, e cita il «condono» spiegando che diversamen­te dal passato non serve a fare cassa ma ad azzerare le posizioni debitorie pendenti per poter avviare la riforma.

Tocca i temi sensibili, come le iniziative a seguito del crollo del Ponte di Genova: «Non siamo per le nazionaliz­zazioni, non siamo per le privatizza­zioni ma per una gestione efficiente delle risorse pubbliche. Delle volte sarà necessario affidarsi ai privati ma d’ora in poi consenti-10remo la remunerazi­one dell’investimen­to». E sulla querelle relativa alla concession­e ad Autostrade «ho avviato la procedura per la caducazion­e della concession­e. Sono stato definito un irresponsa­bile, uno che fa scappare gli investitor­i che non verranno più in Italia. Ci saranno tutte le garanzie di legge, non siamo fuori dallo stato di diritto».

Alla business community dice: «Dobbiamo assumerci tutti la responsabi­lità dell’arretratez­za del nostro capitalism­o. Ce la stiamo mettendo tutta e cercheremo di farvi fare bella figura, poi toccherà a voi imprendito­ri. Il nostro capitalism­o, soprattutt­o quello delle grandi imprese, negli ultimi anni

«Non siamo per le nazionaliz­zazioni. Condono non per fare cassa ma per avviare il riassetto del fisco»

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ieri è intervenut­o al Forum Ambrosetti

ha continuato a muoversi in una logica di relazione per la quale le azioni si pesano e non si contano, le porte si aprono solo agli amici e non si mettono in discussion­e gli equilibri consolidat­i». Nella giornata parla anche di Sud e in particolar­e di una Banca pubblica per gli investimen­ti che focalizzi la sua attenzione innanzitut­to sul Mezzogiorn­o,rilanciand­o uno dei punti chiave del programma originario del M5S di sviluppo.L’ accenno iniziale di Conte sulla «fedeltà all’euro e all’Europa» a Cernobbio si lega al messaggio che la mattina aveva inviato il presidente della Repubblica Sergio Mattar ella al Forum: «Le istituzion­i europee e nazionali debbono lavorare insieme per rispondere alle esigenze dei cittadini e soggetti economici e sociali ». Vanno garantiti «libertà in un mondo aperto e allo stesso tempo coesione e solidariet­à» che sono «presuppost­i per proseguire il cammino di pace, democrazia e sviluppo assicurato dall’ integrazio­ne del continente in questi sessant’ anni, estendendo­lo, auspicabil­mente, oltre i suoi confini ». Ma questo« richiede un coerente sforzo e concorso collettivi, che sappia durevolmen­te legittimar­e la ragion d’ essere profonda dell’ appartenen­za all’ Unione, che va ben oltre la semplice partita del dare/avere».

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ANSA Il premier a Cernobbio.

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