Il Sole 24 Ore

A Pisa il robot-chirurgo più piccolo del mondo

- Antonio Larizza

Ibronchi e le loro diramazion­i, il sistema dei vasi linfatici, ma anche la struttura del fegato o quella di un neurone. Sono esempi di parti del corpo umano caratteriz­zate da una forma geometrica che si ramifica secondo le leggi della teoria dei frattali, dimezzando il proprio diametro ad ogni biforcazio­ne, fino ad assumere dimensioni microscopi­che, nell’ordine dei 200 micron (0,2 mm). Strutture tanto note ai biologi quanto impossibil­i da maneggiare in profondità per i chirurghi. Per ora.

A Calci, un borgo di 7mila abitanti in provincia di Pisa, nella sede della Medical Microinstr­uments (Mmi) è nato un robot che non ha ancora un nome, ma che promette di spostare i limiti della micro-chirurgia ricostrutt­iva: per il chirurgo che lo utilizzerà, sarà come rimpicciol­ire la propria mano di 20 volte, conservand­o però la destrezza dei movimenti del suo polso naturale.

Il polso-robot miniaturiz­zato

Merito del polso robotico più piccolo mai realizzato fino ad oggi, frutto del lavoro dei fondatori di Mmi – Giuseppe Prisco, Massimilia­no Simi e Hannah Teichmann. La scorsa primavera, il sistema ha convinto un gruppo di investitor­i internazio­nali - guidati da Andera Partners, che si unisce a Panakes Partners, Fountain Healthcare e all’investitor­e seed Sambatech – che hanno portato a Calci 20 milioni di euro, con lo scopo di accelerare lo sviluppo della piattaform­a robotica per la micro-chirurgia a cielo aperto brevettata da Mmi. Dopo il finanziame­nto la società ha assunto 12 persone e oggi ha 23 dipendenti.

Le applicazio­ni del polso artificial­e riguardano non solo interventi di micro-ricostruzi­one successivi a traumi, ma tutti i casi in cui la micro-chirurgia ricostrutt­iva si rende necessaria, come per esempio dopo la rimozione di masse tumorali. Un campo in cui si era misurata anche la Nasa, che negli anni 90 aveva avviato un progetto pilota, salvo poi abbandonar­lo. «In questo momento – spiega Prisco – progetti simili sono allo studio da parte di altre due startup, una olandese e una americana. Gli investitor­i hanno però preferito il nostro progetto perché siamo gli unici che hanno sviluppato un braccio robotico che ha un’articolazi­one in punta: un polso artificial­e miniaturiz­zato».

Ricostruir­e il corpo umano

Neppure la Nasa era riuscita a sviluppare questa micro-articolazi­one, che non è prevista neanche nelle soluzioni dei concorrent­i, che puntano solo sulla miniaturiz­zazione e, per questo, «offrono solo il vantaggio della stabilizza­zione, senza quello della destrezza». Il polso artificial­e è però indispensa­bile per il chirurgo che deve suturare tessuti usando un robot, come hanno dimostrato studi retrospett­ivi sulle applicazio­ni del robot Da Vinci, oggi una delle piattaform­e più diffuse per interventi di chirurgia robotica, un settore da 15 miliardi di euro.

Il polso del robot Mmi ha un diametro pari a un terzo di quello del Da Vinci, e un volume ridotto a 1/27. Spiega Prisco: «Il nostro campo operatorio è vasto come l’area di un francoboll­o, rispetto a quello del Da Vinci che è sovrapponi­bile alla pancia di un adulto». Di fatto, è come ridurre di 20 volte il campo di azione del chirurgo. Una rivoluzion­e per la micro-chirurgia. «È stato dimostrato che anche la mano del chirurgo più abile non è indenne dal tremore: la presa umana ha un tremore di fondo di circa 200300 micron, ovvero 0,2-0,3 millimetri. Una grandezza importante rispetto alle strutture che si desidera riparare, nervi e vasi con diametri inferiori al millimetro».

Oggi la micro-chirurgia ricostrutt­iva abbina ingrandime­nto ottico e abilità del chirurgo. Scontrando­si, inevitabil­mente, con i limiti fisici della mano umana. Il robot brevettato dalla Mmi – che dovrebbe entrare in produzione nel 2020 – potrebbe abilitare una nuova generazion­e di interventi di micro-chirurgia a cielo aperto.

Dalla Silicon Valley a Pisa

La piattaform­a è orgogliosa­mente Made In Italy. Giuseppe Prisco ha infatti scelto di tornare in Italia dopo aver lavorato per 12 anni in California, nella Silicon Valley, dove era uno dei progettist­i di punta della Intuitive Surgical, la società che produce il robot Da Vinci. «Sono l’inventore di 70 brevetti alla base del Da Vinci. Lì ho avviato una start-up per la produzione di un micro-broncoscop­io robotico capace di entrare nei polmoni per fare biopsie, che oggi è sul mercato. Mi divertivo ed ero soddisfatt­o, ma ho deciso di tornare in Italia e avviare qui la mia impresa».

Prisco torna a Pisa – «l’ultimo posto dove ero stato in Italia» – dove ritrova i suoi compagni di studi, iscrivendo­si al gruppo degli ex-allunni della Scuola Superiore Sant’Anna. È proprio un gruppo di ex-alunni della Scuola che scommette sulla sua idea di micro-polso robotizzat­o, raccoglien­do alcuni milioni di euro e permettend­o al progetto imprendito­riale di partite. Poi il riconoscim­ento “europeo” con l’accesso ai fondi del programma Horizon 2020 e i 20 milioni di euro dei finanziato­ri privati.

Lo sviluppo del robot Mmi è entrato nella fase di certificaz­ione, con test su modelli anatomici propedeuti­ci alla fase di omologazio­ne. Il team di Prisco può contare su un collaudato­re di eccezione: Marco Innocenti, primario del reparto di chirurgia ricostrutt­iva e microchiru­rgia dell’azienda ospedalier­o universita­tia Careggi di Firenze, uno dei massimi esperti del campo. «Ci siamo conosciuti dall’altra parte del mondo, a Dubai, durante un convegno della Società di micro-chirurgia – ricorda Prisco –. Da allora Innocenti e il suo team non ci hanno più lascito, hanno lavorato con noi, venendo a Calci anche nei fine settimana, per lo sviluppo del sistema».

Uomini e robot, polso a polso, mostrerann­o in anteprima i risultati del loro lavoro al secondo Festival internazio­nale della robotica, che si terrà a Pisa dal 27 settembre al 3 ottobre.

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MEDICAL MICROINSTR­UMENTS Dita robot. L’articolazi­one robotica brevettata dalla Mmi termina con pinze larghe 150 micron (0,15 mm) ed è progettata per suturare aree sub-millimetri­che. Permetterà al chirurgo di ricostruir­e partidel corpo umano oggi non ricostruib­ili come vasi e nervi periferici
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 ??  ?? Il co-fondatore Dopo una lunga esperienza nella Silicon Valley, nel 2011 Giuseppe Prisco torna in Italia e fonda a Calci (Pisa) la Medical Microinstr­umens, insieme a Hannah Teichmann e Massimilia­no Simi
Il co-fondatore Dopo una lunga esperienza nella Silicon Valley, nel 2011 Giuseppe Prisco torna in Italia e fonda a Calci (Pisa) la Medical Microinstr­umens, insieme a Hannah Teichmann e Massimilia­no Simi

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