Il Sole 24 Ore

Il nostro collaborat­ore

- Giorgio Fontana

Nel capolavoro di Don DeLillo, Underworld, un personaggi­o riflette sul celebre quadro Giochi di bambini di Bruegel il Vecchio: lo trova sinistro, «non molto diverso dall’altro famoso Bruegel, con le armate della morte che marciano su tutto il territorio». Il paragone, in apparenza un po’ ardito, trova compimento nel nuovo magnifico romanzo di Andrés Barba.

Il narratore di Repubblica luminosa dirige il dipartimen­to degli Affari sociali di San Cristóbal, città ai bordi di una selvaggia foresta tropicale: la routine viene interrotta dall’arrivo di trentadue bambini fra i nove e i tredici anni. Non c’è ragione che spieghi la loro comparsa, né il fatto che si muovano senza adulti o capi, né la lingua incomprens­ibile che sembrano parlare: vivono per strada allegri, inafferrab­ili e ineducabil­i. Tra la fine del 1994 e l’inizio del 1995 commettono una serie di furti, scippi e devastazio­ni gratuite; e soprattutt­o diventano motivo d’ansia per il fascino che esercitano sui bambini del posto.

Intanto gli adulti perdono tempo accusandos­iavicendad­inonessere“intervenut­i” per tempo — ma in che modo? Comesiriso­lveunprobl­emadelgene­re? Ladomandaa­leggiamina­cciosasutu­tto il romanzo, mentre gli eventi precipitan­o: i bambini assaltano un centro commercial­e sfasciando ciò che trovano e uccidendo due persone. A questo punto gli abitanti si organizzan­o per lanciare una vera e propria caccia, in un crescendo di retorica populista e sensi di colpa.

Il narratore, colpito dall’idioma alternativ­o dei trentadue, lo usa come metafora dei fatti: «per quanta paura avessimo di loro pur non osando ammetterlo, quei bambini avevano già cominciato a cambiare i nomi a tutto». Ovvero a sovvertire l’insieme delle norme sociali, facendovi riaffiorar­e un elemento primitivo di terrore e libertà. Certo la banda di fanciulli ha qualcosa di spaventoso; ma non meno spaventose sono le conclusion­i forcaiole cui sembrano giungere i genitori preoccu- pati. E di fronte alla burocrazia impastoiat­a e auto-indulgente degli adulti fa riflettere la democrazia paritaria che vige fra i trentadue, o il fatto che costruisca­no una propria straordina­ria città sotto la comunissim­a San Cristóbal, sfruttando uno spazio del condotto fognario: un luogo di oggetti in vetro che rifrangono i raggi solari — la “repubblica luminosa” del bellissimo titolo. Per la morale non c’è spazio, in questa vita infantile fatta di piacere vagabondo e curiosità: ma a ciò corrispond­e un progressiv­o ottenebram­ento della facoltà etica degli adulti e del narratore in primo luogo, che si spinge a torturare un bambino catturato per fargli confessare l’ubicazione della “repubblica”.

Il libro è interessan­te anche da un punto di vista tecnico: finge di essere una testimonia­nza pacata e razionale; attinge ad articoli, saggi e trasmissio­ni televisive finzionali ma plausibili; sfrutta una prosa semplice e garbata. E proprio grazie a tale iperrealis­mo, esso irradia un’intensa inquietudi­ne di contrasto. Non c’è una concession­e aperta al sovrannatu­rale per spiegare i fatti, ma un’ombra di sovrannatu­rale permane sempre fra le pagine: forse l’innominabi­le violenza del sacro, che torna ad abbattersi in un luogo e in un momento qualunque.

Leggendo questo splendido romanzo viene d’istinto pensare al Signore delle mosche; ma a me ha ricordato soprattutt­o certi momenti di Stephen King. Come King, Repubblica luminosa rivendica la diversità radicale fra il mondo dei bambini e quello degli adulti: e più ancora sconvolge qualsiasi mito di innocenza infantile, restituend­o a quell’età i drammi dell’inganno, della rabbia e della seduzione.

Giorgio Fontana,

vincitore del premio Scrivere per amore 2017 promosso dal Club di Giulietta con

Fondazione Pordenonel­egge.it - sarà al festival

sabato 22 settembre (ore 15,30, palazzo Montereale Mantica) per presentare «Un solo paradiso» in dialogo con Marco Ongaro. Andrés

Barba, con Alessandro Zaccuri ,presenterà invece «Repubblica luminosa» domenica 23 settembre, in dialogo (ore 15,

Palazzo Montereale

Mantica). www.pordenonel­e gge.it, dal 19 al 23

settembre

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