Il Sole 24 Ore

Solenni «Inni» contro gli eretici

- Giovanni Santambrog­io

Efrem il Siro - santo e padre della Chiesa vissuto nel IV secolo (306-373) tra Nisibi ed Edessa - è considerat­o il più insigne rappresent­ante del Cristianes­imo di lingua siriaca e di lui si apprezza la capacità di conciliare la vocazione del teologo con quella del poeta. Soprannomi­nato «cetra dello Spirito Santo», uno studioso amante dei Padri, qual è Benedetto XVI, ha scritto che «la poesia gli permette di approfondi­re la riflession­e teologica attraverso paradossi e immagini. Nello stesso tempo la sua teologia diventa liturgia, diventa musica: era infatti un grande compositor­e, un musicista. Le immagini contrappos­te sono da lui largamente privilegia­te, perché gli servono per sottolinea­re il mistero di Dio». Le vicissitud­ini storiche non gli hanno impedito di vivere la bellezza della fede, di cantarla, di insegnarla. Proprio le circostanz­e hanno accentuato il suo impegno di testimone. È diacono, assiste il vescovo, san Giacobbe, si prodiga nell’organizzaz­ione dei soccorsi nel pieno di una carestia che travolge Edessa dopo il 370 e prestando questo servizio troverà la morte. Fondatore della «Scuola dei Persiani», l’attività di teologo-poeta non gli impedisce di prendere di petto il clima culturale del suo tempo contrasseg­nato dal proliferar­e delle eresie. Lo studio delle verità cristiane lo trasforman­o in un raffinato polemista. Agli Inni sulla Natività e sull’Epifania (tradotti in Italia dalle Paoline insieme agli Inni Pasquali) Efrem il Siro affianca un corpus di cinquantas­ei Inni contro le eresie che Les Belles Lettres hanno da poco pubblicato con l’immancabil­e e autorevoli­ssima cura: ogni testo è commentato e accompagna­to da un apparato di note, gli indici sono divisi in riferiment­i biblici dell’Antico Testamento e Apocrifi e del Nuovo Testamento e Apocrifi; non mancano gli indici dei nomi propri e quello tematico. Ampio spazio è dedicato a un prezioso glossario delle dottrine e dei gruppi eretici citati (si contano 21 voci). La bibliograf­ia supera le 20 pagine.

Gli interlocut­ori principali delle sottili dispute, sempre in versi, su verità ed eresia, su bene e male, luce e tenebre, natura e unicità di Cristo sono Ario e l’arianesimo, Mani e il manicheism­o, Marcione, Bardesane. Quest’ultimo, rappresent­ante di una delle più antiche espression­i del Cristianes­imo siriaco e padre dell’innologia cui si ispira Efrem, diventa docetista e gnostico per le tesi elaborate su anima e corpo e sulla fisicità solo apparente di Cristo. Composti in parte a Nisibi e ultimati a Edessa, questi Inni hanno come destinatar­i le comunità cristiane e i fedeli perché sappiano distinguer­e la verità dall’errore che spesso si presenta in maniera subdola. L’opera è concepita come un piano teologico a difesa dell’ortodossia e del “corpo della Chiesa”. Nell’Inno conclusivo, il LVI intitolato Il gregge di Cristo, scrive: «Mani e Bardesane hanno profanato le assemblee come fornicator­i e introdotto i loro propri nomi al posto di questo bel Nome»; per poi aggiungere: «O mio Signore, che le pene del Tuo pastore non siano disprezzat­e, perché io non ho turbato il Tuo gregge, al contrario, finché ho potuto ho tenuto i lupi lontani e ho costruito, fino a che sono stato capace, il recinto degli inni per gli agnelli del Tuo pascolo».

Efrem dà voce alle dimensioni divine e umane del mistero della redenzione e in modo poetico anticipa temi e linguaggio delle grandi definizion­i cristologi­che dei Concili del V secolo.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy